Il Laboratorio per Imperia ha preso posizione sulla querelle Agnesi, lo storico pastificio imperiese, di proprietà del Gruppo Colussi, destinato alla chiusura entro la fine del 2015
“Poche considerazioni e prese di posizione sulla questione Agnesi, tra le moltissime di questi ultimi mesi, hanno posto il giusto rilievo sui grandi errori di strategia politica e sulle carenze imprenditoriali che si sono susseguiti con disarmante regolarità negli ultimi decenni. L’imprenditore di questo terzo millennio deve correre alla velocità della luce, se vuole una minima speranza di mantenere qualche punto di profitto, condizione che gli consentirebbe di garantire posti di lavoro e di svolgere quindi la sua funzione sociale nei confronti della collettività. Il problema è che se l’imprenditore non ha imparato a ‘correre’ prima, o se non è stato messo (sempre in passato) nelle condizioni ambientali adatte a svolgere il suo ruolo, adesso è troppo tardi: la competizione globale offre, a chi le sappia cogliere, opportunità meravigliose e l’imprenditore della quarta generazione si inghiotte in un sol boccone il collega che non “corre” almeno alla stessa velocità. Ci sembra che, nella questione Agnesi, convivano, in una sorta di diabolico amplesso, errori imprenditoriali e strategie politiche poco illuminate. Non siamo certo in grado di misurale e collocarle nel tempo, ma di sicuro ci sono state.
E, alla fine, la granata a tempo sta per scoppiare. Quando ciò dovesse succedere, le prime vittime sarebbero le famiglie dei lavoratori, che di colpe proprio non ne hanno. Subito dopo, e di conseguenza, la seconda vittima sarà l’Amministrazione. Anzi, l’Amministrazione è già vittima in questa fase, dovendo accettare di gestire con mezzi assai risicati, la responsabilità oggettiva di salvare una buona parte di Città. Noi siamo convinti che Imperia non meriti altre e più pesanti sconfitte e quindi, forti anche dell’insegnamento che raccomanda di lasciare sempre all’interlocutore una via d’uscita, promuoviamo l’attuale strategia del confronto e la proposizione di obiettivi alternativi, ma con la raccomandazione che tale confronto assuma la dovuta continuità. Il Laboratorio per Imperia, concordando con l’atteggiamento dell’Amministrazione, ritiene che l’obiettivo di gran lunga più vincolante sia il mantenimento dei posti di lavoro. Poi, constatato il fallimento del progetto industriale (ci sarà mai stato?) occorrerà coinvolgere la proprietà dell’area in un diverso progetto, che offra soluzioni a tutela dei lavoratori (ma questo l’abbiamo già detto) e dia alla Città qualche valida ragione per giustificare, agli occhi della collettività, la scelta della negoziazione anziché la strada del ricatto immobiliare. Nessuno di noi, cittadini onesti e innamorati della nostra Città, vuole una seconda Italcementi“.