“In base al nuovo Dpcm, per i valori RT registrati la Liguria sarà zona arancione da domenica al 31 gennaio, come molte altre regioni italiane, un risultato prodotto dall’abbassamento delle soglie stabilito dal decreto approvato.
Ci auguriamo che sia l’ultima volta che accade, sia per il progredire della campagna vaccinale sia perché già oggi i numeri sono migliori: negli ultimi giorni l‘inversione del trend è significativa, con RT in calo, incidenza dei contagi sotto i due casi per diecimila abitanti, numero ospedalizzati sotto le soglie di rischio. Fino alla verifica del 28 gennaio comunque sarà così, mi auguro che con i comportamenti corretti di tutti e l’aumento delle vaccinazioni (soprattutto per le fasce più a rischio) il 29 si possa tornare in fascia gialla e, perché no, nelle settimane a venire si arrivi in fascia bianca”. Lo ha detto il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti nel corso del punto stampa serale sul Coronavirus.
Liguria in zona arancione: Giovanni Toti
“Ho firmato un’ordinanza che proroga la didattica a distanza per le scuole superiori – ha proseguito – esattamente come avevamo deciso la settimana scorsa. Riteniamo che sia incoerente aprire le scuole nel momento in cui chiudiamo una regione. Un’apertura al 50 o addirittura al 75 per cento inciderebbe su RT regionale e comporterebbe prolungamento della permanenza in zona arancione oltre fine gennaio. È stato prudente tenere le scuole chiuse nella settimana passata, non sarebbe logico riaprirle ora che il rischio è aumentato. Quindi proroghiamo la didattica a distanza di una settimana in attesa che i dati possano confortarci. Ci riserviamo di capire se cambia qualcosa la prossima, ma non lo ritengo probabile. L’obiettivo è riallineare la didattica in presenza alla nuova valutazione della cabina di regia tra 14 giorni. Bisogna ringraziare i ragazzi che stanno sopportando grandi disagi per una malattia che li colpisce poco”.
“L’incidenza è in calo – ha detto ancora il Governatore – Calano gli ospedalizzati, sotto le 60 unità i ricoverati in terapia intensiva. Un bel risultato che consolida una lenta ma costante decrescita degli ospedalizzati Scendiamo sotto il 40 per cento per bassa intensità e sotto il 30 per la terapia intensiva. Oggi abbiamo somministrato 2200 vaccini, in totale abbiamo già somministrato il 66% dei vaccini ricevuti. Abbiamo finora tenuto una politica prudenziale di accantonamento del 30% per garantire l’avvio dei richiami: nel momento in cui cominceranno non ci sarà più l’esigenza di alimentare le scorte e quindi potremo aumentare il ritmo delle somministrazioni”.
“È stato rilevato un cluster ospedaliero al San Bartolomeo di Sarzana – ha concluso – con 15 operatori sanitari positivi, 12 infermieri e 3 medici, abbiamo messo in campo tutte le misure di sicurezza e monitoraggio. Non ci sono criticità per la gestione dell’ospedale. Minicluster anche a Badalucco dovuto probabilmente a una festa tra Natale e Capodanno, una decina di giovani sono risultati positivi senza grandi conseguenze. Le quarantene coinvolgono una trentina di persone”.
Filippo Ansaldi, responsabile prevenzione Alisa
“Gli indicatori di qualità del nostro sistema di sorveglianza sono buoni ma la trasmissione del virus è stata in aumento durante la settimana scorsa, mentre nell’ultima settimana i dati di trasmissione sono stabili – ha detto Filippo Ansaldi, responsabile prevenzione Alisa – L’indice RT è di poco superiore a 1,1, il tasso di occupazione di posti letto è del 30% per le terapie intensive e del 42% per la media intensità. Nella settimana in corso abbiamo osservato una diminuzione dei nuovi casi: l’indice RT dunque tenderà ad avvinarsi di nuovo a 1. La valutazione complessiva del rischio attualmente è di rischio moderato sia per circolazione del virus sia per impatto”.
Barbara Rebesco, direttore della struttura complessa Politiche del farmaco di Alisa
“A oggi abbiamo ricevuto 56mila dosi di vaccino Pfizer, nelle prossime due settimane ne arriveranno altre 41mila – ha detto Barbara Rebesco, direttore della struttura complessa Politiche del farmaco di Alisa e referente regionale per la logistica del vaccino – A partire dal 18 cominceremo con la somministrazione della seconda dose, in linea con la pianificazione fatta all’inizio della campagna vaccinale. Intorno al 25 è calendarizzata la consegna delle prime 1700 dosi del vaccino Moderna. Abbiamo saputo che in altre regioni si sono verificati problemi di furti e di utilizzo non appropriato delle quote di vaccini non utilizzate e destinate allo smaltimento. Abbiamo dunque lavorato per implementare ulteriormente le misure di sicurezza già in essere. Pfizer ha aggiornato la scheda tecnica del suo vaccino: nella prima versione non era prevista la somministrazione a donne in gravidanza, oggi non è esclusa, naturalmente dietro valutazione del medico”.
Angelo Gratarola, responsabile del dipartimento interaziendale regionale emergenza urgenza
“Questa settimana ha avuto un andamento simile a quella passata, con un ulteriore lieve miglioramento – ha detto Angelo Gratarola, responsabile del dipartimento interaziendale regionale emergenza urgenza – La pressione sui pronto soccorso è rimasta stabile così come la pressione sulle terapie intensive, un segnale incoraggiante. Il dato è omogeneo in tutta la regione”.
Matteo Bassetti, responsabile della clinica malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino
“Come già la settimana scorsa, nel reparto di malattie infettive osserviamo una tipologia di paziente leggermente diversa rispetto all’inizio della seconda ondata – ha detto Matteo Bassetti, responsabile della clinica malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino – vediamo più grandi anziani, oltre gli 80 anni. L’occupazione dei posti letto è intorno al 40%, in linea con la media regionale. Continuiamo a seguire numerosi pazienti a domicilio in collaborazione con i medici di medicina generale. In Liguria negli ultimi giorni, soprattutto nel ponente, si è molto parlato della cura con plasma iperimmune: ma uno studio inglese appena uscito dimostra che tra pazienti trattati con plasma e pazienti trattati con placebo non c’è alcuna differenza nella mortalità nei pazienti con forme gravi. Evitiamo di dare messaggi illusori”.