Superata la drammatica situazione di violenza in cui viveva, è riuscita a risollevarsi e ora si dedica ad aiutare le altre donne che vivono la stessa esperienza. È la storia di una donna, vittima per anni di soprusi psicologici e fisici da parte del marito, che è riuscita ad andare oltre le difficoltà e ora svolge un’attività di volontariato attraverso il gruppo “Le Perle Viola” dell’Associazione S.I.A.M.A., in collaborazione con il Centro Provinciale Antiviolenza, per offrire supporto alle altre donne che come lei hanno subito o subiscono maltrattamenti e violenze.
ImperiaPost l’ha incontrata per ascoltare la sua storia, senza rivelare la sua identità, per ovvi motivi di tutela della privacy.
L’INIZIO DELLA VIOLENZA
“Non è facile per una donna chiedere aiuto – racconta – Entra in gioco la paura, per sé e per i propri figli, ma anche la vergogna di raccontare la verità, di ammettere di avere accanto un uomo violento, di subire violenze e di non sapere come affrontarle. Io ho avuto un marito alcolista e violento. L’ho scoperto il primo giorno del nostro matrimonio, prima non l’ho mai sospettato. Da lì a poco sono iniziati gli episodi di violenza, che si sono protratti per anni. Ogni mattina lui si svegliava e mi baciava, dicendomi che non sarebbe mai più successo. Molti mi hanno chiesto “Perchè non sei scappata subito?”, e io rispondo che purtroppo si ha sempre l’illusione di poter cambiare una persona, ma non c’è niente di più sbagliato. Tornassi indietro penserei a me stessa, lasciando perdere la vergogna di ammettere davanti alla mia famiglia di aver sposato un violento alcolista, e avrei pensato a salvare prima di tutto me. Invece gli anni sono passati, ed è subentrata la paura per l’incolumità dei miei figli.
IL MOMENTO IN CUI HA RAGGIUNTO IL GRADO MASSIMO DI SOPPORTAZIONE
Ogni persona ha un diverso grado di sopportazione – continua – Al momento in cui si arriva a non sopportare più il dolore si scoppia, e si agisce. Per me quel momento è stato quando ho avuto paura per i miei figli. Per anni ogni sera nascondevo gli oggetti taglienti e i coltelli sotto il lavandino, inizialmente lo facevo per timore che lui potesse usarli contro di me, ma poi ho realizzato che sarei potuta essere io a usarli contro di lui, e così li nascondevo per paura di cedere alla tentazione, e rischiare di finire in carcere e perdere per sempre i miei figli. Quando ho realizzato di trovarmi in una situazione così pericolosa mi sono rivolta al Centro famiglia, e purtroppo a quei tempi, circa 20 anni fa, le leggi erano diverse e non si poteva fare molto senza reali accuse documentabili. Così mi hanno consigliato di aspettare, perchè al momento giusto avrei potuto agire. Se invece fossi scappata con i miei figli, avrei rischiato di essere giudicata una madre irresponsabile e incapace, e avrei rischiato di perderli. È stata dura aspettare.
Ho dormito per anni nel letto con lui, girata su un fianco, coprendomi la faccia con le braccia, per evitare che mi colpisse sul volto, lasciando scoperti i fianchi, perchè volevo evitare di avere lividi visibili, per non avere gli occhi della gente addosso. Ho atteso molto, ma quel momento è arrivato. Un giorno hanno bussato la porta i Carabinieri, e hanno arrestato mio marito per un’aggressione che aveva fatto in un bar mentre era ubriaco. Da quel momento, io non l’ho più visto, ho subito chiesto il divorzio e l’affidamento dei figli, che ho ottenuto. Sono 16 anni che non lo vedo.
IL VOLONTARIATO CON “LE PERLE VIOLA”
Il gruppo di Auto Mutuo Aiuto “Le Perle Viola” si chiama così perchè abbiamo preso spunto dalle perle, nascoste e protette dentro una conchiglia, e dalla violenza che si usa per aprirle. Le donne che formano questo spazio di incontro sono tutte persone che hanno avuto un’esperienza di violenza, e nessuno meglio di loro può avvicinarsi a chi sta attraversando un momento così critico.
Quando ci si trova in questi momenti, non ci si fida di nessuno – conclude – ma sentendo raccontare altre donne dello stesso problema, inizi anche tu a raccontare. Impari a non vergognarti, a superare la paura, ad avere fiducia in te stessa. Capisci finalmente che non sei sola. Io sono stata una delle prime volontarie del centro e ogni giorno aiuto le donne che si rivolgono a noi a rompere il silenzio, a sfogarsi e a superare la vergogna”.
A cura di Gaia Ammirati