Anche quest’anno il Partito Radicale si sta recando durante le feste presso gli istituti penitenziari di molte città accompagnato in questa occasione dai rappresentanti dell’Aiga (associazione italiana giovani avvocati): in Liguria il giro è iniziato da SANREMO (il 22-12) ed è continuato con MARASSI e il reparto detentivo dell’Ospedale San Martino (28-12), PONTEDECIMO (30-12) e si concluderà con la Casa di Reclusione di CHIAVARI (il 5-1).
Mercoledì 3-1 una delegazione composta da me, Eleonora Serrati e gli avvocati Federico Farina, Fabiana Negro e Andrea Morando ha visitato la Casa Circondariale di IMPERIA.
“Una importante novità dell’ultimo periodo è l’arrivo di nuovi Direttori che ha portato la nostra Regione ad essere coperta nei ruoli apicali in tutti gli Istituti come non avveniva da diversi anni, a Imperia la nuova Direttrice è la Dottoressa Caterina Tancredi, a lei avremmo voluto chiedere come intende operare nei prossimi mesi, ma purtroppo ieri era fuori sede e l’appuntamento è rinviato ad una prossima occasione .
Per ora abbiamo trovato l’istituto in condizioni simili alla scorsa estate: 68 detenuti presenti su 53 posti regolamentari, 43 sono stranieri, 35 hanno condanna definitiva, 35 sono anche i tossicodipendenti seguiti dal Ser.T. (3 in trattamento con farmaci sostitutivi), soltanto 2 detenuti in art. 21 (di cui uno interno) e 1 semilibero.
L’area sanitaria occupa sempre il medesimo spazio angusto e inadeguato, il progetto di spostarla negli spazi più ampi nel seminterrato è stato rinviato, non c’è copertura h 24 (ma la presenza del medico dalle 8 alle 20 è assicurata anche sabato e festivi diversamente da Pontedecimo), il dirigente medico è da qualche tempo in condivisione con Sanremo ed è la Dottoressa Manfredi, 5 i medici che si alternano, il dentista viene una volta alla settimana, lo psichiatra è quello del Ser.T. ed entra in istituto soltanto una volta al mese.
La carenza di spazi è come noto il problema peggiore: ai 3 piani detentivi non ce ne sono per la socialità, l’unica saletta è ricavata nel seminterrato, le celle (da 2 e da 4) non sono certo ampie e le prime per metratura sarebbero singole, i pannelli alle finestre delle celle tolgono luce e riproducono le situazioni delle vecchie bocche di lupo (oggi fuorilegge) di cui si intravede dall’esterno il profilo, non c’è un campetto, i due cortili sono piccoli e uno in questo periodo è chiuso per lavori; nelle celle il riscaldamento funziona bene, ma permane un problema di qualità dell’acqua che andrebbe affrontato e di odori sgradevoli (fognari) che filtrano dalle docce, le suppellettili sono vecchie e in cattivo stato.
Le celle sono aperte da mattina a sera al secondo piano (la sezione a trattamento intensificato), solo 4 ore (+3-4 eventuali di saletta socialità) al piano terra e al primo
L’area trattamentale ricavata anni fa nel sottotetto con biblioteca, aulette, una piccola palestra e un saloncino dove si fa teatro e si tengono proiezioni è l’unica che si visita volentieri, ma in una giornata in cui non ci sono operatori se ne notano meglio le dimensioni ridotte, è una risorsa importante e va dotata di un impianto di condizionamento d’aria (come si era già deciso di fare nel 2021) perchè d’estate è arroventata e diventa difficilmente utilizzabile.
L’altro grande problema che notiamo è la presenza di molti detenuti con condanna definitiva e pena residua breve che non riescono ad accedere a misure alternative per le condizioni di indigenza e la mancanza di una possibile residenza all’esterno; nasce da questa tendenza a far scontare la pena fin quasi all’ultimo in carcere piuttosto che da un aumento dei reati il ritorno al sovraffollamento (oltre 60.000 detenuti ormai per 47.000 posti più presunti che reali), servirebbero strutture di accoglienza e misure deflattive come la proposta di legge di Giachetti sulla liberazione anticipata per fronteggiarlo.
Spicca in negativo il dato dell’unico semilibero e di soltanto 2 articoli 21, qualche anno fa se ne contavano diversi di più .
L’area pedagogica (2 gli effettivi previsti) può contare stabilmente solo sulla Dottoressa Bonfà, è opportuno sia dotata anche di un secondo educatore.
La Casa Circondariale ha sempre avuto un buon rapporto con la città e vede un discreto numero di volontari e associazioni attive al suo interno, sarebbe utile incrementarlo per portare qualche attività lavorativa in carcere (gli unici locali atti ad ospitarne sembrano quelli del seminterrato) e promuovere progetti finalizzati a creare occasioni di lavoro esterno; ci sembra l’unico modo per migliorare la situazione di questo piccolo istituto .
A SANREMO ci eravamo recati venerdì 22-12, in una giornata festosa in cui l’istituto era visitato anche da Sant’Egidio e dal Garante Regionale Saracino, insieme a me facevano parte della delegazione gli avvocati Federico Farina, Camilla Poggio e Giovanni Ferrando.
Siamo stati ricevuti dalla Direttrice Cristina Marrè con cui ci siamo a lungo confrontati .
Erano 251 i presenti (su 223 posti regolamentare) dopo i recenti sfoltimenti (si era arrivati a 290 detenuti…), 151 sono stranieri, ben 197 hanno una condanna definitiva, 72 i tossicodipendenti, sono presenti 5 ergastolani (tutti ostativi), uno di loro ottantenne; nel personale di custodia sempre in attesa di essere colmate le carenze che riguardano ispettori e sovrintendenti.
Buone notizie sono l’arrivo di 2 mediatori culturali e 1 linguistico (figure che mancavano da anni nelle carceri liguri), il ritorno già da qualche tempo di un dentista (4 volte a settimana), il rinnovo dell’accordo con lo psichiatra (il Dottor Ardissone) con incremento a 25 ore settimanali della sua presenza in istituto, l’accertamento dei problemi di qualità dell’acqua con la disposizione di un intervento sulla valvola anticorrosione e sull’addolcitore che dovrebbe risolverli (di queste sapevamo già dalla risposta di Nordio all’interrogazione di Giachetti) e l’arrivo di alcuni nuovi progetti finanziati dalla Regione che coinvolgeranno tutti gli istituti (uno di questi riguarda il Padiglione C) e potrebbero portare a una maggior presenza di volontari e associazioni, ma il loro peso sarà da valutare fa qualche tempo .
Inevitabilmente abbiamo posto domande sulla vicenda di Alberto Scagni, sulla sua infelice collocazione in un cella da 4 (quando al Padiglione C sono quasi sempre da 2), sull’incauta scelta dei compagni di cella, sulla gestione della sorveglianza a vista e i tempi dell’intervento, non ricevendo risposte visto che l’inchiesta è in corso .
Ce ne siamo poste anche sulla scelta di trasferirlo visto che correva rischi di incolumità in un istituto e un reparto che aveva già visto altri episodi gravi, ma qui è l’Amministrazione che dovrebbe dare spiegazioni .
Quello che abbiamo ricavato visitando il reparto è che il giorno precedente c’era già stata una lite in cella e che questo segnale non era stato colto, l’arrivo degli agenti dopo l’allarme dato dai detenuti pare sia stato molto rapido, ma lunghissima l’attesa di un ordine di intervenire, circa 4 ore in cui Scagni è rimasto inerme in balia dei suoi seviziatori .
Ora dal regime aperto si è passati alla chiusura a regime ordinario (4 ore di aria + 3-4 in saletta socialità), ma non era l’apertura a creare il problema, bensì il fatto che ai due piani detentivi non vi fosse alcuna presenza di agenti durante il giorno ed era stato lamentato molte volte dai detenuti stessi .
Sempre da loro (anche negli altri reparti) viene segnalata una situazione ancora tesa dopo la recente rissa tra italiani e stranieri che ha visto una ventina di detenuti finire al pronto soccorso, ci sembrano situazioni su cui vigilare per recuperare il controllo dell’istituto ed evitare nuovi episodi .
Riguardo invece l’incremento delle opportunità di lavoro (interne ed esterne) e dell’attività trattamentale che potrebbero finalmente cambiare il volto di Sanremo e migliorare la situazione a Imperia c’è molto da fare e a nostro avviso l’istituzione della figura di un Garante locale (in particolare a Sanremo) sarebbe di grande e determinante aiuto .
La Spezia sta per dotarsene, la Regione Liguria e il Comune di Genova lo hanno fatto già nel 2022 con buoni risultati, potrebbe essere una grande opportunità per Sanremo Valle Armea se la politica locale saprà coglierla”.
C.S.