24 Novembre 2024 11:58

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24 Novembre 2024 11:58

LA SVOLTA. LA RINUNCIA DEI COMMERCIALISTI MUSSO E AMORETTI. GARUFI: “ERA INCOERENTE. PENSAMMO: QUESTI SONO STATI PERSUASI”

In breve: Il primo testimone di oggi è il Prefetto Antonio Lucio Garufi, nato a Catania, che ha svolto il suo ruolo di prefetto all'interno della commissione straordinaria a Ventimiglia dagli inizi di febbraio 2012, fino a dicembre dello stesso anno

La svolta

Imperia – E’ ormai alle ultime battute il processo relativo all’operazione anti ‘ndrangheta denominata “La Svolta” messa a segno dal comando provinciale dei Carabinieri di Imperia, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Genova, nel dicembre del 2012 nei Comuni di Ventimiglia, Bordighera e Diano Marina. Dopo la deposizione dell’ultimo super pentito Gianni Cretarola, oggi in aula sfileranno gli ultimi testimoni prima della pausa finale di circa un mese che anticipa le arringhe finali e la sentenza.

Il primo testimone di oggi è il Prefetto Antonio Lucio Garufi, nato a Catania, che ha svolto il suo ruolo di prefetto all’interno della commissione straordinaria a Ventimiglia dagli inizi di febbraio 2012, fino a dicembre dello stesso anno: “Durante il nostro periodo di lavoro non ci siamo dati dei compiti specifici, ma ci siamo divisi dei settori. Per quanto riguarda i dottori Musso e Amoretti io so che ci eravamo rivolti al Prefetto Spena per avere dei nomi di professionisti per capire meglio le disfunzioni delle due partecipate Civitas e Ventimiglia Servizi e lei ci ha fatto il nome di Musso il quale, a sua volta, ci indicò anche il nome di Amoretti”.

La dottoressa Lucianò era colei che, essenzialmente, teneva i rapporti con i due dottori Musso e Amoretti, era lei infatti che si occupava delle partecipate. Quando decisero di lasciare l’incarico fu assolutamente un fulmine a ciel sereno, quando li avevamo contattati gli avevamo preannunciato gli scenari in cui si sarebbero mossi. Abbiamo insistito, ma hanno rinunciato in modo perentorio e allora abbiamo deciso di rivolgerci fuori dalla Regione”.

Il pm Arena incalza le domande sul punto della ricerca di nuovi commercialisti fuori dalla regione: “Avevamo ed abbiamo conoscenze fuori, non abbiamo fatto altri tentativi in Regione perchè ritenevamo di ottenere i medesimi esiti”. “Pensavate che vi fosse un clima di intimidazione nei confronti dei commercialisti?” chiede direttamente il presidente Luppi. “Intimidazione non lo posso dire – risponde il dottor Garufi – Ma ci è parso strano e incoerente rispetto a quello che ci avevano detto una settimana prima i due commercialisti”.

Per quanto riguarda la vicenda dei proiettili indirizzati ai commissari straordinari di cui parlò la dottressa Lucianò, il dottor Garufi racconta: “Ci chiamò il Prefetto di Imperia per informarci del ritrovamento di questa busta contenente i proiettili. Ce li siamo spiegati perchè dall’inizio del nostro lavoro abbiamo lavorato all’interno del comune per trovare le pecche e le problematiche interne dell’amministrazione. Avevamo riscontrato dei comportamenti poco appropriati per una pubblica amministrazione, per farle un esempio c’era una convenzione con un’associazione che si occupava del canile che prevedeva un rimborso e non è una cosa normale che si fa”.

Alla domanda sempre più specifica dell’avvocato Moroni su eventuali pressioni subite durante il loro mandato, la risposta di Garufi è secca: “No. Non so gli altri“. La discussione torna poi sulla rinuncia improvvisa dei due commercialisti e sulla decisione di rivolgersi fuori dalla Regione escludendo la possibilità di chiedere ad altri collaboratori in Liguria: “Lei si metta nei panni di tre funzionari dello Stato senza eseprienze di commissariamento in un comune sciolto per infiltrazioni mafiose, quindi guardavamo con scrupolo a tutti i dipendenti”.

Chiude poi il Presidente Luppi chiedendo: “Che cosa avete detto a caldo dopo la notizia?” “Dicemmo: questi sono stati persuasi; non avevamo elementi di fatto, ma la nostra espressione esternata fu quella”.

Interviene poi l’avvocato Bosio che chiede delucidazioni in merito al compenso stabilito: “Inizialmente si parlava di 2000 euro per una prima parte di lavoro, la sera in cui ci hanno comunicato il rifuto non abbiamo mai più parlato di soldi”.

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