22 Dicembre 2024 13:11

22 Dicembre 2024 13:11

Carcere Sanremo: aggressione tra detenuti, ferito agente Polizia Penitenziaria. Il SAPPE non ci stà. “Servono interventi urgenti e strutturali. Occorre un ripensamento complessivo della funzione della pena”

In breve: Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPe, per voce del segretario regionale della Liguria Vincenzo Tristaino dice : “Basta! Non se ne può più".

Resta alta la tensione nel carcere di Valle Armea a Sanremo, dove questa mattina si è verificato un grave atto di violenza. E il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPe, per voce del segretario regionale della Liguria Vincenzo Tristaino dice : “Basta! Non se ne può più. Una rissa tra detenuti è stata sedata dal coraggio e dalla professionalità dei poliziotti, intervenuti per separare i contendenti, ma un Agente è stato costretto a ricorrere alle cure ospedaliere.

Sanremo: aggressione tra detenuti, ferito agente Polizia Penitenziaria

“La situazione nelle carceri della Liguria, ed in quello di Sanremo in particolare, è critica, denuncia Tristaino: “ci si aspetta forse un gesto ancora più violento ed eclatante affinché qualcuno possa intervenire, dimenticando che chi opera all’interno degli istituti sono uomini e donne dello Stato che rischiano la vita ogni giorno per garantire la sicurezza in un carcere?”.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime solidarietà al poliziotto contuso a Sanremo ed è impietoso nella sua denuncia: “Siamo preoccupati dall’alto numero di eventi critici che si registrano ogni giorno nelle carceri: e siamo sconcertati dall’assenza di efficaci provvedimenti contro coloro che si rendono responsabili di queste inaccettabili violenze, anche perché questo determina quasi un effetto emulazione per gli altri ristretti violenti. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno. È per noi importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale ed è necessario intervenire con urgenza”.

Per Capece non c’è più tempo da perdere: “servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. La via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere: certo non indulti o amnistie”.

 

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