24 Novembre 2024 13:41

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24 Novembre 2024 13:41

LA SVOLTA. LA REQUISITORIA DEL PM. IL POTERE ECONOMICO DELLA ‘NDRANGHETA NEL PONENTE CON CIVITAS E MARVON

In breve: Nel caso "Marvon", la società risulta nella mani di Giancarlo Mannias, ma è legata ad alcuni affiliati del locale di Ventimiglia (Marvon è infatti l'acronimo di Marcianò, Allavena, Roldi, Vincenzo, Omar e Nuzio)

La svolta

Imperia. Ricomincia nella mattinata odierna la seconda parte della requisitoria del pm Giovanni Arena nel processo “La Svolta” relativo a un’operazione anti ‘ndrangheta portata a termine dal comando provinciale dei Carabinieri di Imperia, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Genova, risalente al dicembre del 2012 nei Comuni di Ventimiglia, Bordighera e Diano Marina.

Assenti in aula per rinuncia a comparire Vincenzo Marcianò, classe ’77 e Giuseppe Marcianò, nonostante oggi, secondo quanto da calendario, il pm dovrebbe fare la sua richeista di pena per tutti i vari imputati. Il pm riprende così la sua requisitoria affrontando il tema del controllo e degli interessi economici.

Il potere economico della ‘ndrangheta nel Ponente, come spesso ha ricordato il pm Arena durante i suoi interventi, non sempre equivale ad uno stile di vita sfarzoso, ma anzi, molti affiliati anziani preferiscono rimanere sempre nell’anonimato, tuttavia l’interesse da parte del locale di Ventimiglia per le attività economiche è emerso perfettamente nel caso “Marvon” e “Civitas”.

Nel caso “Marvon”, la società risulta nella mani di Giancarlo Mannias, ma è legata ad alcuni affiliati del locale di Ventimiglia (Marvon è infatti l’acronimo di Marcianò, Allavena, Roldi, Vincenzo, Omar e Nuzio). In alcuni casi i lavori vengono svolti e passati alla Marvon in modo completamente legale, ma in altri ci sono validi motivi per ritenere che queste attività siano gestite per riciclare i profitti provenienti da attività illegali.

Quando infatti si parla delle trattative con Mannias – spiega il pm Arena – l’ex direttore ha spiegato che non ha partecipato alla trattativa e la risposta è stata che lui ha solo messo in contatto Mannias e Vincenzo Marcianò. Ci sono poi conversazioni in cui, dopo un interrogatorio a Mannias il commento è “mi hanno detto che si è comportato bene”. In un’altra conversazione, risalente al 2010, in cui Vincenzo Marcianò fa perfettamente capire che ha lasciato troppo spazio a Mannias fino ad arrivare al punto in cui si prende di petto il problema e viene dato un appuntamento al bar Canada: “Ci dà 30.000 euro o ci mettiamo un’altra persona dentro” si sente dalle intercettazioni. Dopo l’incontro ottengono la promessa degli assegni da parte di Mannias che vengono poi girati da Allavena a Marcianò“.

Questi elementi, assieme ai problemi legati al prezziario sono al centro di questa parte delle requisitoria del pm che, dettagliatamente, spiega con date, cifre e percentuali, tutte le discrepanze rispetto alle altre cooperative. Le situazioni di urgenza per alcuni interventi e altri in cui si doveva risparmiare e, con queste “scuse” si è interpellata la Marvon in realtà, a quanto sostiene il pm Arena, non sono reali. “Il risparmio sta nel fatto che si usavano materiali diversi, più economici ed è chiaro che si risparmi, ma è scoprire l’acqua calda. Il punto è che le giustificazioni che vengono date per la scelta di questa cooperativa sono di tutt’altra natura. Se sono situazioni d’urgenza come ti viene in mente di chiamare una cooperativa che deve  reinserire persone svantaggiate o ex-tossici? Sono solo coincidenze? Va bene, mettiamole però una accanto all’altra”.

Il pm ricorda così la vicenda del fiume Lungo Roja: “C’è un altro punto che stona un po’ – prosegue con una sorta di “affondo”  il pm Arena – Parliamo del Lungo Roja, la determinazione dei lavori è datata 12 maggio 2008, nello stesso giorno arriva la delibera di Civitas che assegna a Marvon i lavori. Il problema è che però il preventivo è del 6 maggio 2008: come fa ad arrivare prima che ci sia la sua delibera?

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