22 Novembre 2024 22:09

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22 Novembre 2024 22:09

Funerali Michela Murgia: Imperia, Marco Antei (Mia Arcigay) replica al Vescovo Suetta. “Faccia un tuffo nel XXI secolo”/Video

In breve: "Invito il Vescovo a fare una riflessione e poi a fare un tuffo nel XXI secolo". Così Marco Antei, presidente di Mia Acrigay, replica al Vescovo Antonio Suetta in merito alle dichiarazioni, profondamente critiche, rilasciate da quest'ultimo sui funerali della scrittrice Michela Murgia.

“Invito il Vescovo a fare una riflessione e poi a fare un tuffo nel XXI secolo”. Così Marco Antei, presidente di Mia Acrigay, replica al Vescovo Antonio Suetta in merito alle dichiarazioni, profondamente critiche, rilasciate da quest’ultimo sui funerali della scrittrice Michela Murgia.

Imperia: Marco Antei replica al Vescovo Suetta sulle critiche al funerali della scrittrice Michela Murgia

“Ricordiamo che stiamo parlando dello stesso Vescovo che definì la vittoria di Giorgia Meloni alle ultime elezioni come ‘la vittoria dell’umanesimo cristiano’ – esordisce Antei in un video pubblicato sui social – Giusto per inquadrare il contesto. E in effetti l’Italia non ha mai accolto così tanti migranti come da quando Giorgia Meloni è Presidente del Consiglio. Nel 2023 c’è stato addirittura un aumento del 115% rispetto ai primi sette mesi del 2022. 89 mila immigrati anzichè 41 mila.  In linea con gli insegnamenti di Gesù Cristo, per carità.

Non è la prima volta che un alto Prelato si schiera apertamente in favore di una particolare corrente politica in Italia. Ricordiamo tutti noi, non volentieri, quando Papa Pio XI, riferendosi a Benito Mussolini, parlò di ‘uomo che la provvidenza ci ha fatto incontrare’.

Torniamo al Vescovo. Ci sono almeno due cose che mi hanno urtato e mi concentrerò su queste per non dilungarmi troppo. La prima è l’avversione eccessiva del Vescovo per la concesione della famiglia di Michela Murgia. Io invece voglio difendere questa concezione di famiglia ‘queer’, nel senso di famiglia scelta, che può essere composta da un uomo, una donna e dei figli, oppure una donna single con figli, oppure due donne, con o senza figli, oppure come nel mio caso due uomini e un cane grosso e peloso. Ma anche famiglie allargate, come ex compagni, amici, amiche. Che poi è la stessa concezione che noi attiviste e attivisti difendiamo ogni giorno con le nostre lotte, sui social media, nei tribunali e nelle piazze. 

Per quanto riguarda l’aborto direi che ne io ne il Vescovo abbiamo un utero, dunque facciamo decidere liberamente chi invece ne ha uno. Chi vorrà abortire dovrà poter continuare a farlo con o senza la benedizione del Vescovo, o la mia, che conta ancora meno ovviamente. 

Passiamo al secondo punto su cui invece molto banalmente Suetta commette un errore grossolano, riferendosi a quelle persone che si sentono rappresentate da una visione progressista del mondo che Michela senz’altro ha saputo descrivere in questi anni. Il Vescovo si scaglia contro il coro pressochè unanime di approvazione, conseguenza di esternazione e convinzioni che corrispondono al pensiero oggi dominante. Così dice Suetta, ‘pensiero dominante’. Forse ho capito male, di quale pensiero dominante sta parlando, delle religioni cristiane, in particolare quella cattolica, che dominano da un paio di millenni le menti di miliardi di persone sparse in tutti i continenti? Quel dominio che nei secoli si è presentato come oppressione o conversione forzata dei dissidenti, degli eretici, dei credenti e dei diversamente credenti? Stiamo parlando di questo o del desiderio di due persone che si amano, di potersi sposare e del consenso che questo desiderio suscita? Invito il Vescovo a fare una riflessione e poi a fare un tuffo nel XXI secolo. E così potrà anche finalmente perdonare la cristiana Meloni per aver dato luce a un bimbo fuori del matriminio. Suvvia, cosa vuole che sia”.

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