Via libera agli spostamenti per i circa 25mila liguri che fanno gli agricoltori solo per passione, coltivando appezzamenti di terreno pubblici o privati, per garantirsi cibo genuino e trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta.
È quanto stima Coldiretti Liguria nell’evidenziare che secondo la faq pubblicata sul sito del Governo, si chiarisce che anche nelle zone rosse e arancioni “è consentito, anche al di fuori del Comune ovvero della Regione di residenza, lo svolgimento di attività lavorativa su superfici agricole, anche di limitate dimensioni, adibite alle produzioni per autoconsumo, non adiacenti a prima od altra abitazione”.
La cura dei terreni ai fini di autoproduzione, anche personale e non commerciale, integra il presupposto delle esigenze lavorative, contemplato per le zone “arancioni” e “rosse” dagli artt. 2 comma 4 lett. a), e 3, comma 4, lett. a), del DPCM 3 novembre 2020<http://www.governo.it/node/15617>.
Quindi la coltivazione del terreno per uso agricolo e l’attività diretta alla produzione per autoconsumo (quale ad esempio quella di raccolta delle olive, conferimento al frantoio e successiva spremitura) sono consentite, a condizione che il soggetto interessato attesti, con autodichiarazione completa di tutte le necessarie indicazioni per la relativa verifica, il possesso di tale superficie agricola produttiva e che essa sia effettivamente adibita ai predetti fini, con indicazione del percorso più breve per il raggiungimento del sito.
“Si tratta – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – di garantire lo svolgimento di una attività gratificante e utile per la società, che deve seguire necessariamente l’andamento delle stagioni per non far perdere le colture nei campi. Ad esempio, nella nostra regione, molti agricoltori hobbisti, in questo momento, sono impegnati con le ultime fasi della raccolta delle olive, per prodursi il proprio olio ad uso casalingo e per loro, come per molti altri, questa specifica è di fondamentale importanza.
Se in passato erano soprattutto i più anziani a dedicarsi alla coltivazione dell’orto, memori spesso di un tempo vissuto in campagna, adesso la passione si sta diffondendo anche tra i più giovani e tra persone completamente a digiuno delle tecniche di coltivazione.
Il bisogno di conoscenza di tecniche base per la cura del terreno è stato colmato con il passaparola e con le pubblicazioni specializzate, ma ha favorito anche la nascita della nuova figura del tutor dell’orto che la rete degli orti urbani di Campagna Amica mette a disposizione, il tutto in un’ottica di piena consapevolezza del proprio territorio, stagionalità delle produzioni, del rispetto ambientale e delle reali caratteristiche del cibo che si porta in tavola”.