23 Novembre 2024 02:47

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23 Novembre 2024 02:47

Un’imperiese in Colombia: il report di viaggio della volontaria imperiese Susanna Bernoldi. “Solo l’amore può costruire una nuova civiltà”/Le immagini

In breve: Dopo l'impegnativo viaggio in Palestina, ha deciso di dirigersi in Colombia per la sua prima esperienza nella Fondazione creata da Don Rito Alvarez.

“Solo con l’amore si sarebbe potuta costruire una nuova civiltà”. Così scrive Susanna Bernoldi, coordinatrice AIFO, raccontando le sue sensazioni durante la permanenza in Colombia.

In particolare, Susanna, dopo l’impegnativo viaggio in Palestina, ha deciso di dirigersi in Colombia per la sua prima esperienza nella Fondazione creata da Don Rito Alvarez, noto per la sua attività a Ventimiglia a sostegno dei migranti, la Fundacion Oasis Paz y Amor (FOAP).

Un’imperiese in Colombia: il report di Susanna Bernoldi

“Questa volta la Colombia! Paese nel quale pensavo di venire come volontaria di Operazione Colomba che da tanti anni opera a fianco della Comunità di Pace di San José de Apartadò che resiste in modo non violento alla violenza dei paramilitari.

Invece sono qui, nel Nord, vicino al confine con il Venezuela, nel paese di Abrego dove Don Rito Alvarez, che tanti e non solo in Italia, conoscono per la bellissima e vera ospitalità data ai migranti nella sua parrocchia a Ventimiglia. Quando vide donne e bambini e ragazzi sotto il ponte lungo il greto del torrente, perché bloccati dalla chiusura della frontiera con la Francia, li accolse nella sua chiesa di S. Antonio e poté continuare a farlo grazie ad un esercito fantastico di volontari armati, come lui, di gioia nel darsi e caparbietà nel resistere alla cecità e ignoranza e bieco egoismo di molti, sapendo di compiere solo un atto di giustizia.

Vi racconto di questa mia esperienza e comincio dall’arrivo in un aeroporto organizzatissimo: non ho fatto a tempo di giungere al recupero bagagli che le mie due valigie erano lì ad aspettarmi, sorvegliate, assieme ad altre, da un addetto.

Una notte e un giorno in una città che, a 2.600 mt., conta 11 milioni di abitanti! Credo sia sufficiente il numero per far capire l’enormità di tutto. Io, comunque, ho goduto il meglio: una salita al Monastero di Montserrat da cui si gode una vista stupenda, la visita al Museo dell’Oro che lascia sbalorditi dalla bellezza, eleganza di un artigianato, di una cultura che i conquistadores spagnoli, assatanati dal luccichio del metallo, hanno saccheggiato e distrutto.

Mi hanno poi affascinato il museo di Botero, alcune chiese e la gentilezza della gente.

Una città che pullula di soldati armati accompagnati da cani bellissimi che capisci è bene non avvicinare… Uno spiegamento di forze enorme per soddisfare gli abitanti di una capitale e altre grandi città che sostengono il Presidente Ivan Duque che nulla sta facendo dal punto sociale, ma che si attanaglia al potere puntando sul discorso “sicurezza”… 

Mi raccontano come la gente che vive in montagna sia invece abbandonata e lasciata in balia di gruppi armati, di come tanti, tantissimi campesinos siano stati rapiti e uccisi e fatti passare per terroristi per mostrare numeri di efficienza nella sicurezza…
Dopo un “assaggio” furtivo della capitale, una notte in bus verso la meta: sedili comodissimi e mi sveglio in mezzo a montagne verdissime, strette strade dove alle volte si è stati n coda dietro a enormi tir che a passo lento salivano e scendevano lungo strade a due corsie in cui si passava giusti giusti…

Arrivo ad Ocana dove mi attende Huber, uno di quegli studenti che, grazie a Don rito, è ora all’università ed è il Coordinatore di “Las Semillas” che è il centro che ospita i ragazzi che, frequentate la scuola primaria e secondaria ad Abrego, non potrebbero continuare gli studi con i loro mezzi, anche perchè vivono in paesini lontani. Las Semillas è un centro dove i ragazzi vivono, studiano, giocano e dove – anche lì come all’Oasi di Amore e di Pace, sono quasi autosufficienti perché lì coltivano e allevano diventando così giovani uomini e donne che conoscono la vita negli aspetti migliori: il sacrificio e la conquista, la gioia, il rispetto, l’amore.

Da Ocana ad Abrego sono 40 minuti di strada sempre in mezzo ad un verde mozzafiato. Si arriva al paese, lo si attraversa ed ecco spuntare le costruzioni grandi, belle, ampie dell’Oasi dove vi sono i dormitori, la cucina, gli spazi per studiare e giocare, mangiare insieme… dove ogni bambino o ragazzo lava il suo piatto e posate, i suoi indumenti, partecipa alle attività di allevamento dei pesci e dei maiali e alla coltivazione di mais, caffé, yucca e platano. Anche qui verso l’autosufficienza.| Tanti gli alberi da frutta: banani, maduro, aranci e limoni, goiava, manghi, avocado.

L’attenzione di Don Rito per il riciclo dei rifiuti e alla quale collaborai quando ero volontaria alle “Gianchette”, la ritrovo qui dove tocchi con mano l’impegno e la serietà del Coordinatore Jorge e sua moglie Karina nel seguire in ogni momento i ragazzi, della segretaria Suleyda, grande collaboratrice di Don Rito: sempre gentili, sorridenti, disponibili… che bell’ambiente!
Nell’Oasi sono impegnati altri fratelli e una sorella di Don Rito: Olides in cucina con Carmen, Mimo e Alfonso responsabili di questa grande impresa il cui scopo non è il profitto, ma il creare una nuova generazione di cittadini colombiani “coscienti e responsabili” metto le virgolette perché sono le parole del nostro Follereau che sapeva che solo con l’amore si sarebbe potuta costruire una nuova civiltà.

Bambini e bambine, ragazzi e ragazze crescono ed imparano a stare e collaborare insieme in un paese dove la fitta rete di corruzione favorita dal presidente non renderà facile la loro vita.
Per questo occorrono donne e uomini nuovi!
PS. Parlando di giovani Belli e Tosti… da febbraio, a dare una mano, qui c’è Yann e, dai primi di maggio, Divna che a vario titolo avevano collaborato con Don Rito. Sociologo lui, antropologa lei, ricchi di energia e calore umano. Una gran bella esperienza aiutare i bambini e ragazzi nello studio dell’inglese, nel fare i compiti, aiutare in cucina e nelle raccolte nei campi.. ed io, arrivata da poco, cerco di essere utile anche tenendo qualche incontro su argomenti importanti”.

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