24 Novembre 2024 04:12

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24 Novembre 2024 04:12

“Si può provare pietà nei confronti dei morti, ma da qui ad onorare chi tradiva, spiava, torturava , uccideva , ce ne corre!” – Il pensiero del circolo Stenca Binon (PRC) sulla commemorazione dei “martiri delle Foibe”

RIFONDAZIONE-COMUNISTA

“Anche quest’anno i cittadini imperiesi appartenenti ad una Repubblica , nata con lotta partigiana di Liberazione dal nazifascismo , dovranno subire la commemorazione dei “martiri” delle Foibe , ai quali è stato dedicato addirittura un parco giochi per bambini di fronte a Piazza della Vittoria!”

A scrivere è il circolo imperiese “Stenca – Binon” di Rifondazione Comunista che prosegue: “Nessuno nega l’intimo compianto dei propri morti , che siano familiari o “compagni” d’armi , ma ben altra cosa è utilizzare una mesta ricorrenza per farne una manifestazione con tanto di corteo per le strade cittadine sventolando bandiere tricolori e croci celtiche , inneggiando all’orgoglio nazionalistico.

Ma vediamo un po’ la storia cosa dice : dopo l’8 settembre i nazifascisti ben presto ripresero il controllo sull’intera Istria e ciò costo la vita di 13 mila istriani , nonché la distruzione di interi villaggi. Ma la persecuzione degli sloveni inizia con la fine della prima guerra mondiale quando questi territori passano sotto il controllo italiano . Così scriveva Mussolini nel 1920 “ Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini dell’Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani “.

Nei quindici lager fascisti costruiti nella ex Jugoslavia , morirono 11.606 sloveni e croati. In suolo Italiano i campi in cui furono concentrati deportati jugoslavi erano almeno 195, per un totale di 98.000 internati. Nel 1941-42 sono da attribuirsi alla responsabilità diretta delle truppe di occupazione italiana almeno 250 mila morti, comprendendo tutti i territori direttamente amministrati e quelli dello Stato Croato dove l’opera delle truppe italiane fu di supporto e affiancamento alle milizie ustascia filofasciste. Le vittime furono solo in piccola parte conseguenza di operazioni militari vere e proprie. I villaggi jugoslavi distrutti dagli italiani furono non meno di 250.

La risposta tedesca alla resistenza Jugoslava fu costituita da feroci rappresaglie sulla popolazione civile e la mano libera data alle forze della Croazia collaborazionista. Anche le truppe occupanti italiane commisero parecchie atrocità. Ciò portò a notevoli perdite umane tra la popolazione civile di gran parte delle regioni jugoslave. Una stima approssimativa indica 1.700.000 morti, pari a circa il 10% della popolazione jugoslava del tempo. Le perdite più alte furono tra i serbi di Croazia e Bosnia e tra ebrei e zingari.

Vediamo ora cosa dice la storia sulle Foibe. I cosiddetti “infoibati” , secondo fonti fasciste ( il federale Bilucaglia) tra il ‘43 e l’aprile del ‘45 furono circa 500 e altrettanti dopo il maggio ‘45 comprendendo : prigionieri di guerra ( militari e guardie di finanza ), collaborazionisti arrestati dai partigiani successivamente processati e condannati a morte per crimini di guerra e infine vittime di vendette personali. Inoltre un certo numero di infoibati corrispondono a morti a causa dei bombardamenti nazisti . Addirittura nella grotta di S.Lorenzo fu ritrovata la salma di un giovane partigiano ucciso nel 1946 dai fascisti!

Rifiutiamo dunque le onoranze richieste per i “caduti delle foibe” ( commemorazioni, monumenti e lapidi , intitolazione di vie , ecc ) , visti i ruoli impersonati dalla maggior parte degli “infoibati”. Si può provare pietà nei confronti dei morti , ma da qui ad onorare chi tradiva, spiava, torturava , uccideva , ce ne corre!

Quando l’umanità si lascia trascinare dalla febbre del nazionalismo , dalla voglia di supremazia e prevaricazione di un popolo su un altro , dalla guerra imperialista , quando si lascia andare alla violenza , allora la violenza genera altra violenza fino a coinvolgere tutti indiscriminatamente , chi ha iniziato la violenza e chi , per difendersi , l’ha dovuta utilizzare.

Un’unica lezione bisogna trarre da questi fatti : mai più nazionalismi, mai più violenze , mai più guerre ; ed impari finalmente l’uomo , come diceva Brecht, ad essere un “aiuto all’uomo”.

La storia non si riscrive, basta col revisionismo!”

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