“Da fine luglio ad oggi abbiamo raccolto 40 mila firme contro la legge sull’Autonomia differenziata: un ottimo risultato che conferma quanto siano sentiti dai liguri i temi referendari – è il commento del Coordinamento regionale ligure per il sì al referendum abrogativo costituitosi lo scorso 15 luglio a Genova – Nonostante la concomitanza con il periodo estivo e il fermo di molte attività, la raccolta firme ha ottenuto un successo incredibile e questo a riprova del fatto che i liguri sono molto preoccupati dalle conseguenze che la legge potrà avere su sanità, scuola, infrastrutture”.
A differenza di regioni come Piemonte o Lombardia, la Liguria riceve più risorse di quelle che versa allo stato. I dati sono quelli della Banca d’Italia: nel 2019 (ultimi disponibili), i liguri hanno versato allo Stato 578 euro pro capite di tasse. I piemontesi 785 euro, i lombardi 5.662. Con l’autonomia differenziata le risorse resteranno prevalentemente sui territori che le generano, con una evidente rottura del meccanismo solidaristico tra le regioni, Liguria compresa, alla quale, difficilmente, verranno erogate le risorse nazionali percepite sino ad oggi.
A questo rischio, se aggiungiamo l’impatto che questa legge avrà su sanità, scuola, ambiente e lavoro, mettendo a rischio gli stessi CCNL, le ulteriori privatizzazioni che pagheranno maggiormente le classi popolari, lavoratori, pensionati e donne, la ciliegina sulla torta è rappresentata da uno degli ultimi atti della Giunta Toti che ha chiesto ulteriori deleghe rispetto alle materie definite nella Legge, come ad esempio sulla protezione civile.
“La Liguria non può permettersi di perdere nemmeno un centesimo dei trasferimenti centrali; già ora ci sono pesanti criticità in comparti vitali come quello socio sanitario. Le difficoltà vissute quotidianamente dai liguri sono note: dai problemi legati a liste d’attesa per visite e diagnostica, alla carenza di personale; in queste condizioni la Liguria non può permettersi di ricevere meno risorse dallo Stato, eventualità più che probabile con questa Legge” commentano ancora dal Coordinamento che sottolinea come “L’enorme sforzo organizzativo ha prodotto un risultato andato ben oltre le 40 mila firme, ma il poco tempo a disposizione per la raccolta e il passaggio obbligato presso gli uffici elettorali dei singoli comuni liguri per la certificazione, ci ha messo nelle condizioni di far partire ieri per Roma circa 40 mila firme già certificate che, insieme a tutte quelle raccolte sul territorio nazionale dovranno essere consegnate alla Corte di Cassazione per garantire la realizzazione del referendum nella primavera del 2025″.
Intanto in Liguria, dal prossimo mese, il Coordinamento composto da Acli, Anpi, Arci, Auser, AVS, Demos, CGIL, Federconsumatori, Italiaviva, Legambiente, Libera, Linea condivisa, Lista Sansa, M5S, PD, Più Europa, Possibile, PSI, Rete studenti medi, Rifondazione comunista, Sinistra italiana, Sunia, Tavolo No Autonomia Differenziata, Udi, Udu, UIL, UISP, Verdi, inizierà a mettere in cantiere iniziative di sensibilizzazione sui temi del referendum e sul relativo quesito “Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n.86, ‘Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione’?”.
La risposta da dare nella cabina elettorale è “Sì“.
Coordinamento regionale ligure per il sì al referendum abrogativo