Vangelina, tartaruga Caretta caretta soccorsa a fine giugno a circa 5 miglia nautiche dal porto di Imperia in serie difficoltà natatorie, è tornata al mare.
Imperia: tartaruga Caretta caretta, il rilascio nelle acque antistanti il porto
Grazie all’intervento immediato della Guardia Costiera di Imperia e dell’Associazione “Delfini del Ponente”, l’animale, trovato con evidenti difficoltà ad immergersi dovute alla probabile presenza di plastica nell’intestino, veniva tratto in salvo e successivamente trasferito all’Acquario di Genova per le cure necessarie.
Vangelina, ribattezzata così come gesto di gratitudine nei confronti delle due giovani marinaie – Valentina e Angela – che si erano prodigate per le urgenti e delicate operazioni di trasferimento, era affetta da una grave forma di polmonite.
Il rilascio è avvenuto nel primo pomeriggio nelle acque antistanti il Porto di Imperia, dopo 69 giorni di cure mediche, dove è stata trasferita a bordo della motovedetta CP 715 della Guardia Costiera di Imperia.
L’operazione è stata eseguita dallo staff acquariologico e medico veterinario dell’Acquario di Genova in accordo con i Carabinieri, servizio C.I.T.E.S., che coordinano a livello nazionale l’applicazione della Convenzione di Washington che tutela questi animali, e in collaborazione con la Guardia Costiera, nell’ambito delle attività previste dal Protocollo d’intesa vigente tra la Direzione Marittima e l’Acquario che ha l’obiettivo di definire e gestire i principi di intervento in caso di segnalazione, avvistamento o ritrovamento di esemplari di fauna marina feriti o in difficoltà, oltre che nel comune intento di rilanciare, in ogni favorevole occasione, un messaggio di massima sensibilità ambientale per stimolare l’utente del mare ad un radicale cambiamento culturale proteso al massimo rispetto dell’ambiente marino.
Il ritorno in mare di Vangelina
Laura Castellano (curatrice reparto rettili Acquario Genova) e Matteo Sommer (veterinario Acquario di Genova)
“Vangelina è stata trovata due mesi fa davanti alle acque di Imperia e andiamo a rimetterla in acqua dopo che, grazie alle cure dei nostri veterinari e biologi, si è perfettamente ristabilita. Vangelina è stata segnalata da un diportista in evidente stato di difficoltà. Faceva fatica ad immergersi.
Subito è stata trasportata all’Acquario dove abbiamo fatto i primi accertamenti. Abbiamo riscontrato la presenza di una polmonite e, nei giorni successivi, nelle feci abbiamo trovato una presenza abbondante di plastica. Non è la prima volta che capita, è molto frequente. Questi animali purtroppo sono spesso vittime della presenza di plastica. Ingeriscono plastica e poi fanno fatica a immergersi, perché c’è un blocco intestinale e una conseguente produzione di gas.
L’impatto antropico nei nostri mari è molto alto. Questi animali subiscono la nostra presenza, però bisogna anche dire che grazie alle misure di protezione, agli interventi di recupero, sono ancora abbondanti nei nostri mari. Diciamo che c’è un lato positivo da parte degli uomini che cercano di proteggerli. Questi animali sono importantissimi, ma possono anche essere molto fragili se entriamo troppo nel loro ambiente”.
Valentina Rossi e Angela Sollima, le due marinaie della Guardia Costiera che hanno curato Vangelina
“Quando siamo arrivate all’Acquario il veterinario ha detto che era loro usanza dare un nome a tutti gli animali che curano e quindi hanno pensato di unire i nostri due nomi ed è venuto fuori questo nome particolare. Noi siamo per la tutela e il recupero dell’essere umano, ma accanto all’essere umano ci sono gli animali.
Abbiamo svolto semplicemente il nostro dovere. La cosa più importante è essere riuscite a portarla in salvo. Non è morta, fortunatamente, nel tragitto, come temevamo. Non era infatti in buone condizioni. Quando siamo arrivate all’acquario ci hanno detto che aveva un problema respiratorio e che la presenza di alghe sul carapace testimoniava che era già a galla da un pò di ore. Per fortuna è andato tutto per il meglio e oggi siamo qui a poter raccontare questa storia”.
Il ritrovamento e le cure
Al momento del ritrovamento, l’esemplare pesava circa 40 Kg, lungo 70 cm e largo 50 cm.
All’arrivo all’Acquario di Genova, lo staff medico veterinario ha svolto tutti i controlli di routine – esami del sangue, tamponi e radiografie – riscontrando una grave forma di polmonite e confermando la presenza di plastica nell’intestino che, provocando stasi, non permetteva a Vangelina di immergersi.
In questo periodo di cure, l’esemplare è stato mantenuto in un ambiente non visibile al pubblico, dove giornalmente ha ricevuto tutte le cure da parte dello staff medico veterinario e acquariologico della struttura, necessarie per riportarlo in buono stato di salute.
Prima di tornare in mare, come a tutti gli esemplari di Caretta caretta, è stata applicata alla pinna una tag metallica e inserito sottocute un microchip che consentiranno, qualora l’animale venga ritrovato in altre occasioni, di acquisire dati preziosi sulla biologia e sul comportamento di questa specie (tasso di crescita, direttrici migratorie nel Mediterraneo e transoceaniche, ecc.).
Tartarughe, quali i rischi in mare
Vangelina è uno tra gli esemplari di tartaruga marina che durante la stagione estiva sono rinvenuti in difficoltà e trasportati all’Acquario. Non tutte, purtroppo, sono storie a lieto fine. Diverse sono le cause del ricovero, tra le principali, interferenze con le attività di pesca, principalmente dovute ai palamiti (è frequente la presenza di ami nella cavità boccale o nel tratto digerente, spesso evidenziato dal filo di nylon che fuoriesce ai margini della bocca) o alle reti (possono causare ferite, mutilazioni e, nel peggiore dei casi, il soffocamento degli animali); ingestione di corpi estranei, quali ad esempio sacchetti di plastica scambiati per meduse che fanno parte della dieta naturale di questi rettili; impatto con imbarcazioni a motore, che arrecano traumi e ferite sul carapace o sul capo (più di rado altrove), a volte letali; patologie varie e traumi, sopracitati, che provocano lo spiaggiamento dell’animale (la tartaruga marina si spinge sul litorale esclusivamente per deporre le uova, ma non sono mai stati segnalati casi di riproduzione sulle spiagge della Liguria); sversamenti o presenza di petrolio.
Anche per questa ragione, la Guardia costiera sta conducendo, su mandato del Ministero della Transizione Ecologica e in aggiunta alle ordinarie attività di tutela dell’ambiente marino, una campagna per la progressiva rimozione degli attrezzi da pesca abbandonati nel Mar Ligure – le cosiddette “reti fantasma” – che interferiscono con l’ecosistema in maniera incontrollata, perpetuando la loro attività di cattura senza distinzione di specie e rilasciando microplastiche per deterioramento.
Un fenomeno più diffuso di quanto si possa immaginare: solo nel 2020 la Guardia costiera ha recuperato 7 tonnellate di reti dai fondali; un quantitativo equivalente a ben 240 mila bottiglie di plastica abbandonate in mare.
L’Acquario di Genova interviene sulle tartarughe marine in difficoltà dal 1994 e dal 2009 è referente istituzionale per la Regione Liguria per l’ospedalizzazione delle Caretta caretta (accordo Stato-Regioni), svolta in collaborazione con i Carabinieri servizio C.I.T.E.S.. Nel 2017, ha ricevuto, insieme all’Acquario di Livorno, anch’esso gestito da Costa Edutainment, il riconoscimento nazionale per questa attività dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio.
L’Acquario di Genova e la Fondazione Acquario di Genova Onlus sono impegnate da sempre in attività di conservazione e ricerca che riguardano molte specie acquatiche attraverso progetti di intervento sia in natura sia in ambiente controllato. A queste attività è da sempre correlata un’attività altrettanto importante di divulgazione per sensibilizzare il pubblico e tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti sulla necessità di adottare comportamenti quotidiani e sistemi di gestione che contribuiscano in maniera concreta e significativa alla tutela delle risorse naturali, con particolare riferimento alle specie che popolano l’ambiente marino.