23 Dicembre 2024 11:33

23 Dicembre 2024 11:33

Carte truccate: ecco come è nata la maxi truffa da 300 mila euro al Casinò di Sanremo

La scorsa settimana la Squadra Mobile della Questura di Imperia ha portato a termine una operazione che ha permesso di smantellare una associazione per delinquere finalizzata alle truffe ai danni del Casinò di Sanremo. 

Nel dettaglio, sono state applicate dieci misure cautelari, nei confronti di altrettante persone, alle quali viene contestato di essersi associate tra loro allo scopo di commettere i reati di truffa, peculato e corruzione.

In particolare, per Francesco Ricotta e Luigi Carbone è stata disposta la custodia in carcere, per Luigi Betti, Antonio Del Core, Raffaele Leonardo Ferri e Michele Rubino (condannato in via definitiva per associazione a delinquere di stampo mafioso)  gli arresti domiciliari, per Emilio D’Eliso, Franco De Matteis, Amirul Islam e Luciano Rossi l’obbligo di dimora.

Ma come funzionava, secondo l’accusa, l’associazione a delinquere smascherata dagli inquirenti?

Ricotta, capo dell’associazione, avrebbe corrotto e indotto Luigi Carbone, all’epoca dipendente del Casinò di Sanremo (poi licenziato), con mansioni di cartaio o roulettier, a sottrare al Casinò e mettere a disposizione dell’organizzazione le carte da gioco, che venivano ‘segnate’ dai complici in modo percepibile solo dai soggetti informati dell’alterazione. Le carte venivano poi riconsegnate al Carbone, che le reintroduceva nel Casinò e predisponeva i mazzi contenenti le carte taroccate, collocandoli negli armadi da cui, in seguito, i croupier li prelevavano per utilizzarli ai tavoli da gioco.

In seguito, altri membri della compagine criminale, impiegati come “giocatori” presso il Casinò, conoscendo il tipo di manomissione delle carte e, quindi, potendo riconoscere quelle migliori, avevano ottime possibilità (se non la certezza) di vincere e realizzare profitti fraudolenti ai tavoli di “Punto e Banco”.

Carte truccate, ecco i retroscena della maxi truffa al Casinò di Sanremo

Già nel maggio del 2022 il Casinò di Sanremo aveva accertato l’avvenuta manomissione di alcuni mazzi di carte riconducibili al cartaio Carbone, nonchè il comportamento sospetto tenuto da alcuni giocatori, motivo per cui segnalava i fatti in oggetto alla Squadra Mobile. A partire da quel momento e in concomitanza dello svolgimento delle indagini, il Casinò di Sanremo adottava alcune contromisure in autotutela per non aggravare il già ingente danno subito e non disvelare l’attività di indagine in corso. Nell’ottobre del 2022 Carbone veniva licenziato. 

Le contromisure adottate dal Casinò sono state notate dall’associazione a delinquere e, in particolare, da Ricotta, che per continuare l’attività illecita ha posto in essere continui cambi di metologie con l’obiettivo di continuare a far arrivare ai tavoli le carte truccate. 

Come venivano alterare le carte

Secondo l’accusa le carte da gioco venivano truccate, con l’ausilio di una lima elettrica per unghie, una lente di ingrandimento e un sabot in plexiglass trasparente, alterandone il dorso, con valore 6,7,8 e 9, mediante la cancellazione di una piccola porzione di inchiostro dalla parte inferiore dei rombi contenenti la sigla Cm Sanremo.

Francesco Ricotta, il capo dell’associazione

Secondo gli inquirenti, Ricotta, gravato da precedenti penali, è “indiscutibilmente il capo dell’associazione a delinquere […] è l’organizzatore delle truffe, è colui che ha coinvolto e corrotto Carbone (dipendente del Casinò di Sanremo, ndr), inserendolo nell’associazione e inducendolo ad appropriarsi e a fornire al sodalizio le carte da alterare”.

Ricotta – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare – in qualità di capo dell’associazione per delinquere, ha mostrato la sua determinazione  nel truffare il Casinò ad ogni costo, procedendo a plurimi cambi di strategia per fronteggiare le contromisure adottate dalla casa da gioco e continuare nell’attività illecita, giungendo ad ipotizzare un incontro, di natura estorsiva, con il Sindaco di Sanremo, per porre fine alle attività illecite ma, comunque, ottenere un ingente indebito vantaggio finale. Ricotta ha, inoltre, contatti confidenziali con altri dipendenti in servizio presso la casa da gioco matuziana […]”.

Ricotta, secondo gli inquirenti “pianificava le condotte strumentali all’attuazione del programma criminoso, impartendo le direttive per il gioco del Punto e Banco, mutando le strategie e la tipologia di artifici e raggiri posti in essere per commettere le truffe ai danni del Casinò di Sanremo, decidendo le quote di partecipazione degli associati agli utili e alle perdite derivanti dal gioco del Punto e Banco, decidendo di quali giocatori associati servirsi per commettere le truffe, nonché unico interlocutore del cartaio Carbone”.

Le minacce di Ricotta

Il Pubblico Ministero, nell’ordinanza di custodia cautelare, evidenzia, definendola preoccupante“,l’indole violenta dimostrata dal Ricotta, sia con riguardo all’atteggiamento verso Del Core, ritenuto inaffibabile, sia nei confronti del personale del Casinò con intenti ritorsivi a causa dell’indagine interna che ha portato a disvelare l’esistenza dell’associazione”.

In una converazione registrata dagli inquirenti nel luglio del 2022 Ricotta minaccia di morte Del Core: “[…] Ti sei divertito abbastanza e t’ho gà dato troppo e ho sbagliato […] non hai portato mai niente tu hai portato qualche soldo perché te l’hanno fatto prendere gli altri […] io ti sparo! io ti giuro che ti faccio male davanti a tutti perché tu non rispetti le mie cose […] tu pensi che io ti lascio libero là dentro a mangiare i soldi degli altri? Ma mi fai così scemo […] tu vuoi imbrogliare i ladri [….]”-

La figura di Luigi Carbone, dipendente del Casinò di Sanremo

Il Casinò di Sanremo viene qualificato come ente pubblico, in quanto la Spa che gestisce la casa da gioco ha comune unico socio il Comune di Sanremo. A Carbone, dipendente del Casinò, viene riconosciuta la qualità di incarico di pubblico servizio.

“Deve ritenersi – si legge nell’ordinanza – che il Carbone, dipendente del Casinò, non svolgesse mansioni d’ordine e non svolgesse opera meramente materiale. La preparazione dei sixain (6 mazzi di 52 carte, ndr) contenenti i mazzi destinati al tavoli comportava infatti un compito assai delicato, di preparazione dei mazzi di carte recanti il logo del Casinò di Sanremo, di indicazione della data di predisposizione e della regolarità del singolo mazzo”.

A riprova della delicatezza di tale compito è il fatto che i cartai/roulettiers dovevano apporre sulle fascette dei sixein la loro firma, con la quale asseveravano l’idoneità dei mazzi ed essere immessi nel gioco del Punto a Banco. Tale faccettatura era operazione talmente delicata che il Carbone, onde evitare che venissero ascritte a lui le alterazioni delle carte che fossero state eventualmente scoperte, aveva provveduto a falsificare la firma del suo onesto collega […] su talune fascette o a sostituire (scambiandole) le fascette già firmate dal […], avvolgendo con esse i sixain in precedenza alterati.

[…] Carbone provvedeva anche e sistemare idoneamente i sixain alterati negli armadi affinché le carte venissero destinate ai tavoli dove avrebbero giocato i suoi sodali, beneficiando del fatto di conoscere il valore delle carte”.

L’accordo tra tutti i componenti dell’associazione e il rapporto tra Ricotta e Carbone

“Le attività di indagine – si legge ancora nell’ordinanza – hanno dimostrato che tutti i partecipi dell’associazione criminale sapevano dell’esistenza di un complice che dall’interno della casa da giococollaborava affinché potesse essere realizzata l’alterazione delle carte e poi la loro immissione sui tavoli da gioco del Punto a Banco.

Irrilevante il fatto che i partecipi non conoscessero l’identità del Carbone, ma sapessero invece della sua esistenza e dell’attività che egli svolgeva in seno alla casa da gioco.

Dunque il Carbone, inserito stabilmente nell’associazione, dopo aver  commesso il delitto di peculato (appropriandosi dei mazzi dí carte del Casinò, dei quali aveva il possesso in ragione del proprio servizio e cedendoli a terzi affinché alterassero talune carte) riceveva un compenso dal Ricotta per compiere atti contrari ai doveri inerenti il servizio pubblico da lui prestato.

Il Pm ha posto in luce l’esistenza di un rapporto sinallagmatico tra Ricotta e Carbone. Carbone con le sue condotte, ha asservito per un apprezzabile periodo di tempo la propria funzione agli interessi dell’associazione per delinquere, venendo retribuito per il compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio, essendo ben consapevole di come dalle violazioni ai suoi doveri, l’associazione traesse poi profitto con la commissione delle truffe ai tavoli del Punta a Banco”.

Il ruolo di Del Core e De Matteis

“Quanto al ruolo di Del Core e De Matteis, nei diversi episodi corruttivi che si sono verificati […] non pare potersi affermare che […] provvedendo alla remunerazione del cartaio si siano limitati ad intervenire nella sola fase esecutiva adoperandosi alla sua realizzazione, apparendo, piuttosto, che i predetti – stabilmente inseriti nell’associazione per delinquereben consci dell’importanza del ruolo del cartaio e dell’accordo corruttivo, hanno voluto fornire il proprio contributo causale determinante al pactum sceleris, remunerando l’incaricato di pubblico servizio, e ciò per garantire l’operatività dell’associazione.

Correttamente, oltre a Ricotta, artefice dell’accordo can il Carbone, i gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di corruzione propria seno rinvenibili anche a carico di Del Core e De Matteis, quali non si sono limitati a sfruttare la condotta del Carbone ponendo in essere le truffe ai tavoli, insieme ed altri sodali, ma hanno consolidato e mantenuto il patto corruttivo esistente remunerando l’incaricato di pubblico servizio […]“.

Le accuse ai singoli indagati

  • Carbone forniva i mazzi delle carte da gioco del Casinò di Sanremo
  • Ricotta talvolta da solo, in altri casi con l’ausilio di Del Core e anche con l’aiuto di Setti, realizzava gli artifici e raggiri consistiti nell’alterare il dorso delle carte da gioco del CasinòSanremo con valore 6,7,8 e 9 mediante la cancellazione di una piccola porzione di inchiostro dalla parte inferiore dei rombi contenenti la sigla Cm Sanremo.
  • Ricotta, Betti, D’Eliso, Del Core, Ferri, Rossi e Rubino si sedevano al tavolo del Punto e Banco presso il Casinò di Sanremo, tavolta da soli, talatra congiuntamente con altri giocatori, e si procuravano l’ingiusto profitto costituito dalle vittorie ottenute effettuando le puntate di gioco ai Punto e Banco con la certezza di vincere pari all’importo complessivo superiore ai 300 mila euro, con pari danno per la casa da gioco.

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