In occasione della “Giornata internazionale delle persone con disabilità” (3 Dicembre), Cisl-Medici Liguria e Cisl Imperia-Savona, affrontano, affidando ai “media” (visti impediti i contatti sociali in sede di convegno pubblico) la comunicazione relativa alle delicate problematiche dei pazienti disabili e delle loro famiglie. Due gli autori degli interventi e sostenitori dell’opportunità di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della disabilità: il dott. Gianluca Lisa, dell’Esecutivo Nazionale Cisl-Medici e il Segretario Generale della Cisl, Claudio Bosio.
«Le due ondate di pandemia relative al covid-19 – illustra il dott. Gianluca Lisa – hanno attecchito nel nostro Paese anche per la disgraziata idea, in voga da anni, di ridurre i posti letto, il Personale del Servizio Sanitario Nazionale e le risorse economiche dedicate. La corsa odierna alla ricerca di medici per fronteggiare l’emergenza Covid (che peraltro non si trovano) è frutto delle penalizzazioni delle normative contro i medici e del numero chiuso a Medicina, sul quale nessuno oggi al Governo pone rimedio, pur essendoci con il Covid una situazione di “Hannibal ante portas” (“Annibale è alle porte” in sostanza, un pericolo imminente n.d.r.)».
E aggiunge, Lisa: «Come sempre in queste circostanze sono le frange più deboli della popolazione ed in particolare l’ area dei Disabili e le loro famiglie, a patire le difficoltà maggiori, disagi che le ASL hanno cercato di alleviare pur con le suddette carenze di organico. La giornata Mondiale della Disabilità, oggi più che mai, è una giornata di lotta che deve esprimere un severo monito al Governo a potenziare immediatamente con Risorse Umane ed economiche i Servizi , ospedalieri e territoriali, dedicati ai Disabili».
Disabile, oggi, è in parte anche quel paziente che soffre – speso in silenzio – di una o più patologie e si trova impotente di fronte all’emergenza emarginante. Sottolinea il concetto Claudio Bosio: «Siamo in una situazione di emergenza, ma non dobbiamo consentire che questa finisca per pregiudicare la qualità dell’assistenza sanitaria per quel gran numero – sempre più crescente – di persone deboli. L’urgenza di contenere il contagio ha aumentato la fragilità e la discriminazione delle persone con disabilità psichica e motoria.
Se al giorno d’oggi è difficoltoso essere assistiti nell’ordinario quotidiano, per il disabile le difficoltà sono decuplicate. In questa giornata è necessario ricordare che la persona non abile venga considerata a tutti gli effetti una persona».
Bosio, quindi, entra nello specifico: «Il problema riguarda poi l‘interfacciamento, la connessione di dati e lo scambio di relazioni tra le strutture, ospedali, residenze, centri, servizi sociali e dipartimenti delle Asl. Noi in Liguria siamo in ritardo. Ne parlo per esperienza diretta: Piemonte, Lombardia e Campania si sono dotate di più strutture, più avanzate e più interfacciate in rete delle nostre. La presa in carico di un paziente disabile in difficoltà, che molto spesso non riesce a comunicare la provenienza di una sofferenza, non può essere gestita da un solo medico. Nei casi dell’autismo ad esempio non è importante che sia solo lo psichiatra a stilare una diagnosi».
«Auspico – conclude Bosio – che presto vengano evidenziati gli effetti negativi degli elementi di perequazione adottati dal “Decreto Balduzzi” (numero di abitanti/strutture n.d.r.) che hanno penalizzato regioni come la Liguria. Qui per anni si è puntato sugli ospedali mentre c’è necessità di realizzare attrezzati Centri diurni e Residenze sanitarie per disabili (Rsd) che prendano in reale carico il disabile e la sua famiglia».