“E’ appena giunta notizia , di un’azzuffata tra detenuti ristretti in Terza Sezione nel carcere valle Armea di Sanremo che prima di andare all’aria ( passeggi ) , se le sono date di “santa ragione”. Intervenuto l’Agente di Polizia Penitenziaria , assunto da pochi mesi del 181° Corso Allievi Agenti , nel tentativo di sedare l’azzuffata , ha avuto la peggio” – Lo riferisce Fabio PAGANI , Segretario Regionale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Ha ricevuto schiaffi, calci, pugni , praticamente accerchiato – è stato trasportato d’urgenza al nosocomio cittadino – commenta il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Ancora eventi critici nel Carcere di Sanremo , la circolare diramata pochi giorni fà dal Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo, tanto decantata sulla stampa dal Sottosegretario al Ministero della Giustizia, Andrea Ostellari, e finalizzata a contenere la spirale di violenza che si registra nelle carceri, con continue aggressioni al personale, risse fra detenuti e, talvolta, persino omicidi, non sembra affatto risolutiva e, anzi, pare ripercorrere le direttive già vigenti e, per lo più, inattuate” – Lo dichiara Fabio PAGANI , Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria.
“La violenza e le aggressioni alla Polizia penitenziaria, oltre quattro al giorno quelle più gravi, si combattono con la sicurezza, la prevenzione, l’organizzazione, gli equipaggiamenti e, quando occorre, con la repressione concreta.
Il mero trasferimento dei detenuti facinorosi, per quanto a volte necessario proprio per la mancanza di tutto quanto anzidetto, non solo non è risolutivo, spostando il problema da una parte all’altra, ma aggrava il già insostenibile carico di lavoro del Corpo di Polizia penitenziaria che deve operare le traduzioni, finendo per ripercuotersi proprio sui livelli di sicurezza e così alimentando un circolo vizioso”, spiega il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Le carceri, la Polizia penitenziaria, i detenuti che vogliono scontare la pena aderendo ai percorsi di risocializzazione e quanti sono in attesa di giudizio, magari da innocenti, non hanno bisogno di minestra riscaldata, ma, banalmente, solo di funzionalità nell’alveo del dettato della Carta costituzionale. Lo sappiano il Capo del DAP e il Sottosegretario Ostellari, ma lo sappiano soprattutto il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il Governo Meloni.
Se davvero si vogliono risollevare le sorti dell’esecuzione penale e, particolarmente, di quella inframuraria, il Governo prenda compiutamente atto della perdurante emergenza e vari un decreto carceri che consenta assunzioni straordinarie e con procedure accelerate nel Corpo di Polizia penitenziaria, mancante di 18mila unità, il deflazionamento della densità detentiva, il potenziamento degli equipaggiamenti, delle strutture e delle infrastrutture e, parallelamente, lavori a riforme complessive che reingegnerizzino il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e riorganizzino il Corpo di Polizia penitenziaria”- oppure casi come Sanremo con 260 detenuti e il ferimento di uomini e donne della Polizia penitenziaria saranno all’ordine del giorno – conclude PAGANI.