24 Gennaio 2025 21:05

Imperia: 89enne muore alla Casa Serena, due uomini a processo per omicidio colposo

In breve: In aula sono state ascoltate le prime testimonianze

Si è aperta oggi l’attività istruttoria del processo a Franco Bonello ed Ezio Magrino, all’epoca dei fatti rispettivamente direttore sanitario e medico di Casa Serena, casa di riposo di Poggio a Sanremo. I due sono accusati di omicidio colposo nei confronti di Francesca Gemelli, 89enne ospite della struttura che nel settembre del 2021 è morta strozzata dalla cintura di contenimento che la teneva assicurata al letto.

Nel corso dell’udienza di oggi, presieduta dalla giudice Marta Maria Roberta Bossi, sono stati sentiti i testimoni chiamati a deporre dal PM Enrico Cinnella Della Porta.

La testimonianza di Fabio Barbara, dipendente di Casa Serena all’epoca dei fatti e tra le persone che hanno trovato il corpo

Il primo testimone a deporre è Fabio Barbara, all’epoca dei fatti dipendente di Casa Serena e una delle persone che hanno ritrovato il corpo di Francesca Gemelli. Il testimone racconta di aver preso servizio alle ore 21 e di aver iniziato il giro di controllo delle stanze dei pazienti poco dopo l’una insieme a due colleghi infermieri. Uno di questi lo ha chiamato nella stanza della signora Gemelli, dove aveva appena rinvenuto il corpo. Barbara dice di aver trovato la signora in ginocchio sul pavimento davanti al letto, con lo sguardo rivolto verso il muro. Il letto era il classico con le tre barre di legno ai lati. La seconda barra, afferma, sembrava staccata, scesa dall’alto, di sbieco. Barbara dice di aver notato che buona parte dei letti all’interno della struttura erano rotti. Bastava rifare i letti, spiega, o appoggiarsi alla barra e in diversi letti le barre cedevano. Il testimone sostiene che i dipendenti non potevano toccare le cose rotte. Se c’era una barra rotta, aggiunge, si tirava su e si legava con una garza alla testiera del letto per far sì che non scendesse.

Il corpo ritrovato, continua il testimone, non è stato spostato e sono state subito avvisate la guardia medica e la polizia.

La testimonianza di Salvatore Sergio Florio, ispettore della polizia scientifica di Imperia

Il secondo testimone è Salvatore Sergio Florio, ispettore della polizia scientifica di Imperia che ha svolto i primi rilievi.

Florio racconta di essere entrato nella camera e di aver visto sulla destra il cadavere di una donna anziana appeso a una fascia di contenimento. In seguito dice di aver assistito il medico legale, il dr. Leoncini, oggi assente.
Successivamente Nel cadavere hanno trovato diverse ecchimosi dovute a traumi precedenti, il solco dovuto al sistema di contenimento e alla relativa contusione e una zona arrossata, dovuta al fatto che il cadavere era stato appeso. Su una gamba della signora Gemelli sono state inoltre rinvenute delle formiche. Dopo l’analisi sul corpo sono stati analizzati la camera e i letti presenti e l’ambiente è stato sigillato.

A un rilievo successivo, svoltosi il 19 ottobre 2021, è stato nuovamente ispezionato il letto. In entrambi i rilievi l’ispettore ha verificato che la barra trasversale alla testa del letto letto addossato alla parete posteriore era sollevata ed erano presenti una vite, tre puntelli in legno e della colla. Testando la barra ne ha verificato il non funzionamento, cosa che non ha riscontrato testando un altro letto della struttura. Il letto di Francesca Gemelli è stato messo sotto sequestro.

La testimonianza di Sara Lo Pinto, medico legale che ha svolto l’autopsia

La terza persona a testimoniare è Sara Lo Pinto, medico legale incaricato di svolgere l’autopsia sul corpo di Francesca Gemelli. Lo Pinto spiega di aver trovato nel suo diario clinico riferimenti a scompensi di tipo psichico, per esempio casi di wandering tipico di pazienti dementi. Erano inoltre descritti tentativi di svicolare dalle barre di contenzione. Nei mesi precedenti alla morte erano stati registrati alcuni piccoli traumi, poi il 7 giugno del 2021 risultano delle fratture a polso sinistro e bacino a causa di una caduta. Il 16 agosto Francesca Gemelli viene ritrovata di nuovo per terra e viene nuovamente ricoverata in ospedale. Le viene somministrata una terapia antipsicotica più forte per contenerla. Il 4 settembre avviene un altro accesso in ospedale, per uno stato di disidratazione e viene dimessa il 5. Il 6 settembre viene descritta come agitata. Viene inoltre descritto che il tessuto attorno alla ferita chirurgica era infettato.

Tramite autopsia Lo Pinto accerta come causa del decesso un’asfissia meccanica violenta dovuta a tre fattori combinati: un fattore posizionale, una compressione toracica da sbarra e una trazione sul collo da parte della cintura di contenzione.

Il momento del decesso, continua, corrisponde a circa 6-8 ore prima del ritrovamento del cadavere.

La testimonianza delle os che hanno preparato la paziente per la notte e di due infermiere che lavoravano nella struttura

Le successive testimonianze sono quelle delle os che hanno preparato Francesca Gemelli per la notte. Entrambe riferiscono una situazione normale, senza motivi di apparente allarme. Dalle loro testimonianze emerge che le sbarre del letto della paziente erano rotte da diverso tempo.

Anna Tarzano, all’epoca dei fatti dipendente di Casa Serena, racconta di essere stata lei a trovare Francesca Gemelli in occasione della caduta che ha causato la rottura del femore nell’ospite della struttura. Riferisce inoltre che i pazienti costretti dalla cintura di contenzione possono comunque muoversi a destra e a sinistra.

La testimone Rosa Solengo riferisce infine di aver chiesto di spostare la paziente in un’altra stanza a causa del letto rotto, ma non sa se successivamente fosse stata effettivamente spostata.

La testimonianza del commissario di polizia intervenuto sul posto

Ultimo a testimoniare Roberto Scionti, commissario di polizia all’epoca dei fatti in servizio presso la sezione investigativa del commissariato di Sanremo. Il testimone racconta di essere entrato nella stanza numero 66 della struttura e di aver accertato che all’interno vi erano due letti, contrassegnati come A e B. Il letto A, quello della signora Gemelli, rimaneva sul lato destro, parzialmente occultato dall’apertura della porta. Nella stanza si trovava un’altra degente, che non è stata verbalizzata in quanto non ritenuta attendibile a causa della sua situazione psichica, e due os Barbara Fabio e Protti Francesco.

Dalla cartella clinica acquisita viene accertato che su ogni letto era presente un campanello per chiamare i sanitari della struttura. Il commissario continua dicendo che non erano state registrate richieste di aiuto da parte di Francesca Gemelli dal pomeriggio precedente.

Nel giro di pochi mesi, deduce sempre dalla cartella clinica, l’ospite della struttura era caduta due volte dal letto.
In occasione delle sue dimissioni dopo un ricovero per la rottura del femore, veniva verbalizzato uno stato di agitazione della donna.

Il commissario riferisce che nei mesi antecedenti alla morte della signora la struttura aveva avuto un cambio di gestione, affidata a una cooperativa con sede a Vercelli. Il personale, afferma, era praticamente dimezzato, con un infermiere e due os a dover gestire oltre 90 degenti disposti su due piani, la maggior parte con bisogno di un’assistenza continua e non autosufficienti.

Dall’acquisizione dei filmati delle telecamere di sorveglianza, continua il testimone, non vengono registrati ingressi nella stanza successivi a quello delle infermiere che hanno preparato la donna per la notte, fino all’ora del ritrovamento, nonostante si siano registrati diversi passaggi nel corridoio. Il commissario, però, sottolinea come fosse impossibile vedere il letto della Gemelli dal corridoio, in quanto occultato dalla porta.

Il testimone continua affermando di aver trovato nel diario infermieristico 38 annotazioni che attestavano uno stato di agitazione della paziente o che riferivano che aveva scavalcato le sponde del letto o che ne era scesa. Dopo l’episodio della frattura del femore il commissario verifica un’annotazione di Rosa Rosita Solengo che afferma che la paziente viene sistemata nella propria camera ma verrà successivamente spostata in un’altra perché il letto era rotto. Il commissario conclude sostenendo che quella era la prima segnalazione a riguardo all’interno del diario infermieristico.

Riguardo al letto il testimone conclude sostenendo di averlo trovato in condizioni particolarmente vetuste e che al momento del ritrovamento la sbarra centrale si trovava agganciata dal lato dei piedi e abbassata da quello della testa, in posizione obliqua.

L’udienza è stata rinviata al 14 di febbraio, quando saranno sentiti nuovi testimoni.

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