È morto nella notte a Genova l’imperiese Raimondo Ricci, 92 anni, ex presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Partigiani (dal 1969 al 2011), ex parlamentare per due legislature, a partire dal 1976, tra le fila del Partito Comunista Italiano e ex presidente dell’Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea.
Nato a Imperia nel 1921, fu deportato nel campo di concentramento di Mathausen. Un’esperienza che lo segnò profondamente nel proseguo della vita. “Si entrava in un mondo capovolto, dove l’unica certezza era l’annullamento dell’umanità” raccontó Ricci in un’intervista concessa in occasione del suo novantesimo compleanno.
“Se ne va una figura centrale per l’Anpi e per l’Istituto Storico della Resistenza – racconta Ezio Lavezzi, presidente dell’Anpi di Imperia – Non lo vedevo da più di un anno. Ricordo con commozione i suoi interventi in occasione del ricordo della battaglia di Montegrande. Da sempre coinvolto nelle organizzazioni antifasciste, ancora prima della lotta partigiana, era sempre pronto a partecipare, anche quando i problemi alla vista lo avevano limitato. Se ne va una grande persona“.
IL RICORDO DI FELICE CASCIONE
“La provincia di Imperia è stata la provincia che ha partecipato fortemente alla lotta di resistenza: vi furono i primi morti, i primi combattimenti e nel febbraio del 1944 avemmo la notizia del combattimento di Alto, sopra ad Albenga, in cui fu coinvolto uno dei nostri più bravi, più valorosi e prestigiosi comandanti, Felice Cascione, che diede poi il nome ad una divisione garibaldina, la divisione Cascione. Ebbi notizia in carcere di questo combattimento con i tedeschi appoggiati da armati appartenenti alla Repubblica di Salò e dell’uccisione di Felice Cascione, un medico, un giovane medico di qualche anno più vecchio di me. Era un giovane particolarmente prestigioso, un grande sportivo, una grande figura anche morale nella resistenza imperiese e nazionale e quindi questo fu motivo di profonda amarezza e di profondo dolore”.
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