Nel pomeriggio di ieri, gli uomini della Sezione Investigativa del Commissariato di Sanremo, su disposizione del Tribunale di Sorveglianza di Genova, hanno tratto in arresto, in aggravamento di una precedente misura cautelare, A.A. di 39 anni, straniero da molti anni in Italia, pluripregiudicato e molto noto alle forze dell’ordine perché dedito sia a reati contro il patrimonio sia allo spaccio di stupefacenti.
L’uomo stava espiando una precedente condanna ad 1 anno e 7 mesi per violazioni in materia di stupefacenti, commessi nel 2018, per il quale gli era stato concesso dal Tribunale di Sorveglianza il beneficio della misura alternativa dell’affidamento ai servizi sociali, misura che, fra le varie prescrizioni, gli imponeva di tenere una buona condotta e non commettere ulteriori reati.
Intorno alle fine di giugno gli agenti della Sezione Investigativa del Commissariato si attivavano a seguito della denuncia di furto di uno scooter modello “T-max” parcheggiato in via Martiri che i proprietari, per una distrazione, avevano lasciato con le chiavi nel sistema di avviamento. Dalla prima visione delle immagini del sistema cittadino di videosorveglianza si ricavano subito elementi utili ricostruzione dei fatti e si accertava che il presunto autore, notato il mezzo parcheggiato mentre rientrava a casa, se ne era impossessato senza alcuna esitazione per poi cederlo, dopo pochi minuti ad altre persone, rimaste sconosciute, verosimilmente da lui contattate per “monetizzare” il furto appena commesso.
Grazie alla tempestività e alla conoscenza del territorio, oltre che alla conoscenza delle abitudini ed al modus operandi dello straniero, gli agenti della Sezione Investigativa riuscivano a riconoscere nell’uomo l’autore del furto e segnalarlo alla Procura della Repubblica per le ulteriori determinazioni.
Nell’attesa delle determinazioni della Procura della Repubblica sul furto commesso, tenuto conto dei suoi gravi e numerosi precedenti e dell’assenza di qualsiasi rispetto dei benefici a lui concessi, il Tribunale di Sorveglianza di Genova provvedeva immediatamente ad interrompere l’affidamento in prova ed a convertire la misura in una più afflittiva, disponendo l’accompagnamento in carcere.