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ELEZIONI IMPERIA 2018: LE PROPOSTE DI POTERE AL POPOLO PER RILANCIARE IL PORTO COMMERCIALE DI ONEGLIA

In breve: L'assemblea imperiese di Potere al Popolo interviene, con una nota stampa, con delle proposte per poter rilanciare il Porto Commerciale di Oneglia

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L’assemblea imperiese di Potere al Popolo interviene, con una nota stampa, con delle proposte per poter rilanciare il Porto Commerciale di Oneglia. 

Porto commerciale di Oneglia: la nota stampa di Potere al Popolo

La storia del Porto commerciale di Oneglia

“Nei primi mesi del 1945 l’ esercito di occupazione tedesco aveva provveduto a minare il porto di Oneglia, in vista della ormai inevitabile ritirata.. Le cariche erano di tale potenza che avrebbero arrecato enormi distruzioni anche alla Città ed ipotecato ogni suo futuro.

Furono i militanti delle SAP grazie alla rete informativa pazientemente costruita in città ed a rischio della propria vita, ad ottenere – in extremis – il disinnesco degli esplosivi programmati per la distruzione il 24 aprile del 1945.
La salvezza delle infrastrutture portuali fu fondamentale per la Rinascita della Città e per lo sviluppo economico e morale seguito alla Liberazione.” (estratto della targa esposta su Calata Cuneo settanta anni dopo quegli avvenimenti)

Settanta anni dopo, l’ intenzione di trasformare anche questa struttura produttiva in una vetrina turistica, in netto contrasto con la – istituzionalmente ribadita – destinazione commerciale dello scalo fu fermata grazie alla mobilitazione ed all’ impegno istituzionale di molti. Si ricorse anche alla Procura della Repubblica per denunciare abusi tesi ad imporre la eliminazione delle attività portuali.

Merita ricordare che il progetto generale della portualità, così come approvato, prevedeva, a grandi linee, la destinazione Turistica dello scalo di Porto Maurizio, e quella Commerciale del Porto di Oneglia: questa operazione prevedeva, fra le altre cose, la contestualità della trasformazione turistica e cantieristica – di servizio al diportismo – della storica Calata Anselmi, un consistente ampliamento a terra ed a mare della intera struttura (55.000 mq di beni comuni ceduti a Caltagirone ed a una imprenditoria non sempre limpidissima), con il trasloco di tutte le attività produttive presenti a Porto Maurizio, sul molo corto di Oneglia.

Così non avvenne e la demolizione abusiva dei silos, l’ occupazione – sempre abusiva – di tutta Calata Cuneo (poi in parte restituita), fu egualmente posta in essere.

Circa 120 metri di banchina del Porto Commerciale di Oneglia furono destinati, con un plateale escamotage, all’ ancoraggio di megayacht “charter”, (formalmente “commerciali”) alla cui vista ci siamo rassegnati e che ormai rappresentano anche una possibilità di lavoro per la Compagnia Portuale e per le attività di ristorazione locali.

In tutti questi anni tuttavia Il Porto Commerciale di Oneglia continua a vivere in uno stato di vero e proprio mobbing da parte dall’Amministrazione Comunale che non solo ha osteggiato spesso nuovi traffici come il traghetto per il Marocco o la costruzione di capannoni per le merci deperibili ma, anche in sintonia con la Camera di Commercio e la Provincia, ha evitato ed evita qualunque politica di promozione commerciale attraverso i suoi canali istituzionali.

Recentemente, ad esempio, la CLP (Compagnia Lavoratori Portuali) “Maresca” aveva ottenuto un interessante affidamento di traffico di granaglie per il quale si prevedeva l’ utilizzo dei silos granari abbandonati della ex Agnesi, recuperandoli così ad un utilizzo produttivo, ma né il Comune né la CCIAA né la Confindustria hanno ritenuto opportuno spendere una parola in merito adeguandosi passivamente al diniego della Colussi.

L’Industra Olearia che da oltre un secolo significa Lavoro ed Economia su produzioni legate al territorio, ha visto, negli ultimi vent’anni, una espulsione dalla città delle industrie che cercavano di inserirsi nel tessuto imperiese: la Cremonini di Ravenna, che aveva rilevato la Borelli, è stata allontanata per lasciare la fabbrica inattiva ormai da anni; la SALSO di Porto Maurizio è stata tenacemente contrastata da parte della Porto di Imperia Spa (oggi divenuta in Go Imperia, interamente pubblica) la quale, appena rilevata l’azienda, ha distrutto illegalmente tutti i ventisette silos dell’olio; la ditta Palma & C sas ha preferito trasferirsi a Savona snervata dai contrasti portati avanti dall’ Amministrazione Comunale, con la conseguenza che, attualmente, tutto l’olio che arriva ad Imperia, e non è poco, arriva su gomma.

La questione del Porto Commerciale di Oneglia è centrale nella visione di Potere al Popolo di una rinascita vera della città; non si tratta “solo” dei posti di lavoro direttamente connessi alle attività di banchina, ma del suo imprescindibile ruolo nell’ intera dinamica economica della città: la città della produzione, della trasformazione, della commercializzazione dell’ Olio, simbolo universale, accanto alla Pasta, al vino, al Pesce, ed alle mille delicatezze mediterranee di quella Dieta Mediterranea che per non essere mero slogan patinato di depliant ammiccanti (e come tale destinato a sparire alla prima occasione di delocalizzazione di fiere e padiglioni), necessita di materialità produttiva: coltivazione e salvaguardia di un territorio di inestimabile valore paesaggistico e testimoniale; attività artigianali/industriali ad alta intensità di lavoro umano e limitato fabbisogno di capitale basate su processi di innovazione e sul background territoriale; imprese, cioè, che si avvantaggiano dal legame socio-culturale ad un territorio circoscritto (Imperia e Comuni interni limitrofi), dove si sono originate quelle conoscenze e quelle abilità, (distretto agroalimentare di Imperia, ex legge 33/2002).

Solo con un ricorso a tale cultura imprenditoriale si può costruire una alternativa alla delocalizzazione ed alla chiusura di produzioni che ”banalmente” possono convenientemente realizzarsi altrove a prezzi di dumping sociale.

A questo ruolo, storicamente affermato ed attualissimo, il Porto Commerciale di Oneglia aggiunge, ancor più con la realizzazione della variante della S.S. 28 e delle nuova stazione ferroviaria, quello di un importante nodo di intermodalità nel sistema di trasporto lungo i 7000 km di costa italiani: centinaia di porti commerciali che l’ intelligenza logistica, ambientale, economica, lavorativa, deve destinare al piccolo cabotaggio, sottraendo milioni di tonnellate di merci al diseconomico, invasivo, distruttivo, pericoloso, e antistorico, trasporto su gomma.

E non solo merci: linee di Traghetti, come quello per il Marocco, ed altri possibili ed auspicabili

Insomma, il Porto Commerciale di Oneglia costituisce il perno materiale e simbolico di una intera collettività e non una cartolina virato seppia stampata su piatti plastica destinati ad accogliere prodotti della grande distribuzione spacciati per “dieta mediterranea”.

Le proposte di Potere al Popolo

Alla luce di queste considerazioni, Potere al Popolo Imperia, ritiene che la amministrazione comunale della città debba riportare al centro del suo modello di sviluppo il Porto Commerciale di Oneglia proponendo:

  • Il rigoroso rispetto della destinazione d’ uso commerciale: la cantieristica, ad esempio, deve essere conservata dove già esiste nella zona est del Porto di Oneglia e soprattutto sviluppata nelle zone e a ciò destinate del porto turistico di Porto Maurizio (dove il capannone “abusivo” andrebbe realizzato in modo conforme), e negli spazi sulla sponda destra del torrente Impero dove già è attiva.
  • L’ arresto immediato delle azioni di costante erosione degli spazi della banchine
  • Il rilancio effettivo delle attività commerciali con l’ amministrazione comunale protagonista
  • La messa in centro del ruolo intermodale del porto di Oneglia
  • La realizzazione di accordi intramediterranei per l’ approdo di traghetti
  • La difesa del ruolo della CLP Maresca ormai impegnata sia nel turistico (coi servizi di Yachting nei 120 m di calata riservata ai charter) sia con la salvaguardia del commerciale (cemento, movimentazione massi da scogliera, approdo cargo per yacht)
  • La valorizzazione e potenziamento del porto commerciale come scalo logistico di carico, scarico, e deposito di strutture, materiali, componenti, per la costruzione e manutenzione delle infrastrutture pubbliche (e non solo), fondamentale per tutto il ponente ligure, come già avviene (acquedotto Roja, rete elettrica – trasformatori di Camporosso – materiale per impianti fognari, grandi macchine come la “talpa” per la creazione delle gallerie nel settore trasporti, la grande meda elastica (boa di segnalazione) scaricata e montata nel porto di Oneglia e posta nella zona di Aregai a segnalazione e protezione, fra l’altro di due relitti di navi romane, ecc.)
  • Il rilancio e potenziamento dell’ approdo peschereccio che caratterizza e qualifica lo scalo onegliese.

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