3 Dicembre 2024 18:26

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3 Dicembre 2024 18:26

Imperia: in Consiglio comunale si riaccende la battaglia sull’acqua pubblica. L’opposizione torna a contestare l’ingresso di privati in Rivieracqua

In breve: La discussione sull'acqua pubblica si riaccende sull'approvazione di una pratica tecnica relativa a Rivieracqua

Approvato dal Consiglio comunale lo schema di regolamento per il controllo congiunto e sub patto parasociale per Rivieracqua. Il documento si è reso necessario dopo l’ingresso del Comune di Imperia nella società per la gestione del ciclo idrico, avvenuto il 30 aprile scorso con la delibera con la quale il Consiglio comunale ha disposto l’acquisizione di quote di Rivieracqua.

La discussione sull’acqua pubblica si riaccende sull’approvazione di una pratica tecnica relativa a Rivieracqua

L’assessore Monica Gatti, nell’illustrare la pratica, peraltro tecnica, ha evidenziato come si sia compiuto un “passo avanti” per il futuro di Rivieracqua con il compimento della gara per l’ingresso del socio privato. Questo è bastato a riaccendere il dibattito con l’opposizione in merito all’acqua pubblica.

Ivan Bracco (Pd) dice: “Questo è un passo indietro, altro che passo avanti come ditte voi, perché la società che gestisce un bene importante come l’acqua sta diventando privata e gestirà tutto il privato, compresi gli aspetti tecnici. Questo è il non rispetto del referendum sull’acqua pubblica. La gestione poteva rimanere pubblica e questa maggioranza ha delle gravi responsabilità. Questo non è un passo avanti, ma è un passo indietro. Questa maggioranza e questi partiti di centrodestra non solo a Imperia hanno sostenuto di fatto che l’acqua diventasse privata. Mi auguro che accada un miracolo e che possa intervenire qualcosa per rispettare il referendum e l’idea degli italiani sull’acqua pubblica“.

Critico sul tema anche Lucio Sardi (Avs), mentre la scelta del socio privato è stata difesa da Giovanni Montanari (Avanti), che ha sottolineato come senza l’ingresso del socio privato “la società sarebbe fallita e sarebbe finito tutti, in mano ai privati”. Sulla stessa scia di Montanaro anche l’assessore Gatti nella sua replica.

Per Loredana Modaffari (Pd) l’ingresso del socio privato in Rivieracqua è fatto in spregio alla volontà popolare”. E ancora: “Questo fallimento si poteva evitare e tante mosse politiche sono state fatte per arrivare alla privatizzazione dell’acqua pubblica”.

Per Enrico Lauretti (Società Aperta) “il salvataggio di Rivieracqua è legato al fatto che finalmente i comuni sono entrati nella società e si sono potuto incrementare le tariffe. Quindi la privatizzazione si poteva evitare”.

Daniele Ciccione (Insieme) non ha dubbi. E dice: “È un atto dovuto, anche perché 500 aziende fallirebbero senza il nostro voto. E quindi io voto convintamente favorevole”.

Secca la replica del Sindaco Claudio Scajola: “Quando io ho assunto l’incarico di Commissario dell’Ato idrico era stato già deliberato dall’Assemblea dei Sindaci, presieduta dalla sinistra, all’unanimità, che fosse l’unica soluzione possibile. L’altra soluzione era il fallimento, quindi 500 aziende che fallivano e quindi come prevede la norma andava a gara e la gara si fa con il privato. L’ingegner Lauretti dovrebbe sapere queste cose, l’acqua è pubblica ma bisogna prenderla con una pompa, tubo, potabilizzarla e fare altri tubi. C’è un costo perché l’acqua pubblica possa arrivare nelle case o nelle imprese. La stragrande maggioranza dei comuni, che si sa sono governati da giunte di sinistra, hanno la gestione dei servizi con una società mista pubblica privata”.

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