S.T. è un ragazzo tunisino di anni 27 che da anni entra ed esce dagli uffici di polizia.
La prima segnalazione per furto aggravato risale al 2013. Nel 2015 una Volante della Polizia di Stato interveniva su richiesta del titolare di un bar per atteggiamento molesto e sospetto di 4 ragazzi stranieri, tra cui vi è anche lui, all’epoca regolare sul territorio ma già con un divieto di rientro in Svezia. Tra il 2016 e il 2017 varie segnalazioni per reati contro il patrimonio, una contravvenzione per ubriachezza e spesso notato in compagnia di persone pregiudicate.
Ottobre 2018: S.T. veniva denunciato per occupazione abusiva di un immobile e circonvenzione di incapace ai danni di una persona anziana, indotta a sottoscrivere un contratto di affitto poi dichiarato nullo dal Tribunale di Imperia. Sulla base di tale segnalazione, considerati i vari precedenti di polizia e ritenuto soggetto pericoloso per l’ordine pubblico, il Questore di Imperia emanava un ordine di allontanamento dello straniero dal comune di Dolcedo con divieto di ritorno per 3 anni.
Novembre 2018: indagato per resistenza e minacce a pubblico ufficiale
La Squadra Volante interveniva a seguito di chiamata perché un individuo in stato di alterazione alcolica creava problemi e disturbava avventori e titolare del locale. I poliziotti intervenuti, a fatica, portavano S.T. fuori dal locale e chiamavano il 118, all’arrivo del quale il soggetto iniziava ad inveire contro gli Agenti, rifiutava le cure mediche, rientrava nel locale insultando avventori e rincorrendo il titolare. Mentre tentavano di bloccarlo, lo straniero aggrediva i poliziotti con calci, resistendo attivamente fino all’accompagnamento in Questura, ove veniva posto in stato di arresto, misura convalidata dal giudice che applicava poi la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Novembre 2018: furto in un supermercato ed un’altra violazione amministrativa per ubriachezza.
Anche in questo caso la Volante interveniva perché il soggetto molestava gli avventori di diversi locali ad Oneglia.
Febbraio 2019: S.T. veniva ricoverato nel reparto psichiatrico del nosocomio cittadino con diagnosi di disturbo della personalità, abuso e dipendenza da alcool.
Marzo 2019: altri due furti (commessi, tra l’altro, in costanza di altra misura cautelare non detentiva)
In uno dei due episodi tentava la fuga e resisteva agli agenti di polizia con calci e pugni. Condotto in Questura, lo straniero dava in escandescenza urlando e tirando testate contro la porta in ferro della camera di sicurezza. Chiamata la guardia medica, gridava insulti contro la dottoressa sia nella sua lingua che in italiano (“puttana, donna di merda”). Arrestato e denunciato per furto, resistenza e lesioni, il giudice applicava la misura della custodia cautelare in carcere e rinviava il processo per sottoporre lo straniero a perizia psichiatrica.
Il soggetto veniva dichiarato incapace di intendere e volere al momento del fatto e tuttavia connotato da una pericolosità sociale di tipo psichiatrico. Sulla base di ciò, veniva assolto dai reati a lui ascritti e venivano revocate le misure cautelari precedentemente disposte, applicando, a fronte della pericolosità sociale, la misura di sicurezza della libertà vigilata, accompagnata da un programma terapeutico presso il Centro di Salute Mentale e dall’obbligo di presentarsi all’Autorità di Pubblica Sicurezza ogni mese.
Maggio 2019: scaduto il permesso di soggiorno, in considerazione del trascorso del soggetto nonché della sua pericolosità sociale e attitudine destabilizzante per la sicurezza della collettività, l’Ufficio Immigrazione della Questura attivava immediatamente la procedura di espulsione dal territorio chiedendo il nulla osta all’Autorità Giudiziaria e, trattandosi di soggetto con accertate problematiche psichiatriche, accertamenti sanitari e scorta sanitaria al Ministero dell’Interno.
Il Questore Capocasa disponeva, per l’esecuzione, l’accompagnamento in frontiera
S.T. veniva imbarcato a Malpensa su un volo per Tunisi scortato da 5 operatori della Polizia di Stato, di cui 2 sanitari.
Si è trattato di uno degli accompagnamenti più delicati effettuati negli ultimi mesi in ragione di un atteggiamento dello straniero aggressivo e minaccioso dalla partenza sino all’arrivo in Tunisia, con la difficoltà per gli Agenti di trovarsi a gestire un pregiudicato e soggetto psichiatrico a stretto contatto sul mezzo di servizio e sull’aereo durante gli spostamenti ma anche in un luogo affollato quale l’aeroporto di Milano e nelle operazioni di imbarco e sbarco dei passeggeri.
La vicenda di S.T. evidenzia l’efficacia di un’azione preventiva che, attraverso la misura amministrativa del rimpatrio nel Paese di origine dello straniero “pericoloso”, di fatto consente di rispondere in maniera più adeguata alle esigenze di sicurezza dei cittadini.
La Questura di Imperia figura, negli anni 2017 e 2018, tra le prime 20 Questure a livello nazionale per il numero di rimpatri e di espulsioni eseguite. Da gennaio 2019 ad oggi sono stati effettuati 29 rimpatri alla frontiera, 9 trasferimenti presso i CPR e 5 partenze volontarie di soggetti extra comunitari e di cittadini comunitari in assenza dei requisiti per il soggiorno.
La maggior parte di questi soggetti avevano numerosi precedenti penali, dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti o comunque elementi “destabilizzanti” per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Il Questore ha ringraziato gli operatori per la professionalità, la competenza e il senso del dovere dimostrati in un’attività che richiede una complessa procedura preventiva e una specializzazione nelle attività di scorta tecnica particolarmente delicate e sensibili.
Il rimpatrio, invero, presuppone un delicato procedimento a monte che comprende lo studio della situazione personale e familiare del soggetto, anche attraverso l’intervista dello stesso con un interprete o un mediatore culturale, la valutazione in ordine a motivi ostativi all’allontanamento, considerando che la procedura è diversa a seconda che l’espellendo sia extra comunitario o comunitario, l’acquisizione, se vi sono, dei documenti dello straniero, in mancanza dei quali devono invece prendersi contatti con le autorità consolari del suo Paese di origine al fine di ottenere un lascia passare, la valutazione della pericolosità del soggetto al fine di decidere se effettuare il rimpatrio con e senza scorta, da richiedere, nel caso, al Ministero dell’Interno.
All’esito di tutte le descritte considerazioni, è emanato il provvedimento di espulsione che si compone di un atto del Prefetto e di un atto esecutivo del Questore soggetti a convalida del giudice di pace di Imperia o Genova, secondo se lo straniero sia extra comunitario o comunitario.