“Non è possibile pensare che i Carabinieri che hanno operato fino alle 23:59 del 14 ottobre siano dal minuto dopo dei pericolosi elementi di insicurezza sui posti di lavoro, è ipocrita e ingiustamente discriminatorio”.
Così la nota del Nuovo Sindacato Carabinieri in merito alle conseguenze dell’introduzione dell’obbligo di green pass sui luoghi di lavoro.
Carabinieri senza green pass sfrattati da caserme: la nota del Nuovo Sindacato Carabinieri
“Parliamoci chiaro, la storia, o la domanda, non è essere no-vax, complottisti o pro vaccini.
Qui si parla di come vengono invasi e negati i diritti di tutti i Carabinieri, al di là di qualsiasi scelta e conseguenza. Si tratta delle ipocrisie delle azioni che partono dal Comando Generale e vengono interpretate a livello locale, nei feudi, in maniera diversa.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri, da quando si è cominciato a parlare dell’ipotesi del green pass obbligatorio, ha sempre chiesto al Governo, al Parlamento e al Comando Generale che se non c’è una obbligatorietà del vaccino, unica sicurezza contro la diffusione del virus secondo la comunità scientifica, va salvaguardata la scelta del singolo e che i test per ottenere la certificazione, se costituiscono sicurezza per l’ambiente del lavoro, devono essere pagati dal datore di lavoro.
Non è possibile pensare che i Carabinieri che hanno operato fino alle 23:59 del 14 ottobre siano dal minuto dopo dei pericolosi elementi di insicurezza sui posti di lavoro, è ipocrita e ingiustamente discriminatorio.
L’Arma invece cita pezzi delle FAQs del governo, ignorandone altre, come il fatto che una volta dichiarata l’assenza ingiustificata a causa del non possesso del green pass, non deve vessare il dipendente obbligandolo a presentarsi ogni giorno, o togliendogli il diritto a stare nella camera. Abbiamo visto Ufficiali che hanno buttato fuori Colleghi dalle loro camere, senza green pass e che hanno accettato la conseguenza di non ricevere retribuzioni, adducendo discutibili punti di vista e affermando che le camerette sono strumentali alla attività lavorativa, senza effettuare la stessa azione su chi, senza la certificazione citata, occupa alloggi di servizio (che sono legati al lavoro anch’essi, o no?). Ci riferiscono di comandanti, a vari livelli, che impediscono di chiedere licenza ,o altri permessi, se si è in assenza ingiustificata. Mentre altri dirigenti, la maggior parte per fortuna, dando segni di avere una mentalità coerentemente dalla parte del personale, hanno scelto di non attuare disposizioni completamente errate.
Ma quello che sorprende è la mancanza di solidarietà da parte di molti Carabinieri, quasi contenti di vedere questi loro colleghi sbattuti fuori, o delle altre rappresentanze (quella ufficiale, pagata dal padrone del vapore, e quindi comprensibile nella sua protezione del sistema) e di quella dei cosiddetti sindacocer (che non possono andare troppo lontano da quello che già fanno come rappresentanti militari, coerentemente con la loro scelta di posizione al fianco dell’amministrazione) che hanno sposato le tesi statomaggioriste, abbandonando qualsiasi concetto di solidarietà e confermando di non voler esercitare sindacato nel senso letterale della parola. È bene sottolineare che abbiamo immediatamente provato a contattare il nostro Quartier Generale per segnalare cosa stesse avvenendo nella serata del 14 scorso, ma non abbiamo avuto nessuna attenzione al problema sollevato.
Abbiamo comandi e caserme che dal 15 ottobre non hanno neanche dato in visione le disposizioni per disciplinare questo nuovo processo di accesso ai luoghi di lavoro, mentre altri che controllano (o non) solo virtualmente, contro legge, perché in possesso di dati che non dovrebbero detenere.
Mentre le altre Forze di Polizia non hanno posto il minimo dubbio sul mantenimento del diritto delle loro Donne e Uomini a occupare il posto letto, perchè non è un luogo di lavoro.
Mentre il Capo della Polizia di Stato afferma nella disposizione interna che deve esserci la partecipazione delle Organizzazioni Sindacali nei processi di informazione al personale, e, nel frattempo, il Comando Generale continua a privilegiare il Cocer per qualsiasi tipo di divulgazione, negando il diritto alla partecipazione sui processi decisionali ai sindacati riconosciuti, che è garantito dalla sentenza della Corte Costituzionale, che da tre anni e mezzo ha annullato la violazione dei diritti rappresentativi di tutti i Militare Italiani, violati da sempre.
Generale Luzi, ormai il Cocer rappresenta solo sé stesso e le varie correnti che si combattono, utilizzando il loro piccolo potere per promuovere le loro differenti sigle sindacoceriste anche durante le loro scorribande nei vari Comandi, continuando a confondere i Carabinieri. Elimini questo rumore che impedisce chiarezza e aderenza alle necessita dei Carabinieri.
Si parla di spirito secolare, ma si calpesta la dignità di nostri Colleghi, dimenticando il senso di unione e di sentimento di reciproco aiuto che deve esistere e collegare tutti i componenti di qualsiasi collettività sociale, specialmente la nostra Arma dei Carabinieri, che appartiene a tutti, all’Italia.
Noi siamo meglio di così.
Comandante, ristabilisca la dignità e il senso di appartenenza, abbracciando le spinte progressiste per migliorare le relazioni sindacali in maniera moderna e illuminata. Solo lei lo può fare”.