“In merito all’analisi effettuata dalla Fondazione GIMBE sull’andamento della Fase 2, Regione Liguria e Alisa ribadiscono che il monitoraggio è istituzionalmente affidato al Ministero e all’Istituto Superiore di Sanità che ricevono i dati dalle regioni attraverso una piattaforma dedicata e attraverso relazioni periodiche”.
Queste le parole di Regione Liguria e Alisa in risposta a Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe (organizzazione indipendente che si occupa di ricerca in ambito sanitario), il quale aveva affermato che “Liguria, Lombardia e Piemonte non sono pronti alla riapertura“.
Coronavirus: Liguria e Alisa replicano all’analisi effettuata dalla Fondazione GIMBE
“Allo scopo di far comprendere la complessità e la ricchezza degli strumenti di monitoraggio, sulla piattaforma, sono inseriti oltre 500 mila dati riguardanti i casi liguri e ogni relazione contiene decine di indicatori.
In considerazione della delicatezza e dell’importanza delle valutazioni sono necessarie costantemente analisi approfondite su decine di indicatori e interlocuzioni continue con i ricercatori che alimentano i sistemi di sorveglianza con l’obiettivo di definire un fenomeno complesso come l’epidemia in corso.
Gli epidemiologici ben conoscono la difficoltà di analizzare solo pochi dati aggregati e di trarre conclusioni come effettuato da GIMBE.
Per quanto riguarda i tamponi eseguiti nelle diverse regioni i dati riportati dalla Fondazione sorprendono: in allegato, in Figura 1, è indicato il numero medio di tamponi eseguiti giornalmente sulla popolazione (periodo di osservazione dall’1 al 24 maggio) in diverse regioni ed emerge chiaramente come la Liguria non si attesti al di sotto della media nazionale, ma sia superiore del 20% al dato italiano.
Per quanto riguarda il rapporto tra numero di tamponi eseguiti e incidenza, in Figura 2 si osserva come la media di tamponi eseguiti sia costante, mentre il numero di nuovi casi, ovvero l’incidenza, sia in continua diminuzione.
Confrontando la settimana dal 4 al 10 maggio 2020 con la settimana dal 18 al 24 maggio 2020, l’incidenza di casi è diminuita del 41%. La comparazione tra realtà diverse per popolazione e per quadro clinico iniziale, come le regioni italiane, non può prescindere dalla valutazione dei trend, come avviene, infatti, nei report del Ministero e Istituto Superiore di Sanità, che non si rileva dai commenti di GIMBE”.