Finisce sotto processo per tre post su Facebook contro alcuni politici italiani. Il tribunale però non quello ordinario e l’imputato, se così si può chiamare, porta un nome di eccellenza. Si tratta di Paolo Luppi, giudice del tribunale di Imperia che in passato si è occupato, tra gli altri, del processo “La Svolta”. A giudicarlo saranno i suoi colleghi presso il Consiglio Superiore della Magistratura perché avrebbe “offeso la reputazione” di alcuni politici nazionali come l’ex Ministro della difesa Roberta Pinotti considerandola, peggio di Vanna Marchi.
Nel marzo 2021, Luppi pubblica tre post su Facebook.
«Qualcuno, come l’ex ministra della Difesa Pinotti, pensava che i soldi spesi nel modo migliore fossero quelli investiti in armamenti. Ma di lei si ricorderanno solo all’inferno. Mentre il Che sarà un esempio e guida anche tra 1000 anni!».
Pubblicando una foto dell’ex Ministro Roberta Pinotti commenta:
«Che bello! Forse una donna nuovo segretario del Pd! Se poi è una guerrafondaia non importa. L’importante in questo mondo di babbei è che sia una donna. Non importa se tempo fa, da “ministro della guerra”, disse che i denari spesi in armamenti sono quelli spesi in modo migliore».
Il 9 marzo all’indomani della festa della donna scrive:
«Auguri in ritardo a tutte le donne e in particolare a Roberta Pinotti che disse che i soldi spesi in armamenti sono quelli spesi in modo migliore. Auguri a Gelmini e Carfagna, che hanno reso felice un anziano: auguri a Boldrini, che in piena pandemia si preoccupava della declinazione al femminile degli aggettivi negli stampati delle autocertificazioni Covid; auguri all’eurodeputata Pd Moretti, che si vantava di spendere 600 euro al mese dall’estetista; auguri alla sua compagna di partito Picierno che, per esaltare gli 80 euro di Renzi, diceva che con quella somma si fa la spesa per un mese; auguri anche a Santanchè e Meloni che non hanno mai condannato il fascismo; auguri alla sottosegretaria alla cultura Borgonzoni, che non legge un libro da anni; e dulcis in fundo, auguri anche a Vanna Marchi, forse la migliore di tutti».
L’ex Ministro Pinotti invia gli screenshot alla Procura generale della Cassazione senza però querelare il magistrato ma stigmatizzando «il dileggio istituzionale», lamentando di essere stata oggetto «di frasi denigratorie» negando di aver mai pronunciato quella che Luppi le attribuisce.
La Procura generale valuta l’episodio di scarsa rilevanza, isolato e senza eco mediatica. Pertanto chiede l’archiviazione. Ma la sezione disciplinare del Csm si oppone, e dispone il rinvio a giudizio ritenendo la condotta di Luppi «penalmente rilevante e violativa dei doveri di correttezza, riserbo ed equilibrio nonché idonea a ledere l’immagine del magistrato e il prestigio dell’ordine giudiziario».
A Luppi viene contestata «una certa pervicacia nella volontà di offendere la reputazione della senatrice Pinotti e di altri politici. In particolare, nel terzo post le affermazioni offensive sono rivolte a diversi esponenti politici femminili, tutti considerati meno stimabili di Vanna Marchi, noto personaggio televisivo condannata in via definitiva per gravi reati».
LA SOLIDARIETÀ DELLA CAMERA PENALE DI IMPERIA
“La Camera Penale Imperia – Sanremo esprime la piena ed incondizionata solidarietà al Dott. Paolo Luppi per l’ingiusto ed infondato procedimento disciplinare a cui è sottoposto. Il Dott. Luppi è un Giudice serio, preparato ed equilibrato e non si è mai fatto condizionare, nell’esercizio della giurisdizione, da convinzioni politiche, non ha discriminato alcuno e ha sempre giudicato con imparzialità e autonomia”.