Nessuna prova tangibile di un’eventuale aggressione. Questo il verdetto della Procura della Repubblica di Imperia sul caso di Mohamed Diawara, il rifugiato senegalese di 19 anni, ospite della Cooperativa Jobel, che nel luglio scorso aveva denunciato un pestaggio a sfondo razzista sul Lungomare Vespucci. Il giovane, secondo la propria versione dei fatti, intorno a mezzanotte, mentre era diretto a piedi a casa dal lavoro, sarebbe stato accerchiato da un gruppo di giovani italiani e selvaggiamente picchiato al grido di “sei un negro di merda, vattene dall’Italia“.
Delle indagini si sono occupati i Carabinieri di Imperia. L’inchiesta sul pestaggio, però, si è conclusa con un nulla di fatto. Gl autori del presunto pestaggio sono rimasti ignoti. Non esistono testimoni oculari e dell’autista che, secondo il racconto del giovane senegalese, sarebbe intervenuto per soccorrerlo dopo il pestaggio, non c’è traccia. L’unica prova raccolta è il filmato di un’auto parcheggiata nei pressi del luogo dell’aggressione e che potrebbe appartenere al soccorritore del 19enne.
In mancanza di prove, la Procura della Repubblica di Imperia ha così chiesto l’archiviazione, ma il Gip Massimiliano Rainieri ha deciso di respingere la richiesta, a seguito dell’opposizione del legale 19enne, l’avvocato Alessandra Ballerini di Genova, e di fissare un’udienza per il prossimo 24 novembre, quando in aula ci sarà anche Mohamed che racconterà nuovamente la sua versione dei fatti.
L’obiettivo della difesa è trovare i testimoni dell’accaduto, per poter risalire agli autori dell’aggressione. Il Gip potrebbe a questo punto disporre ulteriori indagini, oppure fissare un incidente probatorio.
L’episodio del pestaggio, ricordiamo, portà a una grande manifestazione antirazzista di fronte al Comune di Imperia.
