27 Novembre 2024 16:48

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27 Novembre 2024 16:48

Imperia: “33 giri Italian-Masters”, venerdì 14 aprile in biblioteca l’incontro su Vinicio Capossela con Stefano Senardi. “Il suo concerto è un atto di teatro, radio, letteratura”

In breve: Il pomeriggio di oggi sarà dedicato a Vinicio Capossela.

Oggi, venerdì 14 aprile, alle 18, un nuovo appuntamento della Rassegna “33 giri Italian Masters, incontri con la musica d’Autore”, con la direzione artistica di Stefano Senardi.

La serie “33 Giri – Italian Masters”, produzione originale Sky Arte HD, scritta e realizzata sotto la guida del discografico che ne è ideatore e curatore, propone le storie e le curiosità sui migliori dischi, divenuti classici della musica italiana.

Il pomeriggio di oggi sarà dedicato a Vinicio Capossela.

Ecco le date degli altri incontri e i nomi dei musicisti che verranno raccontati da Stefano Senardi: (sempre alle 18, in Biblioteca)

  • 28 aprile Giorgio Gaber, “La mia generazione ha perso”
  • il 5 maggio Bluvertigo, “Metallo non metallo”

Gli inizi

“Vinicio Capossela lo conosco fin dai suoi esordi racconta Stefano Senardi a ImperiaPost i primi 3 dischi li ha realizzato con me e la CGD East West, dall’inizio degli anni ’90. È curioso perchè di Vinicio ci aveva parlato Renzo Fantini, uno dei produttori e manager più bravi d’Italia, un bolognese molto in gamba sempre dalla parte della qualità della musica, e che ha seguito grandi artisti dall’inizio alla fine della loro carriera come Paolo Conte, Francesco Guccini, Claudio Lolli (eccezionale artista mai ricordato abbastanza) e poi Vinicio.

Ci raccontarono che fu Guccini a parlare di Vinicio a Fantini un giorno a Bologna. Gli fece sentire alcune sue canzoni. C’era anche Vincenzo Mollica e rimasero tutti e tre entusiasti. Così ce lo proposero. 

Io avevo già sentito alcune cose di Vinicio. Nello stesso periodo in cui Fantini ci aveva chiamato per proporcelo avevamo già ricevuto una musicassetta con le sue canzoni che ci avevano entusiasmato. Il fatto che ci fosse dietro anche loro tre ci faceva sentire ancora più protetti e garantiti. Inizialmente avrei voluto fare anche un live per fissare l’artista che aveva già raccolto 20 pezzi nella prima musicassetta. Così nasce il primo album ‘All’una e trentacinque circa’.

Nel disco c’erano molti musicisti che lavoravano già con Conte e Guccini. Vinicio già dimostrava la sua peculiarità e facilità nello scrivere, e il suo modo di suonare il piano molto interessante”.

Vinicio Capossela e “Il ballo di San Vito”

“Artista poliedrico, intellettuale, nel senso buono del termine, studioso di tradizioni popolari. Un grande lettore, conosce la letteratura di tutto il mondo. In tanti suoi brani ci sono tantissime citazioni letterarie.

La presentazione di oggi è dedicata al disco ‘Il ballo di San Vito’, nel quale ci sono citazioni di scrittori come John Fante, uno degli autori che gli piacciono di più. Citazione evidente ne ‘L’accolita dei rancorosi’, un brano dell’album, un omaggio a ‘La confraternita del Chianti’ di John Fante. C’è anche ‘Il racconto dell’economo’, tratto dai Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer, oltre ad altri riferimenti letterari.

Negli anni stringe amicizia con ‘Chinaski’, personaggio che vive a San Giuliano Milanese che ogni tanto porta con sè tournée. Un intellettuale, poeta che aprì un caffè letterario a San Giuliano Milanese che però ebbe poca fortuna, sulla cui vicenda Vinicio scrisse un brano proprio in questo album, ‘L’affondamento del Cinastic’.

Vinicio dopo i primi due album comincia a frequentare Paolo Rossi, con il quale organizza un programma televisivo e uno spettacolo teatrale.

‘Il ballo di San Vito’ lo pubblica nel 1996, a 29 anni, un momento molto complicato della sua vita. È il primo episodio discografico che lascia un segno importante anche dal punto di vista commerciale e viene notato dai media.  Ci sono riferimenti a suoi eroi musicali come Tom Waits. Con questo disco inizia collaborazione Marc Ribot, chitarrista di Tom Waits.

Vinicio ha tanti interessi, ha scritto cinque libri molto interessanti, di narrativa pura, a testimonianza del fatto che la scrittura ha vita autonoma rispetto a quella della musica.

Come dice lo stesso Vinicio questo disco ‘Non è un disco ma è una vicenda’ perchè esce in un momento particolare della sua vita in cui rompe con tutta una serie di legami con il passato e attraversa un periodo abbastanza disordinato. Si lascia con la moglie, non ha una fissa dimora, lascia il numero della targa della sua famosa Volvo come suo recapito domiciliare, dove a volte dorme.

Ha frequentato la casa di Fernanda Pivano anche nel periodo in cui la frequentavo io. A volte si recava a casa sua di notte a cantarle delle canzoni, passava ore da lei a chiacchierare e bere. Quando gli fu consegnato il premio Pivano a Santa Margherita Ligure, con Fernanda ancora in vita, lui eseguì una versione straordinaria di ‘Con una rosa’ con un piano giocattolo, un brano straordinario dell’album ‘Canzoni a Manovella’.

Per questo alcuni anni fa gli ho chiesto di tornare a Santa Margherita Ligure per ricordare Fernanda Pivano, in una tenuta straordinaria di un ex convento sopra Portofino. Vinicio si è esibito in un’antica chiesa per un concerto dedicato a lei e alla letteratura americana, un evento per pochissimi fortunati dato che gli spazi erano molto limitati. Vinicio rende gli spettacoli unici e irripetibili, mette insieme sul palco musicisti con strumenti più vari, più acustici che elettrici.

Il disco ha tanti spunti sia rispetto alla sua ricerca verso la musica popolare sia verso l’umanità della gente normale, senza pretese. Persone che descritte da Vinicio diventano personaggi letterari di grande spessore. L’album ha un grande ritmo, si sente che era un periodo in cui Vinicio vagava senza fissa dimora”.

In quel periodo, come dice lui stesso, si prese molti rischi: ‘parlavo del fuoco con la mano sinistra nel braciere’.

L’album denota un cambio musicale e di stile importante si avvicina a uno desi suoi idoli, Tom Waits. Lo registra a Torino insieme a Luciano Titi e Carlo Alberto Rossi, uno dei protagonisti della nuova scena torinese dei Murazzi”.

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