27 Novembre 2024 14:58

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27 Novembre 2024 14:58

Sciopero benzinai, anche a Imperia distributori chiusi dalle 19 di martedì 11 alle 7 di giovedì 13 dicembre/Ecco chi aderirà

In breve: La Faib dichiara, per le Regioni Toscana e Liguria, lo sciopero dei gestori di Petrolifera Adriatica (marchio Esso) e di Italiana Petroli (marchi Api-Ip e TotalErg).

Sciopero dei benzinai in tutta la Liguria, distributori e self service. Scatterà dalle 19 di oggi, martedì 11 dicembre, fino alle 7 di giovedì 13 dicembre. 

Sciopero dei benzinai indetto da Faib Confesercenti

La Faib dichiara, per le Regioni Toscana e Liguria, lo sciopero dei gestori di Petrolifera Adriatica (marchio Esso) e di Italiana Petroli (marchi Api-Ip e TotalErg).

Lo hanno deciso i gruppi dirigenti della Federazione, per protestare contro la politica discriminatoria da parte di Italiana Petroli, che detiene la proprietà degli impianti a marchio IP e Total-Erg, e di Petrolifera Adriatica, che ha acquistato di recente con cessione di ramo di azienda gli impianti con marchio Esso.

La Faib intende denunciare la permanente condotta scorretta di Petrolifera Adriatica, che, benché tenuta ad applicare l’accordo Esso, in conseguenza della condanna dinanzi al tribunale di Roma, continua nella pratica di tagliare i margini ai gestori e scaricare su di essi le proprie contraddizioni strutturali.

Allo stesso tempo, Faib denuncia la politica dilatatoria e inconcludente di Italiana Petroli, che disattende gli accordi, si sottrae agli obblighi contrattuali e saccheggia la redditività delle gestioni con politiche di aggressione al margine determinato dagli accordi siglati in base alla normativa di settore.

Sciopero dei benzinai in Liguria e Toscana: gli orari

Faib, per contrastare e denunciare la condotta di Petrolifera Adriatica, da una parte, e di Italiana Petroli, dall’altra, ha proclamato lo sciopero in tutte le province della Toscana e della Liguria, con la sospensione delle attività di rifornimento e conseguente chiusura degli impianti, con le seguenti modalità:

“Dalle ore 19,00 del giorno 11 dicembre 2018 alle ore 7,00 del giorno 14 dicembre 2018 – spiega la Faib – 

self-service compresi, salva minore durata decisa a livello provinciale e preventivamente comunicata alle rispettive prefetture.

I motivi della Protesta

“La dichiarazione di sciopero giunge dopo che la vertenza con le due Petrolifere si è trascinata in modo inconcludente per mesi, rafforzando i timori e le profonde preoccupazioni dei gestori degli impianti stradali dei due marchi per l’insostenibile situazione economica e relazionale determinatasi. La Faib, con le altre sigle sindacali, aveva manifestato da mesi, ai diversi livelli, l’insopportabile livello di tensione tra i gestori a marchio. Lo sciopero indetto dai gestori vuole impedire che si determinino significativi pregiudizi economici alle gestioni.

Nel mirino della protesta del sindacato rientrano la precarizzazione del rapporto contrattuale, le condizioni economiche ed operative che non garantiscono la sostenibilità delle attività esercitate, la vanificazione delle garanzie assicurate dalla contrattazione nazionale prevista per il settore della distribuzione carburanti (in particolare art. 19 della Legge 57/2001, che prevede l’obbligo per gli operatori petroliferi di stipulare Accordi collettivi con le Organizzazioni di categoria dei gestori e il loro rispetto, per definire le condizioni economiche e contrattuali, anche ai sensi dei Regolamenti europei in materia di Intese Verticali).

Un comportamento, per Faib, grave e irresponsabile – tanto più nel pieno di una crisi strutturale del settore – e con consumi in caduta libera, con una illegalità dilagante.

A questo si aggiungono devastanti azioni commerciali unilaterali, che erodono significativamente il misero margine economico.

Nessuno può immaginare che la nostra categoria, a fronte di attacchi così violenti ai diritti dei gestori, non metta in atto azioni di protesta e denuncia e di chiusura degli impianti. Se i tavoli negoziali vengono svuotati di contenuti e vengono ridotti solo a stanche liturgie, ai gestori non resta altro strumento di difesa che quello delle agitazioni e dello sciopero”.

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