24 Dicembre 2024 17:36

24 Dicembre 2024 17:36

Covid, Imperia: pacchi alimentari a persone in difficoltà, viaggio tra i volontari della Brigata Girasole. “Aiutiamo 100 famiglie. Pandemia ha aumentato il divario sociale”/Foto e Video

In breve: Oggi, a distanza di mesi dall'inizio della pandemia e a pochi giorni da Natale, le persone che ritireranno l'aiuto alimentare nei due empori della Brigata saranno circa un centinaio.

Durante il lockdown di questa primavera sono state circa 200 le famiglie che, settimanalmente, si sono rivolte alla rete di Imperia Solidale per ricevere un pacco alimentare.

Oggi, a distanza di mesi dall’inizio della pandemia e a pochi giorni da Natale, le persone che ritireranno l’aiuto alimentare nei due empori della Brigata saranno circa un centinaio. Tale servizio è ancora possibile grazie all’impegno della Brigata Girasole, nata in seno ad Imperia Solidale e che riunisce realtà del territorio come La Talpa e l’Orologio, Garabombo l’Invisible, l’Arci, il Teatro dell’Attrito, la Casa del Popolo , accomunate dallo stesso impegno nel sociale e dagli stessi valori di antifascismo, condivisione, mutuo aiuto e solidarietà.

Distribuzione generi alimentari: parla Renato Donati

“Ogni 15 giorni distribuiamo qua nel nostro spazio, e altre associazioni fanno lo stesso, generi alimentari per persone in difficoltà. Sono molte, ma quello che si vede purtroppo è la punta dell’iceberg di una situazione pregressa.

L’emergenza Covid, inoltre, ha acuito le differenze sociali in città e non solo. Molte persone si rivolgono a noi perché impossibilitate anche semplicemente ad acquistare generi di prima necessità, quali ad esempio, scatolame, latte, riso, pasta, lenticchie, fagioli. Generi che cerchiamo di distribuire, grazie anche al contributo di aziende e di semplici cittadini che capiscono il momento e, come atto di solidarietà, anche attraverso la nostra distribuzione, cercano di regalare un momento di gioia e di serenità e un sollievo economico a famiglie che in questo momento ne hanno bisogno.

Questa non è una distribuzione che abbiamo pensato per il Natale. E’ iniziata già a marzo. Con il primo lockdown abbiamo seguito più di 200 famiglie, che oggi si sono ridotte a 100. Come ho già detto non è altro che la punta di un iceberg. Aiutiamo 100 famiglie, ma quelle in difficoltà sono molte di più.

Ogni 15 giorni noi distribuiamo qua, al teatro dell’Attrito, ma distribuzioni vengono fatte anche alla Casa del Popolo e alla Talpa e l’Orologio. E’ una cosa che va avanti da mesi e che ci auguriamo possa finire il più presto possibile. Ma non sarà così, perché riteniamo che ci sarà ancora e sempre da garantire alcune persone dal punto di vista economico.

Con la chiusura degli spazi, visto che non possiamo ormai da marzo fare attività teatrali, presentazione di libri o musica, abbiamo riconvertito questo luogo in uno spazio per la distribuzione di generi alimentari per aiutare persone in difficoltà. Uno spazio sociale come quello del Teatro dell’Attrito ha una finalità sociale, nonostante sia chiuso al pubblico come purtroppo molti altri spazi in questo periodo”.

“Grazie al lavoro dei volontari impegnati nelle raccolte nei supermercati e alle donazioni di tante, tantissime persone, attività e ditte locali, ogni due settimane riusciamo a fare fronte alle richieste di sostegno, purtroppo in costante aumento, di coloro che a causa del covid hanno visto aggravarsi o precipitare una situazione già precaria.

Dalle realtà più disparate, sono arrivate offerte di ogni genere: dal cibo ai pannolini, dai prodotti per l’igiene personale ai vestiti, dai giocattoli alla cartoleria. Desideriamo in primo luogo ringraziare, quindi, tutti coloro che in questi mesi ci hanno aiutati a dimostrare che “fare rete” nella nostra città e provincia non è solo possibile, ma anche efficace ed importante, e hanno dimostrato adesione e vicinanza, con il loro contributo, al nostro modo di agire e alle battaglie che portiamo avanti.

Per quanto ci sia parso del tutto naturale, data l’emergenza in corso, riconvertire i nostri spazi e le nostre attività per portare avanti iniziative solidali, non possiamo non accorgerci di come, pur essendo passato quasi un anno dall’inizio di questa drammatica situazione, le istituzioni siano intervenute in modo insufficiente e caotico in molti frangenti, seguendo strade ben distanti da quelle della salute pubblica e del benessere collettivo.

Per salvaguardare gli interessi e privilegi di pochi, si trascurano i bisogni delle categorie più fragili e le esigenze di chi già prima viveva in un precario equilibrio ed ora deve affrontare difficoltà enormi ed inedite. A risentire particolarmente per questa presa di posizione saranno, insieme alle fasce più deboli ed emarginate della società, proprio gli spazi sociali come quelli che che formano la Brigata Girasole.

I teatri indipendenti, le botteghe equo solidali, i centri aggregativi e culturali, quelli ludico ricreativi e quelli di confronto, estranei alla logica del profitto, dopo essere stati messi nelle condizioni di non poter svolgere alcuna attività di finanziamento, sono stati tagliati fuori da qualsivoglia misura di sostegno economico importante.

E in un paese come il nostro, in cui il mondo dell’associazionismo riveste un ruolo fondamentale di assistenza e supporto al cittadino (in una città come la nostra, in cui le occasioni di incontro, dibattito e cultura sono davvero rare) non intervenire con misure risolutive e chiare in questo senso è un atteggiamento non solo superficiale, ma deleterio e miope.0

Per fortuna, Carlo Trucco, partigiano e amico scomparso nel 2018, il cui nome di battaglia – Girasole appunto – è stato adottato dalla Brigata, ci ha insegnato a resistere. A resistere e lottare.

Perciò noi continueremo nelle nostre attività di raccolta e redistribuzione di cibo e vestiario, nell’assistenza e nell’ospitalità ai migranti e agli ultimi, perchè riteniamo che sia quello che è giusto fare. Ma contemporaneamente non rinunceremo a portare avanti battaglie e rivendicazioni per ricordare che quello attuale non è l’unico mondo possibile, che un cambiamento sostanziale nel nostro modo di pensare e consumare è oggi più che mai urgente e necessario; che le cose non devono tornare come prima, perchè “prima” era il problema; che i soldi per vivere tutti dignitosamente ci sono, ma nelle tasche di pochi; che la povertà non è una malattia, ma responsabilità di un sistema malato e sbagliato. Brigata Girasole”.

Condividi questo articolo: