8 Gennaio 2025 13:51

Imperia: carcere, il sopralluogo del Partito Radicale. “Mancanza di spazi e scarsa luminosità degli ambienti”

In breve: Una delegazione del Partito Radicale come consuetudine durante le Festività ha visitato gli istituti penitenziari della nostra Regione

Una delegazione del Partito Radicale come consuetudine durante le Festività ha visitato gli istituti penitenziari della nostra Regione.

La nota del Partito Radicale sugli istituti penitenziari liguri

Spiega in una nota il Partito Radicale: “Ci siamo recati a SANREMO venerdì 3-1, IMPERIA lunedì 30-12, PONTEDECIMO il 27-12 e MARASSI il 28-12; alle visite hanno partecipato Stefano Petrella, Deborah Cianfanelli, Angelo Chiavarini, Luca Robustelli ed Eleonora Serrati.

Sempre difficile la situazione nella Casa Circondariale di SANREMO dove ci hanno ricevuti con cortesia e disponibilità la Comandante Nadia Giordano e l’educatrice Giuseppina Palumbo.

272 i detenuti presenti (su 221 posti di capienza regolamentare), 213 hanno almeno una condanna definitiva, 9 gli ergastolani, 4 i semiliberi e i detenuti in art.21 (lavoro esterno), 172 gli stranieri (il 63%) in calo negli altri istituti, ma non qui . 5 gli educatori (su 5 previsti), ma i due mediatori (uno culturale e un altro linguistico) e 3 psicologhe dal 31-12 hanno cessato l’attività, in attesa che la Regione torni a garantire il finanziamento necessario.

Le carenze più gravi sono quelle del personale di custodia con soli 148 agenti presenti sui 202 previsti, 3 gli ispettori e i sovrintendenti (al posto dei 18 e 21 che prevede la pianta organica).

La realtà è che Sanremo è da anni un istituto abbandonato al suo destino e continua a essere interessato da una micro-conflittualità diffusa e deleteria con episodi di aggressioni (anche al personale medico) e danneggiamenti che si ripetono con troppa frequenza e stanno portando sempre più operatori a chiedere il trasferimento o abbandonare il servizio. 

L’episodio più grave sono stati i disordini avvenuti in terza sezione lo scorso 10-9 (non ancora del tutto riparati i danni, in particolare all’impianto di video sorveglianza) con successiva assenza per malattia di 50 – 60 agenti (alcuni non più tornati in servizio) e l’obbligo per gli altri di sopportare un carico di ore di straordinario insostenibile per mantenere l’istituto in sicurezza. 

In diversi casi si tratta di gesti di disperazione o esasperazione da parte dei detenuti, in altri dei normali episodi di prepotenza e prevaricazione che accadono in ogni carcere, ma per gestirli occorre disporre di personale in numero adeguato e a Sanremo in pochi vogliono andare, l’amministrazione dovrebbe inviare personale qualificato e fornire se necessario incentivi economici o riconoscerne lo status di “sede disagiata” che li garantirebbe .

La visita si è limitata a nuovi giunti – isolamento- area medica – prima sezione e padiglione C , ma dovunque abbiamo trovato detenuti con fine pena relativamente prossimo che non possono o  riescono ad accedere alle misure alternative, stranieri che non possono ottenerle perché non hanno dove andare e detenuti trasferite per le ragioni più varie (e non di rado senza) da altre regioni dove hanno i propri familiari che chiedono di tornarvi per ragioni di riavvicinamento. 

L’agente che ci accompagna è purtroppo tra quelli che hanno scelto di andarsene dopo avere subito una aggressione, ci fa notare come nell’attuale situazione la presenza di un solo agente per piano non sia sufficiente a garantire l’ordine e ne sarebbero necessari due .

Il caso più grave che incontriamo è quello in prima sezione di Salem M. che prima di essere arrestato è caduto rovinosamente da un muraglione ed è stato operato alla colonna vertebrale, gli hanno messo delle placche, ma non si regge in piede e a fatica riesce a stare seduto, non parla italiano e non ha parenti, non può rimanere in carcere e ha chiaramente bisogno di cure ospedaliere o di una struttura che lo assista, il medico stesso del carcere ha chiesto per lui il differimento della pena, lo segnaliamo al Tribunale di Sorveglianza e al DAP per la sua assoluta urgenza.

Merita invece di essere segnalato per il suo generoso impegno l’anarchico Luca Dolce, che avevamo già incontrato ad agosto e trascorre gran parte del suo tempo ad aiutare gli altri detenuti, a scrivere istanze e segnalare le persone in difficoltà .

A Sanremo servono più di tutto progetti per il lavoro (non bastano certo i 4 posti della Coop. Art. 27) che forniscano occasioni di reinserimento a fine pena, una ragionevolealternativa all’ozio forzato e un incentivo a comportamenti più ragionevoli, un buon aiuto per superare l’isolamento di cui soffre potrebbe essere l’istituzione di un Garante Comunale promessa in tempo breve dal Sindaco Mager, ci auguriamo davvero che voglia rispettare questo impegno

A Imperia sono 63 i presenti (su 53 posti), 29 gli stranieri, 35 i definitivi, 2 i semiliberi e 3 gli art. 21 (solo uno esterno).

E’ difficile dire quanto sia cambiata la situazione in assenza della Direttrice che avrebbe potuto illustrarcelo; il clima era tranquillo, ma in una giornata di cielo coperto e in assenza di attività trattamentali la struttura mostra bene i suoi difetti, che sono la mancanza di spazi e la scarsa luminosità degli ambienti dovuta ai pannelli esterni. 

Spazi per il lavoro non ce ne sono proprio, ma il vano seminterrato (l’ex-isolamento) da ristrutturare ne offrirebbe l’opportunità, converrebbe prenderla in considerazione.

Il lavoro esterno è l’altra via percorribile per offrire opportunità di reinserimento, potrebbero fornirle i Comuni o altre realtà presenti sul territorio, a Genova è felicemente avvenuto per l’assistenza disabili in spiaggia e attività di ristorazione, qualcosa di simile è certamente possibile anche ad Imperia. 

Anche qui abbiamo incontrato detenuti che si sono visti revocare per futili motivi misure alternative o hanno breve pena residua, ma non le ottengono perché non hanno in posto dove andare, un ragazzo marocchino ci ha mostrato con orgoglio i tre encomi ricevuti in un istituto del Piemonte per il salvataggio sul tetto di un altro detenuto che non gli sono valsi però finora nessun aiuto, avrebbe bisogno di una comunità o di una struttura di accoglienza e merita di trovarla.  Brilla purtroppo per la sua assenza il Magistrato di Sorveglianza che non ha mai visitato Sanremo e Imperia nell’intero 2024.

Più serena la situazione a PONTEDECIMO dove sono 138 i detenuti (65 le donne) su 96 posti di capienza, in genere sono sui 160, ma il piano terra maschile è stato sfollato per quanto accaduto giorni fa; ancora nessun semilibero e 6 gli art. 21 (solo uno esterno), il regime di apertura da mattina a sera delle celle in 2 piani su 3 al maschile e al femminile rende più vivibile questo istituto.

Principale problema resta l’assistenza sanitaria al livello più basso tra gli istituti liguri: il medico non è presente dalla 14 del sabato alle 8 del lunedì, lo psichiatra fa accesso una volta a settimana per due ore, il dentista solo due volte al mese.  Una recente interrogazione di Giachetti chiede siano affrontati questi problemi e nominato un nuovo Dirigente Medico, visto che l’attuale è il responsabile del Centro Clinico di Marassi e non è quasi mai presente.

Un altro sono gli spazi per il lavoro e l’attività trattamentale assolutamente insufficienti, ma Pontedecimo dispone di una amplissima area esterna, di un campetto di calcio (mai utilizzato dai detenuti) e di fabbricati che potrebbero ospitarli se finalmente si vorrà porre mano ad una ristrutturazione progettata fin dai tempi della sua apertura. 

A MARASSI siamo stati in una giornata felice in cui si svolgeva il pranzo organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio.

677 i detenuti su 450 posti regolamentari (che l’amministrazione ha da qualche tempo elevato a 546 senza che mq e numero delle celle siano aumentati…), 364 gli stranieri, 341 i definitivi, 18 i semiliberi e 16 gli art, 21 (solo due esterni), 12 i detenuti presenti nella nuova sezione del Polo Universitario.

Anche qui a mancare clamorosamente è il lavoro interno, il panificio è stato chiuso, la falegnameria non ancora riaperta, di fatto nonostante i molti progetti al momento un solo detenuto lavora per datore esterno (il custode del Teatro dell’Arca) .

L’istituto è stato interessato da tragici episodi nel 2024: 4 i suicidi, 2 le morti per cause da accertare.  Molto seri nonostante la presenza del Centro Clinico i problemi dell’assistenza sanitaria, certamente aggravati dall’afflusso costante di soggetti problematici da altri istituti, ma sono molti i detenuti affetti da gravi patologie non ospitati nel Centro Clinico e l’interpretazione ruvida e scostante del proprio ruolo da parte del Dirigente Medico lascia perplessi riguardo la sua capacità di garantire con imparzialità la salute dei detenuti, dovrebbe essere lui stesso a comprendere che deve modificarla . 

In conclusione parlano da soli i 90 suicidi, i 156 decessi di detenuti morti per altre cause e i 7 suicidi di agenti registrati nel 2024, il numero più alto di sempre.

La situazione è ingestibile e rischia di peggiorare con un ulteriore aumento di presenze, non resta altra possibilità per riportare nel rispetto della legalità e della Costituzione le Carceri – come chiedeva nel suo discorso di fine anno il Presidente Mattarella – che un provvedimento di AMNISTIA, accogliendo l’invito di Papa Francesco rivolto in occasione dell’apertura dell’Anno Santo a Rebibbia e prestando ascolto a quanto fino al 2016 non si stancava di chiedere Marco Pannella“.  

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