24 Dicembre 2024 17:14

24 Dicembre 2024 17:14

CESIO E LA VITA DI “ANGEIN” CONQUISTANO LA GIURIA DEL GENOVA FILM FESTIVAL. PRIMO PREMIO AL DOCUMENTARIO DI NATTA E DEL GROSSO/IL VIDEO

In breve: Intervistato da Fabio Natta, presidente della Provincia e Sindaco di Cesio, Angein racconta la sua storia e quella di Cesio, dall'arrivo dell'acqua nel 1921, a quello della luce nel 1940. I primi giornali ("in due erano abbonati al giornale di Genova"), la vita in...

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L’entroterra di Imperia, la sua storia e i suoi abitanti conquistano Il Genova Film Festival. Il documentario  “Cesio, il paese di Angein”  di Alessandro Coojo del Grosso (musiche di Dario Moroldo, hanno collaborato anche Piero Barla e Chiara Barla), infatti, ha vinto il premio “Obiettivo Liguria”. Il soggetto del cortometraggio è di Fabio Natta, Sindaco di Cesio e presidente della Provincia di Imperia. Una grazia discreta tra le giovani rughe di un uomo, di una donna, di un popolo che conosce la pazienza per far crescere una pianta e dona senso di pace e di futuro, così è stato descritto il lavoro di Del Grosso dalla giuria del Genova Film Festival.

Il documentario “Il paese di Angein” racconta la storia di Angein che, a 95 anni, ancora guida l’ape e va in campagna. Tra le rughe del suo viso c’è la storia di un paese, Cesio, oggi “diverso dalla notte al giorno” rispetto al passato.

Intervistato da Fabio Natta, presidente della Provincia e Sindaco di Cesio, Angein racconta la sua storia e quella di Cesio, dall’arrivo dell’acqua nel 1921, a quello della luce nel 1940. I primi giornali (“in due erano abbonati al giornale di Genova”), la vita in campagna (“ho iniziato quando avevo 6-7 anni”) e la mietitura del grano.

E poi la guerra, triste ricordo per Angein che nel secondo conflitto mondiale ha perso il fratello, nel 1942, in Russia. “Ero in linea a Pes, Francia, sono stato più fortunato di altri– racconta – L’8 settembre? Ero ad Albenga, quando sono tornato in paese era successo il patatrac”.

Un viaggio nel passato che prosegue attraverso i giochi di un tempo, la pallapugno e le carte all’osteria (“tressette, scopa e quindici”), e il pasto del giovedì santo, cui partecipavano “tutti quelli del paese, non venivano esteri”. Un documentario delicato nella sua semplicità, che si conclude con una riflessione di Angein sul mondo di oggi. “Il mondo di una volta? Stavamo al mondo perché c’era posto. Sebbene sia cattivo, è meglio il mondo di oggi, però la gente una volta era più unita”.

ECCO IL DOCUMENTARIO

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