Nasce “MusicaPost”, la nuova rubrica di ImperiaPost in collaborazione con il discografico imperiese di fama internazionale Stefano Senardi.
Si tratta di uno spazio in cui Senardi presenterà una proposta musicale ai lettori, attraverso una “lezione” di ascolto della musica, scoprendo i retroscena, la storia e le leggende che si nascondono dietro i brani e gli artisti che li creano, sfruttando la grande esperienza del nostro concittadino.
Per la prima puntata della nuova rubrica Stefano Senardi ha scelto di non parlare di un solo artista, ma di un intero periodo che, esattamente mezzo secolo fa, ha segnato un’epoca, lasciando un’eredità con la quale ancora oggi ci confrontiamo.
Sono passati esattamente 50 anni dalla “Summer of Love” di San Francisco, l’estate del 1967 che cambiò per sempre la storia della musica, ma non solo. Gli ideali e i movimenti di tolleranza, indipendenza ed emancipazione, da qual momento, non sono più rimasti nascosti e hanno avviato un cambiamento nel modo di pensare di intere generazioni.
“Potrebbe essere un buon compito delle vacanze – afferma Senardi – ascoltare questi album durante questa estate 2017 per celebrare il 50esimo anniversario di una “rivoluzione musicale”. Credo che la musica vera, che sia pop, rock, classica o jazz, non sia mai avulsa dall’ambiente e dagli avvenimenti storici”.
SUMMER OF LOVE
“In soli 2 mesi, giugno e luglio del 1967, sulle colline di San Francisco, si è celebrata quella che chiamano “Summer of Love”, ossia “Estate dell’amore”, che generò un effetto valanga incredibile. Una serie di benefici di cui ancora abbiamo gli effetti, sia dal punto di vista culturale e politico sia dal punto di vista musicale. Le compagini delle forze progressiste per la prima volta in quell’occasione si sono unite. Il tutto è nato un po’ dalla fine del sogno americano e il fallimento della Guerra del Vietnam.
Si parlava di emancipazione della vita sessuale, indipendenza delle donne, movimenti per diritti civili e, anche, di liberalizzazione delle droghe. Molti artisti, infatti, facevano uso di droghe psichedeliche e proprio dall’insieme di tutti questi elementi nasce il “Rock psichedelico”. È stato il momento in cui il rock moderno è stato consacrato ed è diventato il mezzo di diffusione dei giovani progressisti di tutto il mondo. Non ci sarebbe stato il ’68, non ci sarebbero stati i movimenti femministi, i discorsi di tolleranza ed emancipazione. Intorno a quell’estate famosa ruota tutto questo”.
MONTEREY POP FESTIVAL
“Prima dell’inizio effettivo della Summer of Love, nel mese di giugno si celebrò il primo grande momento fondamentale della musica rock: il festival di Monterey Pop. Su quel palco si alternarono alcuni dei musicisti più rappresentativi della storia della musica, come Janis Joplin, Grateful Dad, The Who e Jimi Hendrix”.
JIMI HENDRIX E LA CHITARRA INFUOCATA
“L’ultima serata del Monterey Pop, il 18 giugno 1967, dopo l’esibizione di molti altri artisti, toccava a Jim Hendrix e quello che fece rimase nella storia del rock per sempre. Era diventato ormai usuale spaccare la chitarra alla fine dei concerti e, quella sera, Jimi Hendrix e Pete Townshend degli Who avevano entrambi intenzione di farlo. Per questo motivo si racconta che si giocarono con una monetina chi dovesse esibirsi per primo. La sorte scelse Pete e, così, Jimi Hendrix, per rendere la sua esibizione ancora più eclatante dopo quella del suo collega, decise addirittura di dare fuoco alla sua chitarra, la sua Fender Stratocaster”.
GLI ARTISTI CHE SEGNARONO UN’EPOCA
“Sui palchi di “Summer of Love” si sono alternati artisti di ogni tipo. La colonna sonora di quei 2 mesi a San Francisco è stata la canzone di Scott McKenzie, scritta da John Philips, “San Francisco (Be Sure to Wear Flowers in Your Hair)”, tradotto: “assicurati di avere fiori nei tuoi capelli”, che riassume appunto il clima di festa “hippie”. In quel periodo uscirono diversi album di artisti che segnarono una svolta.
Iniziamo dal primo album dei Velvet Underground, intitolato proprio “Velvet Underground”, registrato in soli 3 giorni. L’album è nato nella factory di Andy Warhol, che ha disegnato la famosa copertina con la banana. Appena uscì vendette pochissimo, circa 10 mila copie, che per quei tempi era un numero davvero basso, ma, come recita una famosa battuta di Brian Eno, “tutti quelli che lo comprarono formarono una band”. È stata una fonte di ispirazione per generazioni.
Ascoltando il primo album dei Doors, intitolato “The Doors”, le persone incominciarono davvero a “spaventarsi”, perché è un colpo nello stomaco per bellezza, lucidità, violenza, assoluta novità.
Veniamo a “Surrealistic Pillow” dei Jefferson Airplane, che contiene all’interno “White Rabbit”, un pezzo “acid rock” che riprende il Bianconiglio di Alice nel Paese delle Meraviglie, alludendo a funghi allucinogeni e visioni psichedeliche.
Spostandoci su “Absolutely Free” di Frank Zappa e The Mothers of Invention, è un album che portò un tipo di improvvisazione calcolata che attingeva a piene mani dalla musica Jazz e altro. L’ennesima conferma di quanto la musica rock potesse essere ricca di messaggi e contenuti.
Arriviamo all’album per eccellenza del ’67, manifesto della musica psichedelica, ossia “Sgt Pepper’s” dei The Beatles. Vollero essere diversi, segnarono un cambio di passo della musica rock mondiale, usando un approccio estremamente diverso e coraggioso. La copertina è ricca di personaggi. L’album fu concepito e studiato con molta cura, ci hanno messo quasi 3 mesi, una durata molto lunga per quei tempi. Si sono permessi di fare di tutto, incisioni registrate e ascoltate poi al contrario, orchestra, effetti sonori mai sentiti prima, Harrison si è buttato sulle sue influenze indiane”.
IL CAMBIAMENTO
“Per tirare le somme, il ’67 è stato un anno benedetto per la musica. Dopo la Summer of Love il mondo non fu più lo stesso. Ci si nutrì di tante speranze e illusioni, poi venute meno. I The Doors dicevano “voglio tutto il mondo e lo voglio ora”. Non è mai successo, ma è un punto di riferimento non solo per l’aspetto culturale, ma anche per comprendere meglio la musica di oggi.
Le influenze di quegli artisti e degli album che uscirono si sentirono in tutti i paesi, anche in Italia. In quell’anno uscì il primo album di Guccini “Folk Beat n.1”, con l’evidente contaminazione americana, e poi “29 Settembre” degli Equipe 84, scritta da Lucio Battisti, in cui si sente tutto l’effetto di quel periodo storico”.
GLI ALBUM DA ASCOLTARE
1 “Are you experienced” di Jimi Hendrix
2 “Sgt Pepper’s” dei The Beatles
3 “Surrealistic Pillow” dei Jefferson Airplane
4 “Absolutely free” di Frank Zappa e The Mothers of Invention
5 “The Doors” dei Doors
6 “Velvet Underground” dei Velvet Underground
7 “Younger Than Yesterday” dei The Byrds
8 “The Piper at the gates of down” dei Pink Floyd
“Sono tutti album nati durante la Summer of Love del 1967, che potrebbero fare da colonna sonora all’estate 2017 sia per i giovani che vogliono scoprire com’è nato il rock, sia per i meno giovani che hanno vissuto i cambiamenti sulla loro pelle“.