25 Dicembre 2024 14:45

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DDL BUONA SCUOLA. LUCA PASTORINO: “ECCO I MOTIVI DEL NO AD UNA RIFORMA CHE DANNEGGIA LA SCUOLA PUBBLICA” /I DETTAGLI

In breve: "Caro Matteo, non è vero che stai mettendo la scuola al centro. È vero, se mai, che la tua non è affatto una scuola di centro sinistra". Luca Pastorino, interviene così dopo il voto contrario espresso sul DDL Buona Scuona approvato oggi alla Camera.

luca pastorino

“Caro Matteo, non è vero che stai mettendo la scuola al centro. È vero, se mai, che la tua non è affatto una scuola di centro sinistra”. Luca Pastorino, candidato alla presidenza della Regione Liguria, interviene così dopo il voto contrario espresso sul DDL Buona Scuola approvato oggi alla Camera.

“Si tratta – aggiunge Pastorino in una lettera aperta indirizzata a Matteo Renzi – di un disegno di legge che prevede il licenziamento effettivo di migliaia di docenti abilitati. Una scuola i cui insegnanti vengono reclutati dai presidi, che trasforma la direzione in un ring, cancellando con un colpo di spugna anni di sacrifici fatti per scalare le graduatorie”.

“Crediamo – aggiunge Pastorino – che la cosa più urgente da fare sia valorizzare la scuola pubblica, con azioni precise. L’abolizione delle “classi pollaio”, attraverso il pensionamento dei docenti più anziani, l’imposizione del numero limite di 20 alunni per classe e la conseguente assunzione di docenti abilitati. L’abolizione dei diplomifici e un chiarimento sugli obiettivi del Governo, dopo l’approvazione dell’emendamento inserito nella riforma che prevede 200 milioni di investimento a titolo di sgravi fiscali per le famiglie che scelgono di iscrivere i propri figli nelle scuole paritarie. Serve poi concentrarsi sull’eliminazione della burocrazia. Che sia cartacea oppure on line, i docenti italiani sono oberati di attività burocratiche inutili, dispendiose e quasi sempre non retribuite”.

“Modalità valutative arbitrarie dei docenti – conclude Pastorino – già abilitati tramite la scuola di specializzazione all’insegnamento secondario e i tirocini formativi attivi, creano un’ingiusta distinzione fra insegnanti di serie A e di serie B.
Questo è il motivo per cui i docenti in piazza sono tanti: perché devono essere i titoli e il merito a stabilire la graduatoria, non l’arbitrio dei presidi. Quella che vogliamo non è una scuola di sinistra e neppure politicizzata ma libera, democratica e pubblica”.

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