Mancato rinnovo del contratto di lavoro e eliminazione delle clausole sociali a tutela dei lavoratori. Questi i motivi che hanno portato i sindacati, Cgil, Cisl, Uil e Fiadel, l’intero comparto provinciale del settore igiene ambientale a proclamare uno sciopero generale per la giornata di lunedì 30 maggio.
Nel dettaglio, un corteo partirà lunedì mattina da piazza Ulisse Calvi per raggiungere la Prefettura. Una delegazione incontrerà poi il Prefetto Silvana Tizzano per consegnare un documento con i motivi della protesta e la richiesta di convocazione di un tavolo di trattativa con la Fise Assoambiente.
I MOTIVI DELLA PROTESTA
Mancano pochi giorni allo sciopero di tutto il comparto dell’igiene ambientale e il lavoro d’informazione dei lavoratori e delle lavoratrici, negli attivi territoriali e nelle centinaia di assemblee in tutto il Paese, procede speditamente.
In questa situazione di conflitto radicato è indispensabile avere il massimo contatto con la nostra gente più di quanto quotidianamente accade in ogni azienda. Occorre spiegare con chiarezza le ragioni dello sciopero ma, soprattutto, il pesante attacco che le imprese vogliono sferrare alla libertà e alla democrazia nei luoghi di lavoro.
Oramai la “maschera” è caduta: il vero obiettivo non è migliorare e far crescere il settore nella misura che raccontano nei convegni e nei patinati documenti ma è, meramente, impoverire il lavoro in ogni misura ed eliminare la rappresentanza e la partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici alla vita aziendale, allontanando gli stessi dalle tutele e dai diritti.
In questi giorni ne abbiamo avuta la controprova, qualora ce ne fosse stato bisogno, attraverso dei gravi tentativi. Hanno contestato il diritto allo sciopero, i servizi minimi essenziali in caso di sciopero, il diritto di assemblea e finanche le Amministrazioni comunali proprietarie delle stesse imprese.
Noi abbiamo registrato il forte interesse dell’ANCI – anche attraverso il suo Presidente – a farsi da garante in questo difficile momento ma, a oggi, nonostante la nostra assoluta disponibilità, le Associazioni datoriali non hanno in nessun modo risposto agli inviti più volte reiterati dalle proprietà.
Si preferito invocare un intervento regolatorio della Commissione di Garanzia per lo Sciopero che, come arbitro, avrebbe dovuto penalizzare il Sindacato e i lavoratori a vantaggio delle imprese, piuttosto che ascoltare le proprietà locali che di questo servizio hanno l’obbligo di rispondere ai cittadini. Ora sta alla mobilitazione generale rimuovere i macigni pretestuosi che sono stati posti davanti al comparto, alle quasi 90.000 famiglie che di questo vivono e ai cittadini che avranno un danno per la forzata cocciutaggine delle imprese miopi.
Nel frattempo, in moltissime assemblee, attraverso gli ordini del giorno e i molti interventi, s’invocano ulteriori giornate di sciopero da proclamare entro l’estate. Ovviamente ogni decisione sarà presa dopo il 30 maggio, considerando che lo sciopero di lunedì prossimo è solo il punto di partenza. Dobbiamo fermare chi vuole i lavoratori precari, in appalto alle mille cooperative che quotidianamente brucano intorno alle logiche della finanza aziendale che vuole per se solo la parte “ricca” del ciclo e lasciare alle stesse cooperative la parte “povera”, ancor più impoverita dal mancato rinnovo del contratto nazionale scaduto da oltre 28 mesi.
D’altronde si sapeva: il lavoro per le imprese alla fine è solo merce di scambio. Intensificate le assemblee per preparare al meglio lo sciopero, raccontando ai lavoratori – anche ai pochissimi pervasi dal qualunquismo – che la mobilitazione può dare loro la dignità che qualcuno vuole negare. Raccontate ai Sindaci e alle forze politiche locali del nostro progetto e, in modo esplicito e concreto, parlate della determinazione e della rabbia dei lavoratori che, quotidianamente garantiscono decoro e tutela ambientale, seppur senza aumenti economici da anni e senza garanzie sul proprio futuro.
Fate partecipare in massa tutti i lavoratori ai tanti presidi Regionali (lunedì pubblicate le foto degli stessi che recapiteremo a chi non vuol sentire) anche spiegando che in questo modo stiamo investendo sul nostro futuro e in quello delle città che serviamo. Pesa sicuramente perdere una giornata di retribuzione ma statene certi: è molto più dignitoso partecipare a questi momenti piuttosto che invocare – come molte imprese fanno – i sacrifici degli altri senza mostrare coraggio, coerenza e, soprattutto, senza perdere nulla dalla propria tasca.