25 Dicembre 2024 06:43

25 Dicembre 2024 06:43

RICERCATO PER RAPINA A MANO ARMATA, 35ENNE ARRESTATO DALLA POLIZIA MENTRE TENTA DI DARSI ALLA FUGA/L’OPERAZIONE

In breve: Era rifugiato in Spagna e precisamente a Tenerife, dove da quasi cinque anni viveva indisturbato, consapevole di avere un conto in sospeso con la Giustizia Italiana

Foto arresto Martelli

Era rifugiato in Spagna e precisamente a Tenerife, dove da quasi cinque anni viveva indisturbato, consapevole di avere un conto in sospeso con la Giustizia Italiana: Valentino Martelli, un 35enne di Bologna, resosi responsabile, nel 2013, unitamente ad altre due complici, di una rapina a mano armata.

All’epoca dei fatti, l’allora 30enne Valentino, unitamente a Manuel Conti e Massimiliano Gazzillo, assaltarono il Credito Emiliano di Reggio Emilia: un complice si fingeva cliente allo sportello e, una volta giunto il suo turno, puntava un cutter alla gola dell’impiegata intimandole di aprire le bussole d’entrata, mentre gli altri due complici (uno dei quali il Martelli) travisati con una passamontagna, entravano svuotando le casse e recuperando 10 mila euro.

Ripulite le vasche degli sportelli i tre si dirigevano verso il caveau, obbiettivo principale del colpo ma l’apertura della cassaforte, fissata cioè mezzora dopo l’inserimento del comando, ne impediva l’immediata apertura. Fuggiti via, venivano scoperti più tardi, a circa 10 km. dall’avvenuto, dalle Forze dell’Ordine poste all’inseguimento. Dopo aver scontato alcuni mesi di arresti domiciliari, il Martelli si era reso irreperibile.

Rifugiato a Tenerife, era evidentemente tornato in Italia forse per una visita a Bologna ma, proprio domenica, una pattuglia del Settore Polizia di Frontiera, in servizio di controllo e prevenzione in ambito ferroviario, notava l’uomo aggirarsi sul binario dove sarebbe partito a breve un treno, proveniente dalla Francia e diretto a Milano.

L’uomo, alla vista dei poliziotti, saliva repentinamente sul treno cercando di allontanarsi il più possibile dalla loro vista. Notato l’atteggiamento sospetto, gli uomini del dr. Santacroce si dirigevano verso di lui mentre lo stesso continuava ad avanzare di scompartimento in scompartimento fino a raggiungerne uno in fondo, sperando di non venire intercettato.

Raggiunto dai Poliziotti, esibiva, con mano tremante, la sua carta di identità. Le successive interrogazioni in Banca Dati e riscontri tramite foto segnalamento, permettevano di scoprire a suo carico l’ordine di esecuzione per la Carcerazione emesso dal Tribunale di Reggio Emilia nel maggio del 2017.

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