23 Dicembre 2024 05:32

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Imperia: in Biblioteca la presentazione di “Tradito”, l’ultimo libro di Daniele La Corte. “Per ricordare don Giacomo Bonavia e i tanti sacerdoti resistenti”/Foto e Video

In breve: Daniele La Corte, giornalista e scrittore, ancora una volta apre gli archivi segreti per presentare personaggi meno conosciuti della Resistenza

“Tradito, don Giacomo Bonavia e i preti ribelli” è l’ultimo libro del giornalista e scrittore Daniele La Corte, ancora una volta legato a particolari storie della Resistenza fra Liguria e Piemonte. Il volume è stato presentato oggi nella sala conferenze della Biblioteca civica a Imperia.

Daniele La Corte, giornalista e scrittore, ancora una volta apre gli archivi segreti per presentare personaggi meno conosciuti della Resistenza

Spiega La Corte: “Io amo cercare storie nuove, strappare all’oblio tanti fatti e personaggi che hanno caratterizzato gli anni difficili ed epici della Resistenza. Don Giacomo Bonavia è uno di quei personaggi che sono usciti fuori dagli armadi segreti, perché è stato per 42 anni parroco di Villanova d’Albenga, ma pochi sapevano che era stato un resistente ed era stato condannato a morte e torturato per 20 giorni, perché come i sacerdoti uccisi a Boves, erano stati autorizzati a fare da trate d’union fra i partigiani e i nazifascisti per poter scambiare prigionieri e nello scambio il parroco di Boves venne ucciso.

Don Bonavia si salva e intorno a lui si creano tantissime storie  che vedono un numero grossissimo di sacerdoti che operarono in favore dei loro parrocchiani, evitando rastrellamenti e torture, ma 59 vennero uccisi alla foce del Centa.

Questo libro si intitola Tradito, perché don Bonavia fu tradito. Non vi racconto i particolari, ma è una sorta  di continuazione de Il boia e la contessa, perché si svolgono i fatti nello stesso teatro di sangue, per mettere in luce i tanti sacerdoti imperiesi, albenganesi e ventimigliesi che hanno combattuto a fianco dei partigiani, anche se non tutti erano in montagna armati di fucile.

C’è don Nino Martini, imperiese, che insieme a suo fratello Eugenio medico, Serpente, riuscì a salvare moltissime vite e ci sono anche i preti che aveva un’altra scelta ed erano dalla parte sbagliata. Sarebbe bene che si studiasse di più, perché la storia se no la si conosce, si rischia di ripetere gli stessi errori”.

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