14 Novembre 2024 16:17

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14 Novembre 2024 16:17

Alberto Scagni sequestrato e torturato per ore da altri detenuti in carcere a Sanremo: è condannato per l’omicidio della sorella

In breve: Protesta la Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Valle Armea, a Sanremo, dopo l’incredibile notte di terrore, sangue e violenza vissuta nella notte di ieri.

Notte di terrore in carcere a valle Armea a Sanremo. Due detenuti di nazionalità marocchina hanno tenuto in ostaggio un terzo detenuto, torturandolo per tre ore. Si tratta di Alberto Scagni, condannato a 24 anni di carcere per avere ucciso la sorella a Genova.

Notte di terrore in carcere a Sanremo: detenuti sequestrano e torturano Alberto Scagni

Protesta la Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Valle Armea, a Sanremo, dopo l’incredibile notte di terrore, sangue e violenza vissuta nella notte di ieri.

Spiega Vincenzo Tristaino, segretario regionale SAPPE per la Liguria: “La situazione interna al carcere, con oltre 290 detenuti presenti, è diventata invivibile. Ieri sera, due detenuti marocchini hanno tenuto in ostaggio un altro detenuto (Alberto Scagni, ndr), italiano e condannato per avere ucciso la sorella a Genova, torturandolo per ore, fin quasi ad ucciderlo. L’uomo era un compagno di cella al Padiglione Z, dove sono contenuti i detenuti protetti.

Sempre nella stessa cella, un altro ristretto, italiano, è stato tenuto sotto minaccia e chiuso in bagno”. Tristaino aggiunge chegli artefici del sequestro di persona e delle lesioni gravi, i due nordafricani (in stato alterato per alcool fatto in modo artigianale in cella macerando la frutta e ingerendo terapia evidentemente accumulato proditoriamente), hanno anche spaccato tutta la cella. Il detenuto torturato, picchiato a sangue con una violenza inaudita, è ricoverato in ospedale con ferite, anche da taglio e contusioni in tutto il corpo. Solo un gruppo di agenti, coordinati dal Vicecomandante presente sul posto, hanno fatto irruzione con caschi protettivi e scudi per fare strada ad altri poliziotti al fine di salvare l’ostaggio e portarlo in ospedale. È intervenuto anche, dal carcere di Imperia, il Comandante, il direttore del penitenziario ed il magistrato di turno, che erano presente nelle operazioni nella sezione detentiva e sono stati anche oggetto del lancio di una gamba di legno ricavato da un tavolo”. Nella concitazione dei fati, aggiunge il sindacalista, “risulterebbe un solo poliziotto ferito, con due costole rotte (21 i giorni di prognosi), conseguenza dell’irruzione nella cella per liberare l’ostaggio che versava in condizioni gravissime”.

Tristaino ha parole di plauso per gli Agenti intervenuti e per il Vicecomandante che ha coordinato il tutto con grande coraggio e professionalità, considerata anche la particolare situazione che si era determinata: “La denuncia del SAPPE è ferma nel condannare tali atteggiamenti da parte dei reclusi ma allo stesso tempo condanniamo l’inerzia della Direzione della Casa Circondariale di Sanremo, che sta facendo orecchie da mercante su tutto quando sta accadendo al suo interno: tale inerzia ci incomincia a far credere che sarebbe il caso che lo stesso Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria pensasse di avvicendare i vertici della Casa Circondariale, poiché stanno facendo vivere al proprio personale di Polizia Penitenziaria giorni e giorni di malessere psicofisico e mentale”.

Aggiunge Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: Segnaleremo nelle prossime ore al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di Roma le significative disfunzioni e inconvenienti che riflettono sulla sicurezza e sulla operatività della Casa Circondariale di Valle Armea. Sanremo e del personale di Polizia Penitenziaria che vi lavora con professionalità, abnegazione e umanità. L’episodio denunciato dai nostri segretari conferma, a parere del SAPPE, come la gestione e l’organizzazione della Casa Circondariale di Sanremo sono decisamente deficitarie per cui occorre che le Autorità ministeriali intervengano con la massima sollecitudine, con una ispezione interna e con l’avvicendamento del Direttore e del Comandante del Reparto di Polizia Penitenziaria, che non sono in grado di fare fronte alle costanti e quotidiane criticità”.

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