24 Novembre 2024 00:59

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24 Novembre 2024 00:59

Caso “Agnesi”, Sinistra in Comune all’attacco:”se il sindaco tiene alla città dica no al cambio della destinazione d’uso dello stabilimento”

In breve: Liquidare l'ennesimo schiaffo alla città da parte di Colussi con parole "rassicuranti" e l'annuncio di un prossimo incontro con lo stesso imprenditore non fanno presagire nulla di buono. 

Sinistra in Comune, il movimento politico del candidato sindaco Lucio Sardi interviene sul caso “Agnesi” a seguito del passaggio dello stabilimento di Imperia, chiuso un anno fa, dal management della Colussi, alla Schiva Srl, società di proprietà della famiglia Colussi che ha nel suo oggetto sociale anche operazioni immobiliari.

Sinistra in Comune interviene sul caso della cessione dello stabilimento Agnesi

“Le ultime settimane – scrive Lucio Sardi di Sinistra in Comune – hanno segnato una escalation di dichiarazioni stonate del Sindaco Scajola. La polemica sulle eccessive allerte meteo a poche ore dalla tempesta metereologica che ha sconvolto la città.

Il preannunciato rischio di allagamento di piazza Dante per il parziale cedimento della parte del molo di Oneglia costruito però nel 2007. Le lodi riservate alle imprese che han costruito il porto turistico pochi giorni prima della sentenza del processo che ha sancito che la principale di queste era diventata il braccio imprenditoriale di una cosca della ‘ndrangheta.

Le recenti e purtroppo non troppo sorprendenti notizie in merito al passaggio dello stabilimento Agnesi ad una società immobiliare del gruppo Colussi, riaprono però una ferita aperta nella città. E quindi le parole del sindaco Scajola su questa vicenda danno drammaticamente la spiegazione del perchè Imperia stia vivendo una profondissima crisi economica, sociale e di identità.

Liquidare l’ennesimo schiaffo alla città da parte di Colussi con parole “rassicuranti” e l’annuncio di un prossimo incontro con lo stesso imprenditore non fanno presagire nulla di buono. Dal sindaco di una città normale, quando si rivolge ad un gruppo responsabile della chiusura di una realtà fondamentale della storia imprenditoriale imperiese e che di fatto ha annunciato l’avvio della ennesima operazione speculativa immobiliare, ci si dovrebbe invece aspettare un atteggiamento di maggiore dignità.

Perchè Colussi ad Imperia ha chiesto ed ottenuto molti vantaggi senza rispettare gli impegni presi. In particolare quando il Comune autorizzò l’operazione della “porta del mare” preceduta dall’abbattimento “agevolato” delle ferriere, e a fronte di questa larga disponibilità non hanno fatto seguito gli investimenti promessi nello stabilimento.

Perchè nel percorso verso la chiusura dello stabilimento, Colussi ha più volte annunciato iniziative a garanzia dell’occupazione degli operai (ricollocazioni – progetti sulla produzione di paste fresche o sughi – museo della pasta) poi mai realizzate.

Perchè nel tempo tutte le amministrazioni che hanno “trattato” con Colussi lo hanno fatto in passato in posizione di subalternità e più di recente con una suicida strategia che ha depotenziato le iniziative di lotta degli operai, del consiglio comunale  e della cittadinanza. In entrambi i casi senza difendere gli interessi dei lavoratori e della città.

Perchè in questa vicenda bisognerebbe cominciare ad agire in nome del bene comune e non assecondare gli interessi di imprenditori inaffidabili che sono stati responsabili della perdita di centinaia di posti di lavoro.

Se il sindaco Scajola vuole fare gli interessi della città annunci che non intende cambiare la destinazione d’uso dello stabilimento, che non intende concedere più a Colussi operazioni immobiliari nella zona ex ferriere e che intende incontrare qualunque imprenditore sia invece interessato ad investire per riprendere la produzione della pasta Agnesi ad Imperia.

Forse in questo modo farebbe fare un passo avanti alla città invece che lasciarla sprofondare, “centimetro dopo centimetro”, mentre si occupa maldestramente di cittadinanze onorarie e collezionando l’ennesima figuraccia rincorrendo l’America’s Cup”.

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