23 Dicembre 2024 11:06

23 Dicembre 2024 11:06

Istat: nella provincia di Imperia il livello di benessere più basso della Liguria e tra i peggiori nel Nord Italia / Il report

In breve: Il report presenta il profilo di benessere della regione e delle sue province sotto vari aspetti

La provincia di Imperia fanalino di coda della Liguria nel report “Bes dei territori” 2023, studio che valuta il benessere equo e sostenibile dei territori italiani, stilato dall’ISTAT.

Imperia risulta infatti la peggiore delle provincie della Liguria che, a sua volta, rispetto alla distribuzione nazionale, risulta a un livello di benessere inferiore rispetto al complesso delle regioni del Nord-ovest e prossimo a quello nazionale. Tra gli indicatori più svantaggiati figurano: istruzione e formazione, qualità dei servizi, tasso di emigrazione ospedaliera e ambiente.

Il sistema di indicatori BesT, riferiti alle province e città metropolitane italiane, che l’Istat diffonde annualmente dal 2018, comprende un ampio set delle misure del Benessere equo e sostenibile (Bes) e le integra con ulteriori indicatori di benessere in grado di cogliere le specificità locali. Nell’edizione 2023 gli indicatori sono in totale 70, distribuiti in 11 dei 12 domini del Bes.
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Il report presenta il profilo di benessere della regione e delle sue province sotto vari aspetti: la
posizione nel contesto nazionale ed europeo, i punti di forza, gli svantaggi, le disparità territoriali, le evoluzioni recenti. Queste letture, proposte annualmente, si completano con alcuni indicatori sul territorio, la popolazione, l’economia.

Istat: in Liguria il livello di benessere più basso del Nord-Ovest, a Imperia i dati peggiori

“In termini numerici – si legge nel report – nell’ultimo anno di riferimento dei dati, l’incidenza delle misure nelle fasce alta e medio-alta raggiunge in Liguria il 39,7 per cento (a fronte del 50,1 per cento del Nord-ovest e del 42,7 per cento dell’Italia). Considerando la sola classe alta il valore regionale (14,3 per cento) registra un gap di quasi dieci punti percentuali rispetto al livello della ripartizione (24,0 per cento) e di cinque punti rispetto a quello nazionale (19,3 per cento). Tuttavia il posizionamento nella classe bassa (9,4 per cento) risulta inferiore sia rispetto al Nord-ovest (12,3 per cento) sia al dato Italia (15,1 per cento), come pure quello delle classi bassa e medio-bassa conteggiate insieme (pari al 27,0 per cento, 28,2 per cento e 33,9 per cento rispettivamente in Liguria, Nord-ovest e Italia)”.

Considerando più nel dettaglio il nostro territorio, si legge che “la provincia più svantaggiata della regione è Imperia, che nell’ultimo anno si trova nelle due classi di coda della distribuzione nazionale per il 44,3 per cento degli indicatori. Quasi tutti gli indicatori del dominio Istruzione e formazione si attestano per questa provincia sui livelli peggiori della regione.

Nel dominio Qualità dei servizi la metà delle misure provinciali ricade nelle classi bassa e medio-bassa, soprattutto per i risultati modesti in termini di benessere di alcune province. Il tasso di emigrazione ospedaliera in altra regione è superiore alla media del Nord-ovest e a quella Italia in tutte le province.

Punti di debolezza emergono anche nel dominio Ambiente, segnalati in particolare dagli indicatori sulla
popolazione esposta ai rischi frane ed alluvione e da quelli sulla produzione e sulla raccolta differenziata dei rifiuti. Inferiore al valore medio nazionale in tutte le province anche la quota di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili”.

Per quanto riguarda le diseguaglianze territoriali, “i maggiori squilibri– si legge ancora – si osservano nel profilo della provincia di Imperia, caratterizzato da alte percentuali di indicatori nelle due classi estreme.

Nei domini Salute, Sicurezza e Qualità dei servizi oltre la metà degli indicatori evidenzia ampi divari tra la provincia con i risultati migliori e quella con i risultati peggiori. Invece, la distanza è minima per la maggior parte degli indicatori dei domini Lavoro e conciliazione dei tempi di vita e Politica e istituzioni”.

I risultati migliori

Nell’ultimo anno i livelli di benessere relativo maggiori si osservano nella città metropolitana di Genova che si distingue dalle altre province liguri per la quota maggiore di indicatori nelle classi di benessere alta e medio-alta (49,2 per cento) e la minore nelle classi bassa e medio-bassa (19,7 per cento).

Confrontando i domini, i risultati migliori si registrano in quello relativo al Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, dove il 4,2 per cento delle misure è nella classe di benessere alta, il 66,7 per cento nella medio- alta e nessuna provincia ligure rientra nella classe di coda della distribuzione nazionale. 

La Liguria tra le regioni Europee

La Liguria si colloca sopra la media europea per tre dei nove indicatori BesT disponibili per il confronto: Speranza di vita alla nascita e Mortalità infantile nel dominio Salute (34°e 97° posto su 234 regioni; anno 2021); Partecipazione elettorale nel dominio Politica e istituzioni (83° posto su 226 regioni per cui il dato è disponibile; anno 2019).

Tutti i restanti indicatori, nei domini Istruzione e formazione, Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, Ambiente e Innovazione, ricerca e creatività sono su livelli più bassi della media Ue27.

Le distanze sono piuttosto contenute per la partecipazione alla formazione continua, che nel 2022 fa rientrare la Liguria nella prima metà della graduatoria delle regioni europee.

Liguria: il territorio, la popolazione, l’economia

Il territorio ligure al 1° gennaio 2023, comprende 234 Comuni, 3 Province e una Città metropolitana. Il 47,2 per cento della popolazione vive in città e il 42,8 per cento in piccole città e sobborghi. Nelle aree interne, distanti dai centri di offerta di servizi essenziali, risiede solo il 13,4 per cento della popolazione (22,7 per cento la media-Italia).

Al 1° gennaio 2023 la popolazione regionale supera 1,5 milioni di abitanti e rappresenta il 2,6 per cento della popolazione italiana. La dinamica demografica resta nel complesso negativa (-1,5 per cento dal 1° gennaio 2020; -1,3 per cento la variazione a livello nazionale).

L’economia regionale mostra una spiccata vocazione nel terziario: gli occupati nel settore dei servizi sono l’80,7 per cento (73,3 per cento la media nazionale). Il valore aggiunto complessivo generato nel 2020 è di 40.953 milioni di euro correnti (26.913 euro per abitante), il 2,7 per cento del valore aggiunto nazionale.

I Report BesT sono disponibili alla pagina Il Bes dei Territori del sito web dell’Istat, dove è possibile accedere anche ai dati, ai metadati e agli strumenti di esplorazione e visualizzazione interattiva degli indicatori BesT.

  • Per scaricare il report completo relativo alla Liguria: clicca qui

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