14 Novembre 2024 02:35

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14 Novembre 2024 02:35

Imperia: “I miei 55 giorni con il Coronavirus”. Parla l’avvocato Emilio Varaldo. “Medici e infermieri commoventi”

In breve: La redazione di ImperiaPost lo ha contattato e gli ha chiesto di raccontare la sua esperienza. 

Dopo 55 giorni, Emilio Varaldo, 62 anni, avvocato e politico imperiese ha vinto la sua battaglia contro il Coronavirus. I primi sintomi attorno al 10 di marzo, poi la febbre che pian piano saliva e non andava più via fino alla corsa al pronto soccorso dell’ospedale di Imperia dove è stato sottoposto a tampone e lastra. “Positivo al Covid-19”, il verdetto e il conseguente trasferimento all’ospedale di Sanremo.

Coronavirus: l’intervista all’avvocato Emilio Varaldo

“Non sono mai stato male, è stata una cosa molto subdola. Ho fatto una settimana di febbre a casa, non tanto alta all’inizio, poi superava i 38. Ho contattato il mio medico e mi ha consigliato di andare al Pronto Soccorso. Dopo una lastra, che ha evidenziato una polmonite bilaterale, e un tampone ho aspettato i risultati in ospedale. Una volta confermato che avevo contratto il virus mi hanno trasferito a SanremoAl contrario di altri non ho mai perso l’olfatto o il gusto e la tosse l’ho avuta in modo molto lieve”.

Come pensa di aver contratto il virus?

 “Credo di averlo preso da un parente, in quel periodo non c’era quell’attenzione e consapevolezza che abbiamo ora”. 

Com’è stato curato all’ospedale di Sanremo?

“Sono stato ricoverato una decina di giorni, mi hanno somministrato un farmaco, anti-influenzale, uno anti-malaria, uno anti HIV e un antibiotico di base oltre alla tachipirina. Quelli che erano in stanza con me avevano una storia clinica diversa: Febbre alta, ossigenazione con valori simili ai miei solo dopo che avevano fatto la terapia con l’ossigeno. Mi ritengo fortunato. La cura l’ho retta bene e anche quando sono tornato a casa sono riuscito anche a lavorare”. 

E il personale medico-infermieristico?

Il personale medico e sanitario è stato commovente, mai un momento di nervosismo. Non vedevi i sorrisi sotto la mascherina ma c’era. Sono sono stati di una gentilezza e disponibilità inimmaginabile, chi non ci è passato non lo può capire almeno in termini di emozioni. Malgrado la sofferenza che il rischio che corrono hanno dimostrato una professionalità encomiabile.

I miei erano preoccupati più di me. So che adesso gli infermieri garantiscono le video chiamate soprattutto con le persone anziane e questo è molto bello. Io sono amministratore di sostegno e so che è molto importante per i famigliari restare in contatto con il proprio caro”. 

Che età avevano i suoi compagni di stanza?

Eravamo 4-5, solo uno era più vecchio di me, circa 70 anni, gli altri erano tutti più giovani”.

Il ricordo più brutto di questa esperienza?

“Quando mi dissero della scomparsa di Claudio Ghiglione, la cosa mi ha molto provato. Speravamo tutti che ce la facesse. Tutta questa situazione mi ha fatto molto riflettere”.  

Quando tornerà al lavoro? Non è preoccupato di tornare in tribunale?

Adesso sono in Piazza Roma, sono appena andato da un cliente. A casa sono riuscito a lavorare bene, senza magari le distrazioni della routine di tutti i giorni. Credo che il presidente del tribunale stia gestendo molto bene questa fase di ripresa, le premesse sono buone. Penso che non ci saranno grossi ritardi”.

Qualcuno che vuole ringraziare?

“Il personale medico e infermieristico, la mia famiglia e tutte le persone che mi hanno scritto e sono rimaste in contatto con i miei in questi giorni. Anche il sindaco Scajola mi ha chiamato mentre ero in ospedale per sincerarsi delle mie condizioni di salute, l’ho apprezzato molto”. 

Ed ora?

“Ieri ho avuto l’esito del secondo tampone negativo, adesso sono immune no? Secondo alcuni sono un privilegiato. Da quanto ne so non ci sono casi di ricontagio, spero che per almeno qualche mese gli anticorpi funzionino. Adesso giro con la mascherina e rispetto tutte le norme di sicurezza”. 

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