25 Dicembre 2024 05:27

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IL TESTO DELL’INTERVENTO SUL DEPURATORE DI ANTONIO RUSSO (M5S) NEL CONSIGLIO COMUNALE DI IERI SERA

Antonio Russo quadrato

“Innanzitutto vorrei fare presente al signor Sindaco, di cui non dubito la buonafede, che la documentazione relativa richiesta circa un mese fa ci è stata consegnata solo alla fine dalla scorsa settimana con migliaia di fogli raccolti alla rinfusa. Abile mossa questa, certamente studiata ad arte per sottrarci del tempo utile ad una più corretta e puntuale valutazione della documentazione, ma noi non ci siamo persi d’animo, sono mesi che siamo sul tema.

L’impianto di depurazione di Imperia ottiene l’autorizzazione provvisoria allo scarico ed alle emissioni in atmosfera nel dicembre del 2012, ben 24 anni dopo la delibera del C.C. n° 134 del 16/10/88, con la quale si affidavano i lavori, di “Canalizzazione e depurazione delle acque reflue della Città di Imperia”, al raggruppamento temporaneo di imprese FERRERO, SIBA e COMAR per un importo offerto in sede di gara pari a £. 37.547.871.972 (c.a. €.19.391587,53)

Tale impianto prevedeva una potenzialità di depurazione di 240.000 abitanti/equivalenti, (ricordiamoci sempre che parliamo di una città che all’epoca contava c.a. 40.000 abitanti)

Per detto importo, comprensivo dell’onere della gestione per un quinquennio,oltre al 1° anno di gratuita gestione, venne stipulato il relativo contratto. C’è da dire che a richiesta dell’Amministrazione tale periodo è rinnovabile per ulteriori 5 anni.

Prima stranezza a proposito del costo di gestione. Nel contratto di appalto sottoscritto la gestione quinquennale è valutata a corpo in 2,267 miliardi di lire;(€ 1.170.000) mentre nel verbale che la Commissione giudicatrice redige (per intenderci la commissione che aveva redatto il capitolato di gara allegato al contratto), dicevo questa commissione aveva indicato in capitolato alla voce gestione la cifra di 1,755 miliardi di lire, in un botto solo sono volati via oltre 500 milioni di lire.

Ma questo è niente in rapporto alla marea di adeguamenti tariffari che negli anni si sono succeduti tanto da portare il costo a circa 100 miliardi di lire 50 milioni di €. un mare di soldi nostri.

Questi lavori vennero finanziati grazie alla pioggia di miliardi, circa 8000 per l’esattezza 7650,che si abbatté sull’Italia nel 1988.

Vennero utilizzati fondi FIO ( Fondi per l’Investimento e l’Occupazione) fondi del : Ministero dell’Ambiente, della Regione Liguria e dall’amministrazione comunale ( che accese mutui per c.a. 5,5 mil €

I lavori proseguirono a rilento dicevo, tra un adeguamento tariffario e l’altro in modo da fare lievitare continuamente il costo dell’opera fino ad arrivare nel 2001/2002 quando si accorgono che il depuratore insiste in un’area ora impreziosita dalla nuova destinazione d’uso prevista per il nascente nuovo porto di Imperia.

Ed ecco che i destini del depuratore e del porto cominciano a intrecciarsi.

Pertanto si avverte la necessita di ipotizzare un diverso sito di ubicazione dell’impianto in quanto, il nuovo assetto urbanistico, determinato dal Piano Regolatore del porto, prevede nelle immediate vicinanze dell’area destinata alla depurazione la costruzione di un polo turistico con centro congressi, albergo, museo dei cetacei, attrezzature sportive non compatibili con la destinazione d’uso prevista in quel momento (ma era per caso il famoso progetto la Porta del Mare?) Quindi si progetta una nuova ubicazione dell’impianto, circa 3 km a monte dell’attuale, lungo l’asta torrentizia dell’ Impero.

Il progetto preliminare predisposto dal raggruppamento di Imprese FERRERO, SIBA e COMAR prevedeva in prima battuta un costo di € 48.370.000 ma poi si accorsero che avevano un poco esagerato e che forse con 38.000.000 di euro ci avrebbero rimesso però per il bene della città facendo uno sforzo potevano starci. Per fortuna che il ministero dell’ambiente bocciò questo ulteriore speculazione condizionando il mantenimento dei finanziamenti al progetto iniziale. Comunque sul groppone ci rimase il costo di tutta quest’operazione andata a male ( qualche milione di euro)

Ma loro non si arresero del tutto e con una variante approvata a tempo di record dimezzarono l’area destinata al depuratore con la scusa che, grazie ad una nuova tecnologia di depurazione, (ricordiamoci che i sistemi di depurazione sono 2 biologica o chimica, a Imperia è stata scelta la depurazione chimica) Pertanto la lunghezza dell’impianto previsto di 200 metri poteva essere dimezzato. Quindi in un sol colpo si accorcia l’impianto si allungano i tempi e soprattutto aumentano i costi

A distanza, dunque, di 24 anni ci troviamo di fronte un’opera ancora incompleta che è costata/verrà a costare alle casse dei cittadini circa 50.000.000,00 di €.

In questi 24 anni dunque con le solite magie dei nostri amministratori il costo dell’opera è quasi triplicato in linea con quanto avviene normalmente in Italia dove un km di autostrada costa 5 volte che in Spagna un km di ferrovia costa 5 volte che in Francia, il porto di Imperia costa 5 volte la cifra iniziale…. Ma questa è un’altra storia non ancora finita una delle tante di questa incompiuta città.

Il depuratore viene dunque a costare 3 volte il valore iniziale, le utenze depurabili scendono a 160.000 ab./eq. ma nonostante ciò il depuratore non funziona PUZZA, non c’è la stiamo a raccontare la puzza è sinonimo di cattivo funzionamento, chi afferma il contrario mente sapendo di mentire.

Tecnicamente la puzza è dovuta, al formarsi di sostanze maleodoranti che si sviluppano negli impianti di trattamento dei reflui urbani, in seguito a degradazione di tipo anaerobico . Poiché l’impianto è stato progettato e costruito per un trattamento di tipo aerobico queste sostanze non si debbono formare a meno che, a causa di difetti di progettazione, o di cattiva gestione, si verifichino processi fermentativi indesiderati in zone di scarsa ossigenazione.

Ma allora forse l’impianto non doveva essere dimezzato? Oppure il costo di gestione è talmente elevato che si evita di farlo funzionare a regime?

Questa cattedrale nel deserto, realizzata al posto di una struttura più a misura della nostra città non solo ha sprecato risorse che potevano essere meglio impiegate ma ci ha lasciato in eredità un mostruoso costo di gestione

I magheggi realizzati nel tempo per allacciare altre località in modo da condividerne l’enorme costo di gestione non convince i comuni loro malgrado coinvolti . Infatti a parte la città di Diano Marina, che dispone dei fondi necessari all’allaccio, non c’è la fila dei comuni disposti ad allacciarsi al nostro depuratore. Non sono mica matti da accollarsi parte degli enormi costi di gestione quando con meno della metà hanno la possibilità di realizzare impianti a misura delle loro realtà locali, tant’è vero che l’unico comune allacciato a tutt’oggi è Pontedassio, cui è stato consentito l’innesto sulla tubatura imperiese anziché doverla portare autonomamente fino al depuratore.

La scelta di un depuratore “comprensoriale” , anziché consortile, fece sì che si potessero spendere le ingenti somme su elencate, senza obbligo alcuno per gli altri comuni: tutto ricade sulle “capienti” spalle di Imperia

L’analisi dei costi di gestione di depuratori in comuni limitrofi, (ventimiglia ad esempio) ci porta a supporre, sempreché sia reale il numero di utenze equivalenti allacciate (80.000 sembrano eccessive se si considera che il depuratore di Ventimiglia depura 33000 ab/eq a fronte di circa 26000 abitanti), dicevo l’analisi dei costi ci porta a supporre un onere di 25,00€ per ciascuna di esse. Questo dato appare ottimista alla luce dei costi fin’ora sostenuti per i soli consumi di e.e.; e si può ritenere che, negli ultimi sei mesi, il depuratore abbia raggiunto il funzionamento a “regime”, per cui è stimabile in 1,2 milioni di €, l’ammontare annuale della sola bolletta elettrica

Ovviamente questi costi sono destinati ad aumentare qualora le utenze siano in numero inferiore.

Vorrei infine segnalare questa anomalia A pag 23 del Capitolato Speciale di Appalto alla voce “ Disposizioni generali dell’appalto Parte 1°: Collaudo provvisorio – esercizio sperimentale – collaudo definitivo “…cito testualmente…. Per 12 mesi effettivi, successivi alla data del verbale, l’Appaltatore resta impegnato ad eseguire a sua cura e spese (tutto compreso anche il personale) la gestione….. L’esito favorevole di almeno 6 mesi consecutivi di accertamenti consentirà di dichiarare collaudato l’impianto.

Ma se il periodo di 12 mesi è scaduto a settembre PERCHE’ IL COMUNE HA PAGATO LE BOLLETTE DELLA ENERGIA ELETTRICA????? Ha già avanzato richiesta di rifusione del costo? Parliamo di alcune centinaia di migliaia di Euro!

In questi giorni ci dicono che l’amministrazione sta discutendo i termini del contratto di gestione, anche se da discutere c’è ben poco. A parte gli adeguamenti tariffari istat previsti, la tariffa per i primi 5 anni di gestione e stata definita in contratto è già pagata alle ditte costruttrici e volendo il comune ha la possibilità di estendere ad ulteriori 5 anni la gestione alle predette condizioni e secondo noi queste condizioni vanno fatte valere, abbiamo già dato. Perche dovremo indire una nuova gara per pagare quanto già pagato?

E’ del tutto evidente che il risultato di tutta questa bella impresa sarà necessariamente un aumento spropositato delle bollette dei cittadini di Imperia. Cornuti e mazziati. Sono anni che paghiamo la depurazione senza avere il depuratore funzionante, ed ora dovremo pagare ancora di più perché, per bene che sia andata, qualcuno non solo ha sprecato in modo vergognoso i nostri soldi, ma ha messo una tassa enorme sul futuro nostro e dei nostri figli. Una domanda ancora: ma aldilà di tutto in questi anni il PD dov’era? Scaldava i banchi dell’opposizione forse?

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