Claudio Scajola, questa volta, ha osato troppo. E ha perso. Una sconfitta cocente, perché l’ex Ministro ci ha messo la faccia, spendendosi in prima persona per sostenere Luigi Sappa. L’impressione è che la candidatura dell’ex Sindaco sia stata un azzardo. Politico, perché Forza Italia è un partito in crisi profonda. Umano, perché la discesa in campo di “Ginetto”, fortemente caldeggiata dall’ex Ministro, è apparsa ai più come un tentativo di mettere in difficoltà il nipote Marco. Ennesimo atto di una faida familiare ridondante.
La sconfitta di Claudio Scajola apre una riflessione sul reale peso politico dell’ex Ministro. Letteralmente surclassato dal nipote, è stato vittima di se stesso, della propria ambizione, del proprio egocentrismo travolgente. Coinvolgendo l’intera amministrazione.
L’impressione è che, politicamente, l’ex Ministro abbia perso lucidità, accecato dai dissapori familiari. Alcuni errori sono apparsi marchiani, come le critiche agli alleati (Toti, Lega e Fratelli d’Italia), le continue battute, al veleno, destinate al nipote, e i ripetuti endorsement a Sappa, alcuni dei quali davvero improbabili. Anche ‘Ginetto’, mai sopra le righe nella propria carriera politica, è incappato in qualche caduta di stile.
Sintesi perfetta, l’analisi del voto del coordinatore della campagna elettorale di Sappa, Paolo Petrucci.
‘In parecchi casi – si legge in un passaggio – l’omonimia di un candidato col sindaco di Imperia ha certamente avvantaggiato la corsa a prendere altre preferenze‘.
Passiamo dall’analisi del voto, all’analisi del testo. ‘Un candidato‘, perché l’avversario, Marco Scajola, non merita neanche di essere citato, ‘avvantaggiato’, perché senza lo zio, Claudio, non sarebbe nessuno. Una brutta pagina di politica, in antitesi con gli slogan sbandierati dal Sindaco e dall’amministrazione, ‘aperti a tutti e contro nessuno‘ e ‘l’avversario politico non è un nemico’.
La politica, quella vera, la si può fare anche alla sagra della castagna, non solo tra i salotti di Montecitorio. La politica, quella vera, la può fare, bene, anche chi non è stato quattro volte Ministro.
Imperia sembra averlo capito. Speriamo anche il Sindaco e la sua Giunta, tornati sulla terra. Chissà che ora, il lussuoso bagno del Comune non torni utile per un bel bagno di umiltà”.
Mattia Mangraviti