Imperia. Si è tenuta in Tribunale la prima udienza del processo per traffico internazionale di stupefacenti che vede sul banco degli imputati Jawad Inani, Hicham Ahlal, Tarik Ahlal , Abderrahim Aboulmahasi e Driss Achoud, due dei quali latitanti. Davanti al collegio formato dai giudici Aschero-Varalli-Lungaro, il PM Politi ha chiesto la trascrizione delle intercettazioni telefoniche dall’arabo all’italiano. Dopodiché il processo è stato aggiornato al prossimo 15 dicembre. Tra gli avvocati Di Meo, Carpano, Fossati e Sanchini.
LA VICENDA
Il 19 luglio del 2009 la Guardia di Finanza sequestra 270 chili di hashish alla barriera di Ventimiglia. Lo stupefacente viene trovato nascosto nel baule di un’Audi guidata da G.L., di Urbino, arrestato in flagranza di reato. Nella vettura vengono trovati 2699 panetti di hashish. L’uomo, bloccato dopo aver tentato la fuga, confessa di aver ricevuto un compenso di 6 mila euro per il trasporto dello stupefacente, suddiviso in 9 confezioni in tela sigillate con nastro adesivo, che una volta immesso sul mercato avrebbe fruttato circa un milione di euro.
Le successive indagini permettono di risalire a cinque cittadini extracomunitari di origine marocchina, componenti di una banda criminale che opera tra la Liguria e le Marche. La droga, secondo gli inquirenti, era destinata all’Emilia Romagna.
Il processo si tiene a Imperia per decisione della Cassazione pronunciatasi in merito a una richiesta avanzata dalla Procura di Ancona che aveva chiesto lumi sulla competenza territoriale in quanto alcuni membri della banda operavano nel marchigiano.