23 Novembre 2024 14:35

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23 Novembre 2024 14:35

“IL CONSULENTE DEL LAVORO RISPONDE…”. IL LAVORATORE STA TROPPE ORE SU FACEBOOK IN UFFICIO, LICENZIAMENTO LEGITTIMO? / IL PARERE

In breve: Le domande dovranno essere inviate alla mail di redazione: redazione@imperiapost.it con Oggetto: Consulenza lavoro.

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Nuova puntata della rubrica di ImperiaPost curata dal Consulente del Lavoro, Dott.ssa Aurora Bellomia, che si occuperà di questioni di diritto del lavoro che interessano Imprese e Lavoratori. Questa settimana ci occuperemo dei “pericoli” dell’utilizzo prolungato dei social network durante le ore di lavoro.

LA DOMANDA

“Il lavoratore sta troppe ore su Facebook in ufficio? Licenziamento legittimo?”

PARERE

E’ una recentissima pronuncia del Tribunale di Brescia, la sentenza n. 782/2016, a sancire che è legittimo il licenziamento del lavoratore che trascorre troppo tempo su Facebook, e vi si aggiunge, inoltre, che il datore di lavoro può provare gli accessi al web del dipendente controllando la cronologia del suo computer.

Inutile per la dipendente lamentare la violazione della privacy, avendo il datore esaminato il suo computer solo per provare l’accesso continuo ad internet.

Il Tribunale ha sottolineato la validità della cronologia degli accessi ad internet che il datore di lavoro si era limitato semplicemente a stampare: un simile comportamento non richiede l’installazione di alcun dispositivo di controllo e non viola la privacy della dipendente giacché il datore si è limitato solo a consultare dati che vengono registrati da qualsiasi computer, e che sono stati stampati al solo fine di verificare l’utilizzo di uno strumento messo a disposizione dal datore di lavoro per l’esecuzione della prestazione lavorativa.

Deve quindi escludersi la violazione dell’art. 4 della legge n. 300/1970 (Statuto dei Lavoratori), trattandosi di attività di controllo non della produttività ed efficienza nello svolgimento dell’attività lavorativa, ma attinenti a condotte estranee alla prestazione.

Nonostante la dipendente sostenesse di essere stata autorizzata dallo stesso datore di lavoro ad utilizzare internet liberamente, in special modo nei tempi morti, il giudice sottolinea che la condotta della stessa “appare senza dubbio grave se si tiene conto che si tratta di circa 6.000 accessi in 18 mesi, di cui 4.500 circa a facebook, effettuati durante l’orario di lavoro, pari a circa 16 accessi al giorno (secondo i calcoli della stessa ricorrente) su tre ore in media di lavoro”.

Appare evidente la particolarità del caso in esame, dove il dipendente aveva effettuato un numero estremamente elevato di accessi al citato social network durante l’orario di lavoro.

Un comportamento questo, precisa il giudice del lavoro, “idoneo ad incrinare la fiducia del datore di lavoro, avendo la ricorrente costantemente e per lungo tempo sottratto ore alla prestazione lavorativa ed utilizzato impropriamente lo strumento di lavoro, approfittando del fatto che il datore di lavoro non la sottoponesse a rigidi controlli”.

Non è la prima volta che il Giudice si esprime in merito a procedimenti che vedono protagonisti i lavoratori e i loro comportamenti sui social network.

L’incredibile diffusione dei social media ha comportato notevoli cambiamenti nella vita di ognuno di noi, e proprio per l’importanza che hanno assunto tali strumenti di interazione sociale, è necessario assumere la consapevolezza di quali siano i comportamenti da tenere per non incorrere in problematiche di natura legale.

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Le domande dovranno essere inviate alla mail di redazione: redazione@imperiapost.it con Oggetto: Consulenza lavoro.

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