Sono stati necessari due anni di indagine alla Squadra mobile di Cremona per bloccare un’organizzazione di trafficanti di esseri umani che operava a livello internazionale.
Gli arresti sono stati 18 (34 in tutto le misure di custodia cautelare) e hanno interessato le province di Milano, Imperia, Genova, Reggio Emilia, Torino, Varese, Mantova, Pistoia, Reggio Calabria e Catania e la frontiera di Ventimiglia.
I poliziotti hanno scoperto un’ampia e ramificata associazione criminale che, a fronte di pagamenti, facilitava l’ingresso di cittadini extracomunitari provenienti dalla Siria, dall’Egitto, dall’Eritrea e dal Sudan.
L’organizzazione, che agiva per lo più tra Ventimiglia e Nizza, aveva base a Milano ed era composta da cittadini egiziani e maghrebini, afghani, sudanesi, albanesi, molti dei quali in possesso di un regolare permesso di soggiorno, ed in misura minore da cittadini romeni e italiani.
Al suo interno i ruoli erano ben definiti: al vertice vi erano dei cittadini egiziani che gestivano, sia mediante una fitta rete di contatti diretti con trafficanti che con la complicità di un altro appartenente al gruppo criminale residente a Catania, a sua volta in contatto con scafisti e trafficanti provenienti dal nord Africa, il traffico di clandestini provenienti principalmente dalla Siria e diretti nel nord Europa.
Grazie proprio ai contatti con gli scafisti, infatti, i membri dell’organizzazione riuscivano a sapere degli sbarchi che sarebbero avvenuti sulle coste siciliane o pugliesi, dopodiché indirizzavano i profughi verso la città di Milano; città che i profughi raggiungevano mediante pullman, treni o nell’ambito dei trasporti organizzati per la loro collocazione presso le strutture d’accoglienza. Una volta giunti a Milano gli stranieri venivano agganciati alla stazione Centrale e nelle vicinanze delle strutture d’accoglienza per organizzare i viaggi finalizzati all’attraversamento della frontiera italiana per raggiungere le desiderate mete del nord Europa.
In alcuni casi le persone arrivate in Italia clandestinamente contattavano direttamente i membri dell’organizzazione per ricevere istruzioni su come muoversi e cosa fare. Una volta terminate le trattative, le persone venivano accompagnate verso la frontiera di Ventimiglia dove venivano raggruppate e nascoste in attesa della predisposizione dei mezzi di trasporto necessari all’attraversamento della frontiera. I viaggi avvenivano quasi sempre di notte tramite una vasta rete di “passeur”, con auto, furgoni, camion all’interno dei quali i migranti spesso venivano stipati come “merce” da trasporto, all’interno di casse di legno o di bagagliai di autovetture, o, in quantità impressionanti, anche decine, stipati in piccoli furgoni.
Quasi sempre gli “accompagnatori” utilizzavano percorsi collaudati e ben conosciuti e, nei casi in cui veniva utilizzato il treno per il trasporto, si guardavano bene dal viaggiare con i migranti, ma occupavano carrozze diverse per non essere controllati in loro compagnia.
Nel corso delle indagini sono stati svolti anche servizi di appostamento svolti dalla Squadra mobile di Cremona con la collaborazione della Polizia di frontiera di Ventimiglia, della Squadra mobile di Imperia e anche, in diverse occasioni, in collaborazione con la Polizia francese. Tali servizi hanno permesso di arrestare passeur, fermati mentre cercavano di far entrare illegalmente in Francia decine di immigrati.
I dettagli dell’operazione della Polizia nell’imperiese verranno resi noti nel corso di una conferenza stampa indetta nel pomeriggio nel capoluogo ligure.