27 Dicembre 2024 08:19

27 Dicembre 2024 08:19

SEQUESTRATE DALLA CAPITANERIA DI PORTO 25 MILA CONFEZIONI DI VASETTI DI FILETTI DI TONNO IN VENDITA IN 4 CATENE DI SUPERMERCATI/ECCO PERCHE’

In breve: È tutt’ora in corso in queste ore, una vasta operazione di vigilanza sulla filiera della pesca nell’ambito delle Regioni di competenza del Centro di Controllo Area Pesca della Liguria, che si estende anche...

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È tutt’ora in corso in queste ore, una vasta operazione di vigilanza sulla filiera della pesca nell’ambito delle Regioni di competenza del Centro di Controllo Area Pesca della Liguria, che si estende anche alle Regioni Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta, finalizzata alla tutela della risorsa ittica ed alla prevenzione delle frodi al consumatore, in un momento qual è quello delle festività natalizie e di fine anno ove tradizionalmente aumenta la vendita di prodotti ittici, sia freschi che congelati o conservati in varie altre forme.

Proprio nel corso di quest’operazione, presso un supermercato genovese di una nota catena locale, è stata rinvenuta una partita di vasetti di “Filetti di tonno” sott’olio la cui etichetta definiva quale “tonno mediterraneo” mentre in realtà si trattava di “tonno pinne gialle” e, quindi, specie oceanica e non autoctona dei nostri mari. L’azione congiunta posta in essere dagli uomini delle Capitanerie di porto di Genova, La Spezia e Palermo, ha portato a scoprire che tali vasetti erano stati prodotti da un’azienda di Bagheria (PA) per conto di una ditta di Parma e da questa rivenduti ad una piattaforma logistica milanese che li aveva distribuiti a quattro catene di Supermercati del Nord Italia (BASKO, IPERAL, TIGROS e POLI), con il risultato del sequestro e ritiro dalla vendita per Etichettatura ingannevole di 25.000 confezioni, pari a circa 7 tonnellate di prodotto e l’elevazione di sanzioni amministrative per un ammontare complessivo di 6.000 euro.

Ancora una volta i risultati più interessanti sotto il profilo della repressione di condotte vietate sono pervenuti dalla Ristorazione etnica. Soprattutto nel milanese, una dozzina di depositi di importazione di prodotti alimentari cinesi e indiani, sono stati verbalizzati per aver posto in vendita prodotti privi di etichettatura in lingua italiana o per etichettatura insufficiente o ingannevole, con conseguente sequestro di oltre 2 tonnellate di prodotti in vari forme di conservazione (alghe essiccate, sgombri, gamberi e granchi congelati) e oltre 15.000 euro di sanzioni complessive.

I casi particolarmente gravi, sempre nel campo della ristorazione etnica, sono stati accertati presso una ditta di import cinese di Baranzate (MI), e presso un noto ristorante di sushi giapponese di Legnano (MI): nel deposito cinese sono state rinvenute diverse confezioni di “pesce topo pelagico essiccato congelato” (una specie tipica dei mari indo-cinesi, molto simile alla nostra acciuga) sulle quali il titolare del deposito aveva apposto una nuova etichetta sovrapposta a quella originale, in base alla quale i prodotti, già scaduti a marzo di quest’anno, avrebbero avuto nuova scadenza a marzo 2017. Ciò ha comportato la denuncia penale del titolare della ditta per frode in commercio, oltre al sequestro di tutte le confezioni incriminate, circa 100 Kg. Nel ristorante di sushi, invece, è stato possibile accertare il mancato abbattimento di un certo quantitativo di salmoni e branzini freschi, necessario per poter somministrare tali prodotti allo stato crudo. In base alle norme del cosiddetto “pacchetto igiene”, infatti, un prodotto ittico, per essere somministrato crudo, deve essere previamente abbattuto a -20° per 24 ore ovvero a -35° per 15 ore, al fine di abbattere la naturale carica batterica.

“Anche nei momenti topici delle festività – ha ricordato l’Amm. Pettorino, Capo della Direzione marittima della Liguria – la Guardia Costiera è sul campo a tutela delle risorse ittiche dei nostri mari, dei consumatori e di quanti, pescatori e operatori del settore, onesti e rispettosi delle norme, meritano di essere difesi contro chi, invece, tenta di eludere i controlli e raggirare il consumatore per facili guadagni”.

 

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