24 Novembre 2024 22:43

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24 Novembre 2024 22:43

IMPERIA. IL PRC AL CONVEGNO SULL’OSPEDALE UNICO: ” NON NE ABBIAMO BISOGNO”/ LE RIFLESSIONI

In breve: Una delegazione del PRC ha preso parte ieri sera al convegno dal titolo “Ospedale Unico o di campanile” organizzato da EventiLab che si è tenuto a Imperia al ridotto del Cavour

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Una delegazione del PRC ha preso parte ieri sera al convegno dal titolo “Ospedale Unico o di campanile” organizzato da EventiLab che si è tenuto a Imperia al ridotto del Cavour.

“Nonostante un certo “ostruzionismo“ da parte del moderatore – hanno dichairato in una nota stampa i partecipanti – cosa mai successa in altri convegni di questo tipo, si è cercato di sviluppare un ragionamento per dire che nella situazione data e con tutte le criticità che andremo ad esporre, la nostra provincia non ha bisogno in questo momento di un Nuovo Ospedale Unico.

Il progetto dell’Ospedale Unico, dal costo e dalla localizzazione quanto mai fluttuanti (250-300 milioni di euro, prima a nord e ora a sud della nuova stazione ferroviaria di Taggia), non è una priorità. Non è neanche così indispensabile visto che, pur parlandone da oltre 7 anni, quando il progetto preliminare fu presentato poco distante da qui e precisamente all’Università, ne abbiamo fatto tranquillamente a meno continuando il nostro lavoro di sanitari. Ma non lo è anche perché si vuole fare un ospedale con un numero di posti letto via via minore: si era partiti da circa 750 posti e siamo scesi a meno di 600, per un costo che è lievitato di alcune decine di milioni di euro.

E poi con quali caratteristiche: i medesimi reparti, ovviamente compattati per evitare i famosi doppioni o triploni come se avere 2 medicine a vocazione spesso geriatrica a distanza di 30 km fosse un lusso), con un DEA che resterebbe di primo livello, con le stesse specialità attualmente presenti nei 2 presidi di Sanremo e Imperia. Anzi, secondo i nuovi parametri, potrebbero sparire dalla nostra provincia reparti quali la Pneumologia e la Chirurgia Vascolare, il cui mantenimento richiederebbe un bacino di utenza di almeno 600 mila abitanti (non raggiunti neanche dalle province di Savona e Imperia messe insieme!).

Intanto nella nostra provincia stiamo perdendo pezzi di sanità… altro che rilancio! Un Pronto Soccorso in meno trasformato in Punto di Primo Intervento e recentemente privato dei 20 posti di astanteria (promessi nel piano di riorganizzazione dei presidi di Sanremo e Bordighera del settembre 2011); la ginecologia solo a Sanremo, la perdita della Traumatologia a Imperia, ecc. Con l’ultima “controriforma“ sanitaria, in regione Liguria sono stati persi oltre 800 posti letto, declassati numerosi Pronti Soccorsi a Punti di Primo Intervento, senza nulla in cambio!

I posti letto di riabilitazione sono ancora lontani dai parametri (0.7 x 1000 abitanti) specie in questa provincia, le liste di attesa per esami diagnostici, visite specialistiche, interventi chirurgici in elezione si allungano a fronte di liste per l’attività intramoenia a pagamento incredibilmente snelle. Le fughe di pazienti in altre ASL e fuori regione non si arrestano e pesano per alcune decine di milioni di euro. Per non parlare di lunghe code ai Pronti Soccorsi e alla difficoltà di reperire posti letto quando i nostri presidi, sempre più ridimensionati, sono per così dire a tappo. Tutte queste forti criticità sono ulteriormente aggravate da una sanità territoriale che non riesce a evitare i troppi accessi al Pronto Soccorso ed a soddisfare i crescenti bisogni di salute al domicilio di una popolazione sempre più anziana e comorbida. E non dimentichiamo l’insufficiente numero di posti convenzionati nelle Case di Riposo, che si traduce in rette spesso proibitive per quei pazienti poco o per nulla autosufficienti per disabilità fisiche o psico- fisiche.

Tutte queste criticità NON sarebbero risolte da un nuovo e unico ospedale !!!! L’annunciata “s”vendita degli attuali presidi di Imperia, Sanremo e Villa Spinola coprirebbe forse appena un terzo dell’intera spesa!!!!! Ma intanto diventerebbe l’ennesima occasione per una nuova speculazione edilizia in una provincia già abbastanza martoriata per consumo di suolo, mattone-cemento! E per il resto dei soldi necessari? Si farebbe come a Mestre, ospedale citato a lungo come riferimento almeno x un certo periodo poi prontamente messo in soffitta quando si scoprì (anche grazie ad una trasmissione di Report) che alla fine il costo di realizzazione si moltiplicò fino ad arrivare a 1 mld di euro a causa dei lievitati finanziamenti privati a progetto.

Si dice che i fondi saranno statali ma ne siamo certi visto che al Fondo SN si chiede un ulteriore risparmio di 2-3 mld di euro per il prossimo anno? In questa situazione di crisi economica sistemica e di povertà crescenti, a me, a molti cittadini-utenti e neanche a molti operatori sembra opportuno e strategico spendere una enormità di soldi pubblici per una struttura che non si traduce in un aumento dell’offerta sanitaria, per quanto ho spiegato prima, ma che anzi causerebbe ulteriori disagi ai pazienti e ai loro congiunti per la scadente viabilità provinciale e per il difficile collegamento entroterra– costa. Esistono già diversi ospedali nella nostra regione, quali ad esempio Albenga, Arenzano, Rapallo, che sono attualmente sottoutilizzati. C’è bisogno di farne un altro?

Tutti i giorni veniamo a conoscenza di costose opere già realizzate che si rivelano inutili, sproporzionate o comunque non prioritarie (vedi il parco ferroviario Roia a Ventimiglia, o la grande incompiuta del sovradimensionato porto imperiese, per fare due esempi vicini a noi). Al di là delle Case della Salute, che svolgeranno essenzialmente un’attività poliambulatoriale, e delle auto mediche già ora in sofferenza per la copertura dei turni H24, la realizzazione dell’ospedale unico con un solo Pronto Soccorso farà sì che non tutti gli abitanti della nostra provincia avranno le medesime chances di essere assistiti segnatamente nell’urgenza a causa delle grosse differenze nei tempi di percorrenza.

È certamente più razionale che le medesime risorse finanziarie destinate nel nuovo ospedale unico di Taggia, siano finalizzate alla ristrutturazione e alla valorizzazione dell’esistente che deve passare attraverso un potenziamento dei servizi sanitari per migliorare la qualità, snellire i troppo lunghi tempi di attesa e ridurre le “fughe “ dei pazienti, un forte investimento sul personale (che significa anche occupazione), il rilancio della medicina preventiva, il dossier sanitario elettronico di ciascun paziente fermo ancora al solo ambito provinciale, la continuità assistenziale ospedale-territorio non solo a parole ma nei fatti. A proposito della cosiddetta centralità della persona all’interno del percorso assistenziale, tante volte richiamata dai relatori nel convegno di ieri, vorremmo segnalare che ormai dal gennaio 2014 la Regione Liguria ha interrotto i rimborsi per i costosi alimenti ai pazienti nefropatici (circa 100 euro al mese a paziente per un totale di poche centinaia di migliaia di euro l’anno per l’intera regione!) con il rischio di avere un maggior numero di ingressi in Dialisi, gli inevitabili disagi del paziente e il cospicuo aumento dei costi sociali, visto che per un singolo paziente in Emodialisi all’anno si spendono circa 35-40 mila euro di soldi pubblici!!!!).

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