24 Novembre 2024 09:26

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24 Novembre 2024 09:26

Imperia: porto turistico, sostanze cancerogene nell’area ex palazzine. Asl vieta uso per verde pubblico o scopi residenziali/Il caso

In breve: L'area delle ex palazzine del porto turistico di Imperia è inquinata da sostanze cancerogene. Lo si apprende dalla Conferenza dei Servizi convocata dal Comune di Imperia

L’area delle ex palazzine del porto turistico di Imperia è inquinata da sostanze cancerogene. Lo si apprende dalla Conferenza dei Servizi convocata dal Comune di Imperia a seguito delle analisi depositate dall’Arpal. Si tratta di atti propedeutici alla richiesta, da parte della Go Imperia, della concessione demaniale allo scopo di realizzare le opere di completamento del porto.

Nell’area delle ex palazzine è prevista, tra le altre cose, la realizzazione di residenze di lusso, residenze ordinarie e di un hotel a cinque stelle. L’inquinamento, se confermato dalle analisi supplettive richieste dalla Conferenza dei Servizi, verrà eliminato con un’opera di bonifica, al termine della quale l’area sarà regolarmente utilizzabile.

Imperia: porto turistico, area ex palazzine inquinata. Scontro in Conferenza dei Servizi

La Conferenza dei Servizi (enti invitati Provincia, Arpal e Asl, responsabile del procedimento il dirigente del Comune di Imperia Nicoletta Oreggia),  come si evince dal verbale,  è stata piuttosto controversa.

Nell’area in esame, antistante la piscina Comunale Felice Cascione, secondo quanto precisato dall’Asl, Dipartimento di Igiene e Sanità Pubblica, nella propria relazione presentata in Conferenza dei Servizi, e datata 3 marzo 2023, sussiste, per via delle sostanze cancerogene riscontrate dalle analisi compiute da Arpal a inizio 2023,un divieto di destinazione d’uso di suolo a verde pubblico, privato e residenziale“.

L’Asl, inoltre, nella propria relazione, precisa che “i referti analitici non contengono la totalità dei parametri previsti dalla normativa vigente” e che  “qualora sia prevista un’attività lavorativa nell’area suddetta si prescrive l’utilizzo di mezzi di protezione individuale per gli operatori potenzialmente esposti alle sostanze cancerogene volatili”. 

Le sostanze, in particolare, sono idrocarburi, benzene, toluene e xilene.

La Conferenza dei Servizi ha contestato il parere dell’Asl sostenendo che “le analisi da eseguire sui campioni sono quelle previste, per le matrici suolo e acque sotteranee, dal piano di caratterizzazione approvato e si rimanda all’osservazione di Arpal sulla mancanza del Vanadio, rafforzativa dei motivi per cui devono essere eseguiti campionamenti aggiuntivi in contraddittorio“, che “i vincoli di destinazione d’uso del sito dovranno essere definiti a valle dell’analisi di rischio sito specifica […] per cui non è significativo un divieto aprioristico sull’uso a verde pubblico, privato e residenziale, che ” eventuali vincoli sulla destinazione d’uso dovranno essere riportati sul certificato di destinazione urbanistica e che “la compatibilità dell’area con la destinazione  a luogo di lavoro dovrà essere valutata in base agli estiti dell’analisi di rischio specifica”.

Contestate anche le risultanze dell’analisi di rischio presentata dall’Arpal, chiedendo una campagna di indagini supplementare. Molti parametri sono assunti di default, senza considerare la specificità del sito”.

In particolare la Conferenza ha chiesto due integrazioni: una planimetria con sovrapposizione delle aree in concessione, delle aree indagate e dell’area occupata dall’autorimessa interrata costruita ante 2014, e un piano di indagini integrative per la caratterizzazione del sito con individuazione dei punti di campionamento, distribuiti su tutte le aree oggetto di bonifica che sono o saranno ricomprese nella concessione della Go Imperia, e dei profili analitici sia per i terreni sia per le acque.

Gli scenari futuri

Una volta completate le nuove analisi, in base alle risultanze sarà disposta una bonifica atta ad eliminare le sostanze inquinanti e a rendere l’intera area pronta per essere edificata così come previso dal nuovo progetto di completamento del porto turistico. 

L’inquinamento risalirebbe ad epoca antecedente alla realizzazione del porto

Un aspetto piuttosto singolare emerso dal verbale è relativo alla tempistica dell’inquinamento. Una prima prova della presenza di sostanze inquinanti risale al 2013, quando fu eseguita un’indagine preliminare ambientale. A riguardo, il geometra Arturo Ciprani, consulente della Go Imperia (insieme a Lionello Belmonte e Lorenzo Fantone) e il direttore della Go Imperia, Alberto Caprile, precisano che “a monte dell’area indagata era già stato realizzato il parcheggio sotterraneo che occupa una superficie di circa 17.500 m2, estentendosi dal margine del marciapiede di monte di Lungomare Marinai d’Italia fino al fronte delle palazzine, pertanto non era possibile eseguire dei campionamenti a monte dell’area indagata”.

Belmonte aggiunge che “a sua memoria gli scavi per la costruzione del parcheggio interrato erano stati eseguiti in terreno naturale, mentre i superi delle CSC (i valori che attestano l’inquimanento, ndr) riguardano terreni riportati nel corso di anni antecedenti la realizzazione del porto turistico”. 

Una versione che, se confermata, aprirebbe ulteriori e nuovi dubbi sulla gestione dell’operazione porto turistico, già ampiamente fallimentare.Possibile che si sia costruito in un’area inquinata da sostanze cancerogene senza prima fare delle opportune verifiche, scoprendolo solo nel 2013, a lavori iniziati? E perché dal 2013 ad oggi non è stata completata un’opera di bonifica per eliminare ogni rischio per la salute pubblica?

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