2 Novembre 2024 21:13

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2 Novembre 2024 21:13

VENTIMIGLIA. GIORNATA INTERNAZIONALE DEL MIGRANTE. DOMENICA 18 DICEMBRE I SINDACATI DI CGIL E CGT FIRMANO APPELLO AL CONFINE TRA ITALIA E FRANCIA/IL PROGRAMMA

In breve: Un appello comune ai Governi nazionali e a tutta l’UE perché in Europa prevalga la solidarietà e l’obbligo morale di aiutare e trattare i profughi in modo umano e dignitoso, nella sicurezza e nella legalità

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Un appello comune ai Governi nazionali e a tutta l’UE perché in Europa prevalga la solidarietà e l’obbligo morale di aiutare e trattare i profughi in modo umano e dignitoso, nella sicurezza e nella legalità.

A lanciarlo in occasione della Giornata internazionale del migrante sono i pensionati italiani della Cgil e quelli francesi della Cgt che si incontreranno domenica 18 dicembre al confine Mentone-Ventimiglia, terra di libertà e di scambi, dove da sempre si incontrano popoli e culture diverse, divenuto oggi luogo simbolo delle migrazioni che attraversano tutta l’Unione.

I sindacati dei pensionati chiederanno anche che “i Governi di tutti gli stati europei ratifichino la Convenzione internazionale per la protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie”.

Le delegazioni si incontreranno alle 10.30 al confine sul Ponte San Ludovico. Alle 11.30 invece la firma dell’appello comune al Forte della Nunziata di Ventimiglia alla presenza del segretario generale dello Spi Cgil Ivan Pedretti e del Segretario Generale Ucr-Cgt François Thiery-Cherrier. Interverranno anche Enrico Ioculano, sindaco di Ventimiglia, ed Enrico Revello, segretario generale Spi Cgil Imperia. 

Il 18 dicembre i pensionati italiani e francesi ribadiranno la propria determinazione per la costruzione di un’Europa unita, giusta e solidale, solidale nella continuità di quegli ideali di pace, giustizia, eguaglianza sociale e convivenza civile che sono alla base del loro impegno. Come si legge nell’appello: “di fronte all’ondata di persone che fuggono dalla guerra e da condizioni di vita miserabili, non si può rispondere con i reticolati di filo spinato tra gli stati europei ma solo con la riaffermazione dei diritti indivisibili della persona, a prescindere dalla religione di appartenenza o dal paese di provenienza”.

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