23 Novembre 2024 15:18

Cerca
Close this search box.

23 Novembre 2024 15:18

IMPERIA. LETTERA APERTA DI UN OPERAIO AGNESI: “ABBIAMO RIPENSATO LA FABBRICA A ZONE, POTREBBE DIVENTARE UNA RICCHEZZA”

In breve: In vista del prossimo consiglio comunale i dipendenti dell'Agnesi hanno inviato una lettera aperta ai cittadini al fine di sensibilizzare ulteriormente gli imperiesi sulla loro situazione e pregarli di partecipare numerosi al consiglio comunale.

agnesi

Imperia. In vista del prossimo consiglio comunale i dipendenti dell’Agnesi hanno inviato una lettera aperta ai cittadini al fine di sensibilizzare ulteriormente gli imperiesi sulla loro situazione e pregarli di partecipare numerosi al consiglio comunale.

“E con oggi Imperia rinasce” spesso ho sentito a chiusura di un evento questa frase. Imperia rinasce quando con forza e determinazione fa sentire la sua voce su problematiche che vogliono mortificarla, quando trova ed esprime i valori che fanno una comunità come condivisione e solidarietà. Quest’ultima spesso ci arriva dalle fonti più inpensate ed insperate: ho visto persone, ai banchetti per la raccolta firme,  avvicinarsi spontaneamente e fornire senza esitare il loro appoggio ai lavoratori dell’Agnesi. Tutta Imperia e tante altre persone compresi turisti stranieri si sono voluti stringere intorno a noi e farci sentire che non siamo soli in questo momento difficile e sento quindi il dovere di ringraziare come doveroso e sentito è il ringraziamento al Bar 11 per il suo caloroso e continuo sostegno. Ho visto miei colleghi partecipare alle iniziative facendo da motore alla protesta: sono loro il cuore dell’Agnesi, coloro che nel profondo sentono quanto siano importanti i valori di unità , condivisione ed appartenenza coi quali siamo cresciuti ed  ora proviamo rabbia e tristezza nel vedere un tesoro sprecato e abbandonato, nel vedere perso l’amore e la passione di tutti quelli che hanno lavorato in Agnesi, noi ne siamo gli eredi e non potremo trasmettere più niente di 190 anni di storia, cultura e valori.
Ci auguravamo una maggior solidarietà dal sindacato che, praticando un pericoloso attendismo,  ha smorzato la nostra protesta e non ha dato il sostegno che ci aspettavamo nella petizione.La forza di un sindacato nasce dalla credibilità che costruisce stando vicino ai lavoratori e facendosi interprete delle loro necessità e non perseguendo strategie tutte proprie o di altri. Così come altri colleghi ammaliati con dubbia convenienza dall’idea narcotizzante della “fabbrichetta” o comunque fermi a stare a guardare, puntuali nel criticare ma mai pronti a mettersi in gioco e partecipare.Sono tutte scelte.

Il domani è sempre incerto ma quello lo costruiamo con le scelte di oggi delle quali dobbiamo assumerci la responsabilità senza alibi di sorta. Il presente è la chiusura dell’Agnesi e la grande tristezza è il non sapere perchè chiude. Abbiamo dati e riscontri che dicono tutto il contrario ma probabilmente la questione è un’altra: un management che vuole continuare a nascondere errori che ormai sono diventati enormi come ad esempio uno dei tanti è la chiusura del molino, le fondamenta su cui è stata creata l’Agnesi, non avendo così il pieno controllo della qualità e tanto meno della quantità dovendo dipendere per la materia prima da altri così da arrivare a fermare delle linee di produzione figuriamoci a gestirne un aumento. Il voler rimanere nel mercato della pasta come dicono mi sembra ambiguo e poco promettente, i marchi di un certo prestigio, della fascia in cui si pone Agnesi, hanno molino proprio a meno che  non si pensi di stare nel mercato come può starci un marchio distributore. L’importante è che paghino altri magari le stesse persone che hanno contribuito alla fortuna del marchio. Continuo a chiedermi come in futuro possa chiamarsi pasta Agnesi un prodotto che delle sue origini non conserva più nulla.

Imperia ha voglia di Agnesi e se Imperia vuole rinascere consideri pure l’Agnesi un punto dal quale partire. In tempi di crisi sono le idee innovative ed il coraggio che servono per uscirne non la vecchia economia del mattone che mi sembra in crisi anch’essa e per l’Agnesi di idee innovative ce ne sono, a tal proposito ci saremmo aspettati almeno una risposta alla nostra lettera inviata all’amministrazione Colussi, al presidente della regione Burlando e al sindaco Capacci ma nessuno si è fatto sentire in alcun modo. La nostra è una proposta seria, attuabile se lo si vuole perchè è solo questione di volontà realizzarla. L’incontro di Roma sarebbe senza dubbio il momento migliore per voler scacciare la crisi gettando le basi non di una “fabbrichetta” ma di una “eatimperia” partendo proprio dalla proposta dei lavoratori.
Chiaramente verranno invitati solo i “fedeli servi” e non chi sta portando avanti questa battaglia per portare idee originali come queste perché così va il mondo è chi non rispetta gli ordini di chi sta sopra viene falciato.
Lo stabilimento di Imperia  praticamente già lavora in piano, ha piuttosto molti piani vuoti ed inutilizzati che ora sono un costo ma se trasformati possono diventare la sua ricchezza. Noi abbiamo pensato lo stabilimento a zone: una produttiva, aperta alle visite esterne per mostrare dopo aver intrapreso un viaggio formativo come nasce e si crea una pasta di qualità , vedendo da vicino i macchinari che lo rendono possibile. Inoltre in aggiunta produzioni di prodotti collaterali come sughi e paste ripiene anche in partnership con produttori locali. Una seconda zona è quella didattica con museo della pasta e zona espositiva per promuovere il nostro entroterra mostrandone caratteristiche e itinerari il tutto contornato da opere di vario genere: quadri, sculture, fotografie e video a tema gastronomico. Una possibilità di arricchirsi conoscendo la nostra storia e la sua terra. La terza zona è quella commerciale con esposizione e vendita dei prodotti locali promuovendo ulteriormente il territorio grazie ai suoi sapori.

Un centro commerciale dove trovare tutte le nostre specialità locali e magari anche altri prodotti legati comunque alla cucina; vengono in mente per esempio piatti,posate, tessuti e attrezzature per cucinare.
Infine finiremo volentieri il nostro viaggio godendo dell’ospitalità del punto di ristoro posto sul  tetto: una grande terrazza sul mare con vista mozzafiato su tutta Imperia. Un posto unico dove poter gustare un aperitivo con assaggi di prodotti locali per poi completare con un pasto in uno dei ristoranti vicini convenzionati per un menu degustazione a prezzo vantaggioso.E poi non c’è che da dare libero sfogo alla creatività per avere  un gran numero di iniziative ed attività.
In una nuova veste che vedrebbe lo stabilimento come centro industriale-commerciale si rilancerebbe sicuramente un’economia stagnante creando qualcosa di unico e di sicuro successo permettendo inoltre un aumento dei posti di lavoro. Un nuovo concetto di fabbrica, unico nel suo genere, che integra in sè produzione e commercio locale tanto da essere il grande centro dell’agroalimentare (tanto annunciato ma mai perseguito) favorito proprio dalla sua collocazione e dimensione. Aperto a tutti i produttori che vorranno veicolare i loro prodotti, aperto a mostre ed eventi a tema e soprattutto aperto a tutti i visitatori che potranno godere di un’esperienza unica:essere introdotti alla dieta mediterranea, vedere direttamente come nascono i prodotti,  capire cosa intendiamo quando parliamo di passione per la nostra terra scoprendone passato e presente, acquistare prodotti e così condividere con altri questa esperienza.
Come si può capire le possibilità sono enormi, un tale tesoro, la nostra storia e la nostra cultura non possono andare sprecati.
Siamo  sicuri che l’ amministrazione comunale e i sindacati capiscano tale ricchezza, in funzione proprio dell’indotto che genererebbe,nella valorizzazione dell’entroterra, della cucina e della ristorazione locali, siamo sicuri che si possano in sede ministeriale (vedi appuntamento del 17 settembre a Roma)  portare avanti non progetti di poca consistenza e prospettiva, ma con forza quello che è il volere non solo dei lavoratori ma di tutta la città. Lavoro è sì lo stipendio sicuramente importante per avere una vita dignitosa ma c’è l’aspetto umano del lavoro: fattore di crescita e divenire che ci trasforma dandoci la consapevolezza di quello che siamo attraverso quello che facciamo. Un percorso che ci vede maturare condividendo esperienze e felici nel trasferirle ad altri. Abbiamo grandi capacità e i nostri prodotti parlano di noi ma veniamo avviliti quando siamo considerati cose o numeri. Veniamo chiamati risorsa o capitale umano ma ritorniamo subito ad essere numeri e percentuali da mostrare ora ad una collettività per giustificare una mancanza di coraggio nel prendere decisioni per creare reale sviluppo economico.

L’idea, il progetto, l’azione della “fabbrichetta” messa in campo non punterà alla creazione di nuove opportunità di lavoro. Fidatevi. Se vogliamo parlare di lavoro condividiamo tutti un grande progetto, grandi pensieri generano grandi cose; si può smettere di parlare di chiusura e cominciare a pensare e a lavorare per una ristrutturazione. La nostra vita, le nostre azioni sono governate da due sentimenti: paura e amore.La paura è paralizzante, blocca ogni azione, ogni slancio e impedisce un progresso; viene spesso usata per dominarci ed estorcere consenso sventolando parole come crisi, incertezza del lavoro o come ora a proposito della petizione lo spetttro dell’Italcementi. L’amore e la passione sono energia creativa, rinnovamento e benessere. Ci fanno pensare che una difficoltà è un’opportunità per creare qualcosa di meglio, qualcosa che sia reale benessere per tutti. Viviamo nella paura ma della paura ce ne dobbiamo liberare.
 

I limiti a quello che possiamo fare sono solo dentro di noi, il futuro ed il benessere si costruiscono partendo dalle idee e dal cuore non dal portafogli di pochi. Tutte le parti in causa, ma soprattutto l’attuale proprietà, avrebbero un sicuro vantaggio costruendo qualcosa di grande, che è vera economia e sviluppo, non un facile guadagno costruito sulla sofferenza di molti, ma con impegno e passione una grande opera che ci arricchirrà tutti, lasciando il segno e mostrando chi siamo veramente: persone di cuore e  tenaci che hanno grandi idee e con concretezza le realizzano ,fattori che caratterizzano e contraddistinguono i grandi imprenditori e le comunità vive e dinamiche. Finalmente non sentiremo  più dire “Imperia rinasce” ma Imperia e’ viva perchè vive con Agnesi:il suo grande veliero che spiegando le sue vele la porta lontano dalla burrasca.

Condividi questo articolo: